La Casa Littoria è un’imponente e moderna struttura architettonica. È stata costruita fra il 1932 ed il 1934, su progetto dall’ingegnere Vittorio Tornielli (che è anche autore del progetto per il Castello di Cereseto nel Monferrato) e occupa un’area di oltre 2.600 metri quadrati; era costata circa due milioni di lire.
All’epoca della costruzione trovavano luogo in essa la Federazione dei Fasci di combattimento, la Federazione dei Fasci femminili, il Comando federale della G.I.L., il G.U.F., il Dopolavoro Provinciale, le Associazioni della scuola media, della Scuola elementare e diversi altri uffici.
Non sempre le opere edificate durante il Ventennio sono state indolori per la nostra Città. Da una parte il Regime dimostra di riuscire a trovare i fondi per l’edificazione di nuovi ed importanti edifici (cosa che invece oggi, nonostante i “tempi moderni” non si riesca più a fare) ma – collateralmente, abbastanza sovente – procura un danno alla città in costi di distruzione e di abbattimenti di palazzi meritevoli di essere ancora vissuti e comunque mantenuti per la loro storia oltre che per la loro bellezza.
Un caso alessandrino fra i più emblematici e di grande sofferenza urbanistico-architettonica è senza dubbio quello che vede l’abbattimento di ben cinque interessanti palazzi ottocenteschi di tre piani, siti in piazza Vittorio Emanuele II, per edificare su quel sedime il Palazzo della Posta e Telegrafo. La vicenda di questa nuova costruzione da parte del Regime Fascista ha contribuito enormemente a cambiare il volto della bella Piazza.
Nella vicenda di Casa Littoria l’abbattimento riguarda oltre un quarto del vecchio Mercato granario[1] (del 1835) che occupava l’isolato di cui stiamo parlando; unico esempio alessandrino di costruzione con pianta a corona circolare – l’antico mercato, sede per molto tempo (anche) di padiglioni della antica Fiera di San Giorgio – è stato sacrificato per l’edificazione di nuove opere in almeno tre riprese.
Un’altra importante porzione dell’antico edificio (a nord ovest), eliminata in epoca relativamente recente per l’ampliamento della Scuola elementare e dell’asilo Carducci e per la creazione della piazzetta con statua dedicata a San Francesco d’Assisi;
Nell’insolita fotografia che ora proponiamo è visibile, sul fondo, oltre l’ala destra della Casa Littoria e ad essa attigua, l’ultima parte ancora in piedi dell’antico edificio; quei muri ottocenteschi sono stati demoliti dalle ruspe nel corso degli anni Ottanta–Novanta del ‘900, per l’edificazione di uffici statali.
Anche in questo caso si è preferito utilizzare – per nuove costruzioni – il sedime che ospitava una interessante struttura storica, piuttosto di utilizzare nuove e diverse aree decentrate.
Questo malvezzo tipico alessandrino ha continuato ad essere protagonista, sotto ogni amministrazione di ogni colore politico, fino ai nostri giorni.
Per quanto riguarda l’immagine che oggi pubblichiamo posso dire che non appartenga ad una cartolina; è una fotografia scattata da un privato e per uso personale.
Proprio per questo motivo la scena che si mostra agli occhi del lettore è relativamente insolita e mai vista.
Per quanto riguarda i ricordi personali che mi legano indissolubilmente alla costruzione ormai scomparsa posso raccontare soltanto poche cose. Una in particolare, che coinvolge anche il senso dell’olfatto.
Il ricordo ha le radici immerse negli anni 1957/1958; epoca dei miei primi anni e della frequentazione della scuola materna.
Fra le nebbie parzialmente diradate dei ricordi di quei lontani momenti appare la visione del cortiletto inghiaiato in cui, nella bella stagione, si poteva andare a giocare. Questo spazio prendeva forma grazie alle pareti esterne dell’asilo e ad un’ampia porzione del muro convesso – in vecchi mattoni – che di fronte ad esso si trovava.
Quella strana ed anomala costruzione aveva sempre esercitato sulla mia curiosità e fantasia un magico effetto, dovuto non solo alle forme ed al colore causato dalla vetustà dei mattoni e dall’umidità che lì stazionava perenne. Il ricordo più intenso è evocato dall’odore di muffa e da quello che si sprigionava dalla legna che in tale luogo – già da molti anni – veniva ammassata. Il vecchio Foro Boario, infatti, era usato in quel tempo come deposito comunale di legna da ardere per le necessità dei diversi uffici e palazzi – appartenenti all’amministrazione comunale – che ancora si riscaldavano con le tradizionali stufe.
Molti anni dopo ho riscoperto certe sensazioni impalpabili di quei lontani ricordi, osservando con commozione una tela del grande Pietro Morando, che aveva per soggetto proprio l’antica opera architettonica vista da Piazza San Martino. Il maestoso ingresso del Mercato.
Il lettore dirà che tutto questo non c’entra nulla con il Palazzo del Littorio. Verissimo! La memoria e la fantasia però non si possono arginare a piacimento. Anche solo un brandello di muro visto grazie ad un’antica immagine può generare una marea di ricordi… non sempre facilmente contenibili.
Nel « GUF » – Si è effettuato alla Casa Littoria lo scambio delle consegne fra il fascista universitario Calza, Segretario uscente, e il fascista universitario Enrico Reposi, nuovo designato alla carica di Segretario del Gruppo Universitario Fascista. Presenziavano il colonnello Bocca e il direttore di segreteria dott. Rinasco.
Al camerata Calza il colonnello Bocca ha espresso il ringraziamento del Segretario federale per l’opera svolta; al fascista Enrico Reposi ha rivolto un fervido saluto augurale.
[La Libertà – Settimanale Cattolico della Provincia di Alessandria – Organo della Giunta della Diocesi di Alessandria – Anno XVI – Numero 5 – Alessandria – Venerdì 1 febbraio 1935 – Anno XIII E.F.]
___________________________________________________
[1] Per rendersi conto della bellezza architettonica del Foro Boario – Mercato granario, ecc. vedasi il servizio in cui di questo si parla in maniera specifica: https://mag.corriereal.info/wordpress/?p=26680
E ancora su Piazza San Martino: https://mag.corriereal.info/wordpress/?p=28474