«…Tutto il resto è noia»
Giacomo Leopardi, lettera a Pietro Giordani, 30 aprile 1817
Insomma, dicevano tutti le stesse cose…
Così mi ha risposto un sedicenne di mia conoscenza, un tipo per nulla superficiale, quando gli ho chiesto come era andata la manifestazione per il Giorno della Memoria, tenutasi nella mattinata del 27 gennaio ad Alessandria. E’ un giudizio schietto, sincero e spietato, che non mi è andato giù.
Dicevano tutti le stesse cose…
Il ragazzo, grande appassionato di storia e di politica, ha detto quello che ha visto e sentito. Non posso avercela con lui.
Quale “memoria”, mi sono domandato, lasceremo a questa generazione di adolescenti, così cronologicamente lontani dall’orrore nazista? Esistono modi e linguaggi diversi (in grado di catturare l’attenzione) per esprimere e tramandare una storia che non va assolutamente dimenticata, e da cui si dovrebbe imparare qualcosa?
Forse varrebbe la pena prendere queste polverose commemorazioni e ripensarle, cominciando ad “alleggerirle” dalle solite pompose (e inutili) passerelle istituzionali. Cari signori sul palco, probabilmente non ve ne siete ancora accorti, ma avete fatto il vostro tempo. Nessuno ve lo fa notare, per convenienza o per un malinteso senso di educazione.
Dite tutti le stesse cose…
I ragazzi non si fanno prendere in giro, vi colgono in fallo, non vi ascoltano. Svecchiatevi, anche se magari siete giovani “fuori”. Urge da parte vostra una sana revisione, per non lasciare spazio ad un insano revisionismo. Frutto di ignoranza, figlia (prediletta) della noia.