sono a segnalarLe uno spiacevole episodio che si inquadra a pieno titolo nello scempio della città di Alessandria. Nella fattispecie, parliamo dei guai della biblioteca civica “Francesca Calvo”.
Il fatto: ieri, in data 2 gennaio 2014, due amici dello scrivente si recavano presso la suddetta biblioteca nella convinzione che fosse aperta, ma la trovavano chiusa. Rectius: era aperta, ma solo per dare modo agli utenti di visitare la mostra allestita al piano terra, “La grande guerra”. il resto della struttura era inaccessibile.
Non erano gli unici a tentare di usufruire degli spazi, tant’è vero che un addetto aveva l’ingrato compito di invitare gli sfortunati convenuti a uscire.
Ma perché la gente disturba i bibliotecari proprio il 2 gennaio? sono stati proprio degli sprovveduti, se si sono presentati al portone senza prima aver verificato!
Ma la storia è un po’ diversa: essi hanno verificato, trovando sul sito www.cultural.it l’avviso che allego, ma poveri illusi, sciocchi, cosa speravano di trovare? I tavoli per studiare?
Niente di tutto ciò, la biblioteca è dunque aperta oggi e domani solo per la mostra suindicata.
senza nulla togliere a quest’ultima, sicuramente pregevole e meritevole di attenzione, gli studenti prevalentemente si recano in piazza Vittorio Veneto con la cartella piena di libri e appunti per studiare. e in questo periodo, nel deserto delle biblioteche universitarie chiuse per la pausa natalizia si rivolgono alla “civica”, l’unica struttura aperta (o semi-aperta).
Già: qualcuno si ricorda ancora che Alessandria è luogo di residenza o comunque centro di interessi di numerosi studenti di ogni età?
Che poi non è che stupidamente e “bovinamente” non leggiamo gli avvisi, pretendendo di entrare in un luogo chiuso. è che gli avvisi a cura dell’amministrazione sono confusi e poco chiari, ingannevoli, tali da indurre in errore numerosi interessati (con conseguente perdita di tempo e scocciatura).
Non bastasse, c’è l’informazione a chiudere il cerchio. i giornali, di carta e sul web, ricevono i comunicati dall’ente tale senza nemmeno avere la cura di accertare i dati ivi contenuti, e i risultati sono quelli che ho narrato nel “fatto” e che si spiegano con il secondo allegato, la foto del trafiletto pubblicato sulla Stampa del 30 dicembre: indicazioni univocamente intelligibili: l’edificio è aperto, ma per quali funzioni? a nessuno interessa. Certi redattori hanno timore a fare domande, a mettere in discussione quello che proviene dal Palazzo? Forse perché c’è un clima di amicizia, e incrinarlo non risulterebbe conveniente.
Giornali e amministrazione “reticente” giocano di sponda? I primi non verificano le notizie e la seconda non solo centellina servizi, ma dà relativamente ad essi informazioni confuse, ingannando le persone. Siamo in buone mani
Lettera firmata