Giovedì 21 maggio alle ore 18.00 negli spazi di Palazzo del Monferrato di Alessandria sarà inaugurata “MONFERRATO OLTRE IL CONFINE”, la mostra che la Camera di Commercio di Alessandria, per il tramite della sua Azienda Speciale Asperia, ha organizzato in occasione del semestre Expo.
La rassegna rappresenta il contributo che l’ente camerale intende assicurare alla creazione di un ricco palinsesto di eventi che l’Alessandrino e l’Astigiano stanno preparando per accrescere ulteriormente la propria capacità di attrazione turistica e per far comprendere al visitatore italiano e straniero le potenzialità di una terra straordinaria e ancora tutta da scoprire.
L’evento è organizzato con il supporto e la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, dei Comuni di Alessandria, Asti e Casale Monferrato, della Provincia di Alessandria, della Diocesi di Asti e della Fondazione Davide Lajolo.
L’obiettivo è proprio quello di visualizzare – attraverso le arti figurative – le infinite sfumature, le innumerevoli e affascinanti ricchezze del Monferrato, attraverso i racconti che gli artisti nel tempo hanno saputo elaborare, esportandole e trasfigurandole ciascuno attraverso il proprio linguaggio e il proprio codice espressivo.
La chiave di lettura da cui parte la mostra è infatti duplice in quanto il termine “confine” vale come limite geografico, ma anche temporale che concettualmente e concretamente gli artisti hanno oltrepassato attraverso l’eco del proprio lavoro nello spazio e nel tempo. Nel mondo dell’arte molti personaggi legati al Monferrato sono andati “oltre il confine”, ma, certamente, nessuno come Giuseppe Panza di Biumo, forse il più importante collezionista italiano d’arte contemporanea del XX secolo, rappresenta il superamento dell’ideale limite di questo territorio. San Salvatore Monferrato è il paese di cui era originaria la sua famiglia e dove trascorreva le estati da bambino. La sua collezione è oggi al Guggenheim di New York.
Introdurre una prospettiva storica, ripercorrere gli avvenimenti artistici e culturali che si sono succeduti nelle province di Alessandria e Asti in cui il Monferrato è racchiuso, a partire dal 1915 per arrivare al 2015, anno dell’esposizione universale di Milano andando a cercare tra Biennali e Quadriennali, tra i movimenti dell’arte del secolo scorso – futurismo e metafisica, astrattismo e ritorno all’ordine – presenze e collaborazioni, rispecchiamenti e influenze. Questo il filo rosso lungo il quale si muove la mostra. Senza alcuna pretesa di esaustività, ma con l’intento di delineare una traccia da integrare, una serie di suggerimenti da approfondire. Il tempo, convenzionalmente rappresentato come una linea orizzontale è una sorta di spartito sul quale sono collocate didascalie e immagini corrispondenti a particolari momenti o fatti.
In ogni sala a grandi caratteri sono evidenziati alcuni eventi importanti della storia dell’arte italiana del ‘900 di cui gli artisti alessandrini – per esempio Carlo Carrà, Leonardo Bistolfi, Angelo Morbelli, Luigi Onetti, Cino Bozzetti, Pietro Morando – e astigiani – tra cui Mino Rosso, Carlo Terzolo, Giuseppe Manzone – sono stati protagonisti o partecipi.
Dipinti, disegni, sculture, ceramiche documentano da un lato la costante presenza di artisti legati al Monferrato alle grandi mostre nazionali, dall’altro il sedimentare dello spirito delle avanguardie in manifestazioni che tra Asti e Alessandria concorrono ad aggiornare gli artisti più attenti delle due province.
Il percorso espositivo, che per la prima volta si avvale anche di due postazioni multimediali relative a due momenti cruciali dell’arte del secolo scorso, segnala le manifestazioni artistiche svoltesi nel corso del ‘900 nei due capoluoghi di provincia, e pone in particolare evidenza i premi acquisto istituiti nel secondo dopoguerra, mediante i quali le collezioni delle due città si sono arricchite di opere di artisti di rilevanza nazionale e internazionale.
Sono esposti per la prima volta ad Alessandria alcuni stendardi del Palio di Asti realizzati da importanti artisti come Luzzati, Nespolo, Rampazzo e Ruggeri, un’iniziativa di grande valore culturale che la città di Asti porta avanti da molti anni parallelamente alla grande kermesse del Palio cittadino. Così si procede fino alla galleria finale, dove per gli anni 2000 sono posizionate le opere di piccolo formato commissionate agli artisti contemporanei che in Monferrato vivono.
La rassegna si apre in realtà con uno sguardo sul presente, mettendo in evidenza, in chiave multimediale, la ragione che ha indotto l’Unesco nel 2014 a riconoscere l’eccezionalità dei territori di Monferrato, Langhe e Roero inserendoli in quello che viene definito “patrimonio dell’umanità”. Nel video introduttivo si fa riferimento agli infernot – locali sotterranei scavati in una peculiare formazione geologica presente solo nel Basso Monferrato, la cosiddetta pietra da cantoni, utilizzati per la conservazione domestica delle bottiglie – vere e proprie opere d’architettura popolare, riconosciuti dall’Unesco come l’ideale connessione tra agricoltura e storia, tra cultura e architettura e quindi oggetto di una specifica segnalazione di tutela.
La mostra sarà inaugurata il 21 maggio alle ore 18.00 e, in concomitanza con l’Expo di Milano resterà aperta fino all’8 novembre 2015, con i seguenti orari:
– da martedì a venerdì dalle 16.00 alle 19.00;
– sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00;
– lunedì chiuso.
Riferimenti della struttura espositiva:
tel. 0131 313400 – 0131 313230 – 0131 313209
e-mail: info@palazzomonferrato.it
web: www.palazzomonferrato.it