Dal New York Times del 6 luglio 1902:
«Un pianista italiano (Alessandrino n.d.r.) di nome Camillo Baucia ha da poco vinto a Venezia una gara di resistenza, suonando per 51 ore e mezza al pianoforte senza interruzioni. L’esibizione è avvenuta al Teatro Rossini. Alla fine di questa performance il pianista non ha dimostrato alcun segno di affaticamento».
Come tanti suonatori italiani dell’epoca Camillo Baucia forte del suo primato, sbarca negli States.
Dal The Music Trade Review, ottobre 1903:
«Noi non abbiamo mai sentito di alcuna fabbrica di pianoforti che abbia abbassato i prezzi per assicurare i propri servizi a Camillo Baucia che sta facendo il proprio debutto americano suonando o piuttosto lavorando sulle tastiere per 50 ore consecutive. Il sig. Baucia può far furore in certi Paesi ma a New York non è fuori dall’ordinario ascoltare un pianista per 50 settimane consecutive e il repertorio per lo sfortunato spettatore include tutto ciò che può andare da “Hiawatha” a “Wagner”, similmente al versatile esecutore. L’Herald affronta con simpatia il caso e come spesso accade nel giornalismo, ha mandato il cronista sportivo a “prendersi cura del Sig. Baucia”. Nessuno avrebbe potuto far meglio del reporter nel presentarlo e nel raccomandarlo».
Il prof. Baucia doveva proprio essere uno di quei tanti poor fellows che, in America,preceduto come abbiamo visto da una certa fama si arrangiava maldestramente per sbarcare il lunario e mettere qualcosa sotto i denti. Ecco quanto riporta il quotidiano The Baltimore Sun del 12 dicembre 1904:
«BAUCIA DICHIARATO COLPEVOLE»
Camillo Baucia, il pianista recordman che circa un anno fa diede dimostrazione dei suoi poteri di resistenza in varie città, è stato dichiarato colpevole dalla Corte per l’accusa di disporre in modo fraudolento di un pianoforte a noleggio, proprietà della ditta Kranz-Smith. Una multa di trecento dollari è stata imposta dal giudice Wright e per insolvibilità dell’imputato, Baucia è stato condannato a 90 giorni di prigione. È stato dimostrato che il pianista aveva preso a nolo lo strumento alcuni mesi fa con l’intento pretestuoso di avviare uno studio musicale nella zona nord di Baltimora. Poco tempo dopo, però, si disfò del pianoforte per la cifra di 85 dollari. Fred Kranz venne a sapere del fatto e lo denunciò alla polizia che arrestò Baucia a Cumberland poche settimane fa. Il proprietario del pianoforte ha detto al giudice che altri commercianti sono stati raggirati da Baucia allo stesso modo»
Di lui dopo non si seppe più nulla fino al 1925.
Da Time del 7 Dicembre 1925:
«A Baltimora un pianista di età avanzata i cui occhi sembravano caverne che la fatica aveva scavato sul suo triste viso, suonò Maryland my Maryland. La melodia raggiungeva debole l’orecchio lontano di un musicista più giovane che sedeva su di una sedia avvolto da una coperta e che svogliatamente suonava su di un’altra tastiera. Questi due – il prof. Camillo Baucia, campione europeo della “maratona dei pianisti” e B.G. Burt di Jamestown (N.Y.), campione americano – avevano suonato per 52 ore ininterrottamente. Si erano esibiti in tutti i pezzi che conoscevano; i pianoforti si stavano scordando; solo 500 persone rimanevano nella sala; ancora continuavano a suonare. Ma il medico aveva appena preso la temperatura del professore italiano, sentito il suo polso e gli aveva consigliato di fermarsi. “Maryland” era il suo ultimo sforzo, quello di un uomo che era stato battuto dall’età piuttosto che da un “lattante” come concorrente. Le sue mani scivolarono dalla tastiera; si alzò rigido e spossato per ascoltare il rivale Burt, cui andava il primato ed una borsa di 2.000 dollari, Qualche minuto dopo il Burt crollava anch’egli, ma da vincitore».
Questo è uno dei tanti personaggi alessandrini misconosciuti, che per qualche verso raggiunsero una fama internazionale: Certo un po’ sfortunato e un po’ birbante (per usare un eufemismo), ma nessuno ha mai messo indubbio la sua capacità di esecutore. Con prossimi articoli verremo a conoscenza di musicisti famosi ma questa volta a pieno titolo.