La Giustizia è davvero uguale per tutti? [Le pagelle di GZL]

Comune Alessandria seradi Graziella Zaccone Languzzi

 

1) All’Assessorato Servizi Demografici del comune di Alessandria. Questo cattivo voto verte all’Ufficio Decessi. Il 18 gennaio 2015 è deceduto mio padre e l’impresa che si è occupata di ogni pratica utile mi ha consegnato gli atti di decesso. Nulla da dire ma il timbro posto alla base del documento dove ci sta la scritta: “L’ufficiale di stato civile” è praticamente trasparente, vale a dire che quel timbro soffre anche lui di crisi di dissesto o chissà da quanti anni non viene “alimentato” del suo inchiostro. Potrebbe sembrare una cosa da niente, ma intanto il notaio che si occupa di successione ha chiesto se fosse una copia al posto dell’originale. Inoltre quel pezzo di carta serve per molti atti conseguenti ad un decesso. Quindi: non ci vogliamo sporcare le mani per inchiostrarlo? Oppure: siamo senza inchiostro e mancano i soldi per acquistarlo?
Voto: 4

 

1) Alla Giustizia italiana (1). La Giustizia nel nostro paese è da considerarsi pari alla politica:Tribunale giustizia inefficiente! E come la politica non può esimersi di ricevere critiche dai cittadini essendo essa servitore dello Stato quindi del sovrano: noi! Questa mia valutazione proviene da argomentazioni di mio interesse, uno di questi è la difesa del suolo da rischio idrogeologico e relativi danni alle popolazioni interessate. Nonostante denunce per ritardi da parte dei cittadini e processi, in venti anni dalla nostra tragedia del ’94, nessuno è mai risultato responsabile e nessuno è mai stato chiamato a risponderne e a pagarne almeno i danni. Faccio un esempio: su Alessandria, le sue periferie e sobborghi a rischio, la messa in sicurezza si è arenata dopo il 2002. Da qui comuni cittadini tra il 2003 e il 2006 presentarono tre esposti-denuncia. Indagini, un processo, tre archiviazioni con motivazioni vaghe. Nel 2011 e dopo ennesimi danni subiti nel 2009, una quarta denuncia da parte di un nutrito gruppo di cittadini tramite un legale e a dicembre 2014, dopo tre anni, archiviato anche qui con motivazioni vaghe ed inaccettabili. Quindi dal 1994 sono passati venti anni, la messa in sicurezza ha fatto passi da lumaca e non è ancora conclusa nonostante quattro denunce. La stessa cosa accade a livello nazionale: ad ogni nuova alluvione viene aperta un’inchiesta che si conclude senza aver trovato i colpevoli, e questo a fronte di acclarati ritardi nei lavori, lavori mal eseguiti, vittime causate dalla mancata e inadeguata informazione alla popolazione sul rischio idrogeologico e sulle procedure di Protezione Civile. Quanti alessandrini conoscono il piano di Protezione Civile comunale e nello specifico per la parte idrogeologica e quindi alluvionale?
Voto: 2

ROMANA-PAVESI-23) Alla Giustizia italiana (2) La notizia di queste ore “la donna simbolo della lotta all’amianto lascia la presidenza Afeva” riferita a Romana Blasotti mi impone una seconda cattiva pagella alla Giustizia italiana. Dopo il reato su danni idrogeologici causati alle popolazioni per inspiegabili ritardi, mancata prevenzione e manutenzione dei territori a rischio, e i cui responsabili la “passano sempre liscia”, altro reato di forte interesse è quello sul rischio ambientale e sui danni alla salute connessi all’esposizione all’amianto passato, presente e futuro. Mi riferisco allo “spettacolare” processo Eternit. Non sto a spiegare i danni di tale “mostro”, perché se non si è vissuto fuori da questa galassia fino a ieri se ne conoscono le conseguenze, ma dopo tanto impegno per quel processo, tanto tempo e quanti soldi spesi, si è arrivati ad una archiviazione per prescrizione del reato, con motivazioni non comprensibili. Il dubbio è: non si poteva prevedere dall’inizio? E’ stata una percezione soggettiva oppure c’era qualche possibilità e non è stata tenuta in conto fin dall’inizio? Con quella sentenza l’intero pianeta ha conosciuto l’ennesima disfunzione della giustizia italiana, con processi lumaca e prescrizioni ‘a percorso corto’ utili per salvare sempre il potente di turno. Dopo tale vergogna, le vittime amianto passate e future versano lacrime, mentre Schmidheiny se la ride, ma forse sapeva già come sarebbe andata a finire, conoscendo l’italianità sulle cose serie. Questa ingiustizia è riuscita a piegare per la prima volta la dura tempra di Romana Blasotti, il simbolo della lotta contro il “mostro” Eternit. In questo paese dove non funziona più nulla forse sarebbe tempo di mettere mani anche nel settore Giustizia. Ma tocca alla politica occuparsene, quella politica di cui la stessa Giustizia spesso si occupa, utilizzando più pesi e più misure. Controllore controllato e controllato controllore: con l’aria che tira noi popolino la Giustizia che la possiamo scordare.
Voto: 2