Bicentenario della nascita di Don Bosco: “Un punto di riferimento per i giovani, e un modello da imitare”

Don Bosco bicentenariodi Roberto Cavallero

 

Don Bosco non ha bisogno di essere festeggiato ma di essere imitato, oggi più che mai si sente il bisogno di persone che diano un segnale forte ai giovani indicando loro la strada per il futuro”. A parlare è don Enrico Stasi, Ispettore dei Salesiani di Piemonte e Valle d’Aosta, uno fra le molte personalità presenti all’evento di lancio per il bicentenario della nascita di don Giovanni Bosco (1815-2015).

Nella sala del Broletto di Palatium Vetus, in piazza della Libertà, c’erano proprio tutti: Diocesi, Comune, Provincia (presenti per entrambi Rita Rossa, e il consigliere provinciale Carlo Buscaglia), Prefettura, con la presenza di Romilda Tafuri, Provveditorato, tutti ambiti nei quali il Santo dei Giovani, nativo di Castelnuovo d’Asti, i suoi figli e le sue figlie hanno lavorato in questi 117 anni di presenza salesiana ad Alessandria.

“Don Bosco è stato una figura che ha inciso notevolmente sulla società e sui giovani. Un esempio che bisogna seguire in particolar modo al giorno d’oggi, in un’epoca in cui l’apparire pare ormai contare molto più dell’essere” il commento di Monsignor Guido Gallese, Vescovo di Alessandria “spero che questa manifestazione sia occasione per poter rafforzare la figura di un uomo ormai divenuto esempio per tutto il mondo.”

E, non a caso, nel corso della conferenza è stato proiettato un video che ben testimonia ciò che è stato Don Bosco nel mondo (primo fra tutti a dichiararlo è il presidente degli Stati Uniti Barack Obama).
“Oggi come allora, Don Bosco è qui, la sua figura è più che mai presente fra i nostri giovani” ha detto suor Emma Berganti, vicaria ispettoriale delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Piemonte e Valle d’Aosta “il bicentenario dovrà essere prima di tutto questo, un’occasione di incontro”.
E fitto, infatti, si prevede il calendario di appuntamenti previsti per quest’importante ricorrenza.

Don Bosco 2Si parte il 31 gennaio, alle 21, con la messa in onore di San Giovanni Bosco nel Duomo di Alessandria, presieduta dal Vescovo.

Si proseguirà, poi, con un concorso per le scuole realizzato con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Provinciale per le scuole dell’infanzia, primaria, secondarie di I e II grado e corsi professionali e con “Come don Bosco, CON i giovani PER i giovani”, incontro con il Rettor Maggiore dei Salesiani don Luca Barone, in programma all’Angelo Custode alle 21 del 6 febbraio.

Venerdì 28 febbraio, alle 21, sarà la volta della spettacolo “Se lo vedo…ci credo!” a cura dei ragazzi del catechismo del Centro Don Bosco, corso Acqui 398.
Sempre al Centro Don Bosco, sabato 18 aprile, dalle 15 alle 19, si terrà una festa del catechismo della Diocesi con Pellegrinaggio alla Salve.

Mercoledì 6 maggio, in occasione della kermesse alessandrina “Librinfesta”, sarà in programma una tavola rotonda dal titolo “Il mio Don Bosco” con ospiti Don Bruno Ferrero, salesiano, e lo scrittore Pino Pace che si sfideranno a “colpi” di racconti sulla vita del Santo dei Giovani.
Venerdì 8 maggio Pellegrinaggio nei luoghi di Don Bosco (Colle Don Bosco, Valdocco e Duomo di Torino) ed Ostensione della Sindone.

Il 24 maggio si terrà la Processione Maria Ausiliatrice a Valdocco, “Casa Madre” dei Salesiani, mentre il 21 giugno l’evento clou dei festeggiamenti per il bicentenario ossia l’incontro con Papa Francesco a Torino. Sarà, infatti, organizzata una speciale “tre giorni” per i giovani e gli oratori d’Italia che prevederà l’ospitalità negli oratori diocesani e presso le famiglie delle comunità nella serata di venerdì 19 giugno, diversi percorsi di visita e preghiera nella città di Torino nella giornata di sabato 20 giugno, una veglia di preghiera nella notte di sabato fino a vivere l’apice della “tre giorni” con la Santa Messa con il Papa e il suo incontro con i giovani domenica 21.

Ancora in fase di realizzazione, invece, tre appuntamenti tutti ad Alessandria.
Lo spettacolo teatrale “Preghiera” che vuole raccontare don Bosco attraverso le arti del canto, della musica e del teatro, “Don Bosco e Alessandria”, incontro storico sui salesiani e, infine, il Trofeo “Don Bosco”, torneo amichevole tra le società sportive della Diocesi. Perché lo sport, così come anche teatro, musica e canto, sono sempre stati strumenti con i quali Don Bosco ha cercato di avvicinare i giovani. “Con i giovani, per i giovani” verrebbe quasi da dire.

Ha dichiarato Rita Rossa, sindaco di Alessandria e presidente della Provincia: “Le istituzioni oggi sono chiamate ad interpretare i bisogni di una società in seria difficoltà, sono emerse nuove povertà e tutti i giorni la fragilità delle esistenze è tangibile. Una sfida difficile ed impegnativa che rende l’insegnamento di Don Bosco tanto attuale e concreto nel quotidiano.
Con questo spirito, dunque, ci approcciamo alle celebrazioni di questo Bicentenario perché siano occasione di rinnovato slancio di quei valori su cui si fonda la società del bene che Don Bosco ha, a lungo, predicato.
Umiltà e semplicità, insieme alla consapevolezza delle azioni e dei pensieri devono essere oggi il nostro punto di partenza, i valori cui noi amministratori ispiriamo la nostra azione.
Per guardare al futuro ci radichiamo nelle nostre tradizioni, nelle nostre radici: una società senza radici, senza consapevolezza dei propri valori e insegnamenti più profondi, è una società che cade nel caos.
I giovani, che Don Bosco tanto amava, sono il nostro futuro e spetta a loro cogliere l’eredità di questo messaggio ancora vivo. Proprio loro che sono spesso deboli di fronte alle suggestioni del mondo, bersagliati da un‘industria che crea in loro una serie pressoché infinita di falsi bisogni, devono fare del futuro il punto centrale del loro tempo, al quale affidarsi e ricondurre un sapere che viene da lontano con l’obiettivo di tendere ad un modello di vita migliore, proteso verso il bene, l’amore e la verità.
Il bene sta nell’affermazione dell’altro, affermazione che non comporta una negazione dell’io, ma un suo passo indietro in favore degli altri, tenendo una mano verso chi si trova in difficoltà, creando reti che sono il tessuto di una comunità civile.
Fulcro della azione di Don Bosco fu il cortile, una comunità allargata in cui avveniva l’incontro con i giovani e in cui lui trascorreva il suo tempo con i ragazzi. Oggi dovremmo imparare a considerare la nostra società come un ‘cortile allargato’, proiettando all’esterno quegli ideali di pace ed armonia alla ricerca di una comunità globale.
Una comunità che già Platone ci esortava a costruire affidando al pensiero il compito di trovare ragionamenti persuasivi per indirizzare i giovani all’amore del bene e del giusto e per indurli a stringere fra loro legami di amicizia e di solidarietà reciproca”.