Ken Follett: una trilogia lunga un secolo [Strusci di carta]

di Federico Capra

Finalmente siamo arrivati alla fine della pista. Il lungo viaggio iniziato nel 2010 con La caduta dei giganti, trova al crepuscolo del 2014 la sua degna conclusione. Ken Follett ce l’ha fatta a portare a termine il titanico progetto di The century. La succosa trilogia che abbraccia tutto il XX secolo, ora, infatti, ha una sua conclusione.

Ma I giorni dell’eternità non sono unicamente il degno termine di un progetto che ha portato Follett a scrivere più di 3172 pagine in tre libri. Piuttosto sono un vero e proprio trattato storico del secolo passato. È vero, la parte romanzata emerge sempre, fortissima, in tutti e tre i tomi, ma proprio grazie a questo l’autore riesce a spiegare con una semplicità disarmante fatti realmente accaduti.

E se nei primi due romanzi (La caduta dei giganti e L’inverno del mondo) la narrazione spigliata ed incalzante era agevolata da elementi “avventurosi” quali la prima e la seconda guerra mondiale, piuttosto che la rivoluzione russa; ne I giorni dell’eternità Follett porta a compimento il suo capolavoro.
Riuscire a spiegare con disinvoltura, trasmettendo le paure e i sentimenti contrastanti emersi durante la guerra fredda, non è roba da tutti. Cosa ancora più lodevole è stato mantenere in tutti e tre i romanzi lo stesso intreccio di personaggi con cui aveva iniziato nel lontano 2010. Se i primi sono morti, o comunque sono diventati arzilli vecchietti, a portare avanti la loro, e perché no, anche un po’ la nostra storia sono i loro figli, nipoti e pronipoti. Con questa continuità di personaggi Follett riesce a rapire il lettore incapace di staccarsi dall’ultimo tassello di questa imponente saga. Sia ben chiaro non è tutto oro ciò che luccica, ma ci si avvicina molto. Alcuni personaggi sono ridotti un po’ troppo a macchietta come la figura di JFK descritto sì come abile stratega oltre che politico, ma con una passione sfrenata, fin troppo, per le donne. Oppure quella del “compagno” Chruščëv, personaggio emblematico, dal carattere debole e allo stesso tempo deciso. Ma è proprio grazie a questi topos che in Follett realtà e finzione si fondono dando vita ad un romanzo, o meglio, ad una trilogia oltremodo piacevole.