Mentre fervono i preparativi per il primo ciak, in programma lunedì 12 gennaio, de “Un posto sicuro”, pellicola che racconta la voglia della città di Casale di non arrendersi alla tragedia Eternit, sulla tristemente nota aziende casalese e sulle conseguenze letali dell’esposizione all’amianto, ormai noto a tutti come “la fibra killer”, sarà realizzato anche un video documentario.
Nato da un’idea del casalese Marco Balestra, studioso di lingue e letterature orientali, e coadiuvato dal giornalista alessandrino Roberto Cavallero, “A(eternit)as”, questo il titolo del video documentario già in lavorazione, cercherà di raccogliere le testimonianze di personaggi noti che tanto hanno dato nella battaglia all’amianto come Bruno Pesce, Nicola Pondrano e Romana Blasotti Pavesi, storici leader nella lotta a questo disastro ambientale, mescolandole a quelle di persone meno note, ex dipendenti dell’azienda ma anche comuni cittadini casalesi, parlandone in modo naturale, “en plein air” verrebbe da dire, con discussioni all’interno di bar, a passeggio su una strada o davanti al Ronzone, zona in cui sorgeva l’azienda dello svizzero Schmideiny e del belga De Cartier e dove adesso non c’è più niente se non un parco giochi per bambini, attualmente in allestimento.
Si cercherà di capire poi, più nel particolare, che cos’è il mesotelioma pleurico, malattia polmonare mortale causata dall’esposizione all’amianto che tante vittime ha fatto a Casale e dintorni, con interviste a medici come la Dottoressa Daniela Degiovanni, del Servizio Hospice per pazienti oncologici all’Ospedale Santo Spirito, e la collega Federica Grosso, Dirigente Medico nel reparto di Oncologia presso l’Ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria, unendole, se possibile, alle dichiarazioni di Titti Palazzetti, attuale sindaco di Casale, della vicesindaco Cristina Fava e di Giorgio Demezzi, ex primo cittadino della città monferrina.
Non mancheranno, inoltre, fra le varie testimonianze che si cercheranno di raccogliere, quelle di Francesco Ghiaccio, regista del film “Un posto sicuro” ed originario di Gabiano Monferrato, paese a pochi chilometri da Casale, e di esponenti dell’Afeva, l’Associazione Familiari e Vittime dell’Amianto.
Un resoconto che si cercherà di realizzare nel modo più preciso possibile anche a livello storico, aggiornandolo all’ultima triste sentenza di due mesi fa che ha visto il proscioglimento di Stephan Schmidheiny, ex proprietario, ancora in vita mentre De Cartier è mancato pochi anni fa, dell’azienda Eternit.
“Non abbiamo una tempistica particolare, impiegheremo il tempo che ci vorrà. Vogliamo cercare di realizzare un buon prodotto che possa però distaccarsi da altri documentari analoghi come, ad esempio, ‘Indistruttibile’ di Michele Citoni” dicono i due autori: “ad esempio una delle idee che avremmo in mente è quella di affidare il racconto ad una voce off che possa coinvolgere maggiormente lo spettatore. Inoltre stiamo valutando l’ipotesi di fare una versione con sottotitoli in inglese per tentare di esportare il prodotto anche al di fuori dell’Italia, in luoghi dove l’Eternit è ancora largamente usato.”
I proventi derivati dalla vendita del documentario saranno devoluti all’Afeva stessa.
A Marco Balestra e Roberto Cavallero, entrambi collaboratori di CorriereAl, i nostri migliori auguri di buon lavoro.