L’esperimento di dar voce su CorriereAl a giovanissimi politici dell’alessandrino con la rubrica “Largo ai Giovani” procede ormai da alcune settimane, e come credo abbiate constatato non è propaganda di questa o quella fazione, ma spazio in cui conoscere il personaggio a 360 gradi.
Per questo motivo abbiamo cercato di rimanere fuori dai temi propri della “politica politicante”, fatta di urla, denigrazioni e scontri da bar. Nostro intento è stato quello di valorizzare ciò che questi ragazzi avevano da dire, tenendo a debita distanza la tendenza, tipica dei partiti, di far dei giovani “foraggio da cannone”. Con questo s’intenda il rischio cui la passione giovanile è soggetta, cioè quella di venir mandati in prima linea a difendere una determinata posizione.
Stefano Leardi, Partito Democratico, Sean Sacco, Movimento 5 Stelle, Giacomo Perocchio, Lega Nord, e Alessandro Bucari, Sinistra Ecologia e Libertà.
Anche se i 4 ragazzi intervistati provengono dai partiti, durante le interviste ho cercato di spogliarli dei loro colori e delle loro bandiere. Davanti a me volevo avere giovani, non giovani politici. Per questo ho deciso di cominciare con domande generali. Ed è emerso ciò che volevo emergesse: la gioventù. Con i suoi sogni e i suoi desideri, con l’abnegazione tipica di chi vuole far strada e intraprende sentieri senza sapere dove finiscano. Stefano che vuole fare ricerca nella filosofia, Sean che si trova a suo agio nelle riunioni di condominio, Giacomo che non ha tempo libero perché spende le sue giornate in corsia e Alessandro che si prodiga per assistere socialmente le fasce più deboli.
E stato poi stimolante costruire insieme a loro l’idea di politica. Lasciando da parte le opinioni sui singoli temi, necessariamente divergenti (e meno male, aggiungerei). Tutti si sono avvicinati alla politica lentamente, già dalla prima adolescenza, quasi che in essa ricercassero la propria identità e il proprio perché. E non è scontato che questo accada, soprattutto in questa epoca d’insofferenza giovanile, dove l’identità viene formata altrove (dove poi?), o dove vince la massima “Tanto nessuno cambierà mai niente”. Però nella loro politica, vissuta come insieme di esigenze cui rispondere o come visione del mondo da affermare o, ancora, come arte del governo di ciò che appartiene a tutti, la volontà e l’esigenza di una politica nuova e vera si può toccare con mano. Ognuno di loro è convinto di poter cambiare.
Le voci di Stefano, Sean, Giacomo e Alessandro sono voci preziose, perché voci di un presente destinato a diventare futuro. Sono testimoni a tutto tondo del nostro territorio, ma anche della nostra generazione e della nostra società. Non sappiamo se tra 10 anni saranno assimilati dalle logiche imperanti di partito. Però con il nostro aiuto possono rimanere così, ancora pieni di passione e di voglia di cambiare il mondo. Perché il mondo si cambia a 20 anni.
Forse l’unica pecca che ho riscontrato è che nessuno riesce ad avere un’idea di Alessandria tra 10 anni. Questo mi ha turbato molto. Ma poi mi sono risposto che siamo figli del mondo globale e forse tra 10 anni ci vedremo altrove. Io per primo.
Certo ora Alessandria ha questo giovane e importante capitale che non deve essere dissolto. La domanda ora la pongo a voi: che cosa ci hanno insegnato questi giovani?
PS: La rubrica “Largo ai Giovani” su CorriereAl naturalmente continuerà già dalla prossima settimana, dando tuttavia voce ai giovani del mondo dell’associazionismo: un ulteriore modo per capire il nostro universo.