La sinistra ci spiega perché chiudono le fabbriche. I sacerdoti fanno i corsi prematrimoniali.
Le pornostar raccontano la castità.
Chiude il calzaturificio Alexandria, altro pezzo di storia che se ne va e con esso 58 posti di lavoro. Nessuno si straccia le vesti, in fondo è solo una fabbrica che chiude, in questi anni hanno chiuso i battenti in migliaia, chi se ne accorge di una in più. In Alessandria poi! Leggo sulle pagine di questo magazine la lettera di un signore che non conoscevo, ma visti i dati interessanti da lui riportati ho pensato di trovarmi di fronte ad un grande imprenditore, uno che parla perché come si dice “sa il fatto suo”.
Mi informo e scopro che si tratta di un ex parlamentare alessandrino, nonché esponente di un partito che mi dicono si collochi a sinistra del PD.
Onorevole, lei ci spiega perché nella nostra amata città non esiste più un tessuto industriale.
Lei parla di carenze nelle direzioni aziendali, produzioni con basso valore aggiunto e/o poco competitive, obsolescenza organizzativa e in generale di UNA RIDOTTA PROPENSIONE DELL’IMPRENDITORIA LOCALE A REAGIRE ALLA CRISI E AL DECLINO RICERCANDO NUOVE STRADE PUNTANDO SU FORMAZIONE INNOVAZIONE ETC… …
Carissimo Onorevole, l’idea che crisi, calo di consumi, mancati pagamenti da parte della PA alle imprese, una tassazione feroce, il costo del lavoro, la burocrazia, gli accordi di Basilea che di fatto bloccano l’accesso al credito alle prime difficoltà, non le passano nemmeno per la testa? Ne vogliamo parlare?
Cioè caro On. l’impresa in crisi dovrebbe innovare/rinnovare investendo soldi che non ha, che magari aspetta da altri e che nessuno le presta? Ma sa di cosa sta parlando?
Ha mai investito 1 didcracmo, 1 tallero, 1 doblone per poter lavorare? Perché quando a sinistra parlate di posti di lavoro non incitate a fare impresa ma chiedete lavori salariati?
Guardi Onorevole, voglio aiutarla a comprendere perché in un Paese dove ci vogliono anni per aprire uno stabilimento o mesi per una pasticceria, nessuno più investe. Per farlo uso pochissime parole: investire in Italia è follia. Non mi crede? Io invece credo alla buona fede delle sue affermazioni,ma sono fortemente perplesso che teorici come lei possano risolvere i problemi di questo Paese.
Iva, Inps, inail, Irap, Tares, Contributi previdenziali, tfr, Irpef, addizionale Irpef, CCIAA, 626, corsi, aggiornamenti, assicurazioni..….ci rifletta Onorevole, magari quando è seduto sul divano di casa, con pipa vestaglia e l’assegno di una buona pensione.
Un caro saluto.
PS: questa volta rinuncio alla solita citazione testuale, mi limiterò a parafrasare una battuta di un grande comico del secolo passato: “è vero che ognuno ha le sue opinioni, ma lei esagera” (Totò)
Diogene “il cane”