Da quando, a fine novembre, Matteo Salvini lo ha nominato suo vice nel consiglio federale della Lega Nord (“insieme al collega ligure Edoardo Rixi, e presto ci sarà un terzo vice segretario federale, di matrice veneta”), Riccardo Molinari ha cominciato a ‘girare come una trottola’ sul territorio non solo piemontese, ed è diventato una presenza fissa dei dibattiti politici in tv, soprattutto in fascia mattutina. “Ma Alessandria e l’alessandrino rimangono il mio baricentro, e anche qui da noi la Lega sta riscuotendo fra la gente consensi crescenti, con una nuova voglia di esserci e partecipare. Merito in primo luogo di Salvini, e delle sue doti di comunicatore, non c’è dubbio: ma anche del fatto che abbiamo contenuti chiari e comprensibili, e posizioni che tanti italiani condividono”. Con Molinari abbiamo fatto una lunga chiacchierata, su temi nazionali (dato il suo nuovo ruolo), ma anche su quel che succede a casa nostra, considerato che da più parti, e non solo nel centro destra, il giovane segretario provinciale della Lega Nord continua ad essere indicato come potenziale futuro sindaco di Alessandria (“ma è davvero troppo presto per parlarne”, sorride lui mettendo le mani avanti).
Segretario Molinari, come è cambiata la sua vita da quando è al fianco di Salvini? Quali sono precisamente i suoi compiti?
Mi sono calato nel nuovo ruolo senza tentennamenti, perché le cose da fare sono così tante che la pianificazione la fai e rifai giorno dopo giorno, anche in relazione agli eventi. Con il collega Edoardo Rixi ci sentiamo quotidianamente (e una telefonata gli arriva anche durante l’intervista, ndr), e presto verrà nominato anche un terzo vice, veneto. Ci sarà anche una ripartizione chiara delle deleghe, e non mi spiacerebbe occuparmi di enti locali. Ma deciderà il segretario: intanto siamo già ‘a pancia sotto’, da un lato sul fronte del rapporto con i media, dall’altro con incontri costanti nelle sezioni, su tutto il territorio, ma con particolare attenzione naturalmente a casa nostra.
Partiamo proprio dai media, e dallo scenario nazionale. Lo dicono i sondaggi, ma soprattutto lo si percepisce parlando con la gente: Salvini ‘funziona’, e all’interno del centro destra la Lega sembra l’unico soggetto davvero propositivo e in crescita. Ma non è che i media di regime hanno deciso di puntare sul Matteo ‘cattivo e politicamente scorretto’ come comoda alternativa al Matteo ‘moderato e perbene’? Insomma: la crescita di Salvini è funzionale al consolidamento di Renzi?
(riflette, ndr) Non so se siano stati fatti calcoli di questo tipo, e da chi. Certamente è un fatto che Salvini mediaticamente funziona, e quindi alla Lega si sta dando uno spazio importante, che per anni ci è stato negato: oppure faceva comodo parlare di noi solo per metterci in cattiva luce. Anche oggi però, a dire il vero, la tendenza sui media nazionali è a darci la parola per dimostrare che le nostre tesi sono sbagliate, o approssimative. Però più ci danno spazio, e più dimostriamo il contrario.
Stiamo sul concreto allora, e parliamo dei punti salienti della vostra proposta: partiamo dall’immigrazione? Leghisti razzisti?
Sì, partiamo volentieri da lì: e dico subito che per i razzisti nella Lega non c’è posto, e che si illude di liquidare così la questione si illude, e finge di ignorare che gran parte degli italiani sono d’accordo con noi. Ossia, Mare Nostrum è stato un’operazione fallimentare, i cui numeri parlano da soli: 150 mila immigrati africani in più in un anno, 10 milioni al mese per le operazioni militari, e un miliardo e 200 milioni, annui, per il mantenimento. Con alle spalle enormi ‘mangerie’ come Mafia Capitale, per intenderci. Noi diciamo, da sempre, no al business e alla speculazione di chi vuole arricchirsi alle spalle di questi disperati: altro che razzismo. Diciamo anche che in Italia devono entrare solo gli stranieri che sono in regola, che vengono richiesti per svolgere attività professionali, e di cui insomma c’è bisogno. Che è esattamente quello che succede in tutto il mondo civilizzato: provate un po’ ad entrare da clandestini negli Stati Uniti, in Canada, in Australia, ma anche in Inghilterra o in Austria, e vedrete che succede. Persino Grecia e Spagna ormai sono alla massima vigilanza e tolleranza zero: perché mai noi soli dobbiamo fare il contrario, per sottrarre al contempo risorse e assistenza agli italiani poveri, che sono ormai purtroppo un numero esorbitante? In Italia il 50% dei giovani è senza lavoro: siamo nelle condizioni di pensare all’Africa? La strada giusta è quella che intraprese Maroni quando era ministro: accordi bilaterali con quei paesi, perché queste persone non partano, o vengano in casi estremi sì soccorse in mare, ma anche immediatamente riportate da dove sono partite. In caso contrario, avremo tra le mani una bomba sociale dalle conseguenze devastanti. Anzi, è già così.
Secondo tema Molinari: fiscalità, e flat tax al 15%: vi danno dei demagoghi, dicono che crollerebbero gli introiti dello Stato….
Mentono sapendo di mentire: in tutti i Paesi in cui si è battuta questa strada, si è avuto un netto aumento degli introiti, perché l’evasione diventerebbe prossima allo zero, e perché decollerebbero i consumi. Naturalmente noi abbiamo un gruppo di esperti, docenti universitari ed economisti, che i conti li hanno fatti e rifatti, e diciamo che l’attuale introito fiscale del Paese con la flat tax, e un adeguato meccanismo di detrazioni e deduzioni, non diminuirebbe per nulla. E, al contempo, con una tassazione al 15% il sommerso non avrebbe più senso, e sarebbe un rischio troppo grande. E gli italiani, trovandosi molte più risorse in tasca, tornerebbero anche a spendere. Oggi invece sono terrorizzati da questo sistema fiscale iniquo e oppressivo, e anche chi i soldi li ha ancora, li tiene immobilizzati, per prudenza e per paura. E poi, non scherziamo. Siamo un Paese in cui a dichiarare più di 200 mila euro lordi è solo lo 0,2% dei contribuenti: e sono quasi tutti dirigenti d’azienda, in attività o in pensione. Il che significa che i ricchi veri oggi le tasse non le pagano, o le pagano all’estero: e ci sono casi eclatanti che tutti conosciamo. Al Pd, è evidente, va bene così: alla Lega no, mi dispiace.
E l’euro? Chi ha un po’ di risparmi (e sono tanti gli italiani che ce li hanno) ha paura che, ad uscirne, perderebbe tutto…
So bene quali sono i timori, e dico infatti che, prima di uscire tout court dall’euro, occorre tentare tutte le strade possibili per riformarlo. Ma oggi qual è la situazione? Prodi e compagni ci portarono in un euro tedesco-centrico, a condizioni di cambio folli. Oggi nel nome del feticcio euro i tedeschi ci stanno strangolando, sostenendo di fatto che l’unica soluzione per i paesi più deboli, come l’Italia, è tagliare i salari, e i servizi essenziali alla cittadinanza, nel nome dell’equilibrio di bilancio. Per cui o si cambia, o si crolla. E finirebbe per crollare anche la Germania. Dubito però che i tedeschi siano disposti a riformare veramente il sistema euro, che oggi è tutto a loro vantaggio. Uscire sarà probabilmente comunque necessario, e inevitabile.
E il federalismo Molinari? Quando in Italia lo propose la Lega sembrava una bestemmia. Poi il centro sinistra ci ‘appese il cappello’, e lo inserì nel proprio programma, come cosa buona e giusta. Da qualche anno però non se ne parla più, e gli enti locali sono stritolati, e in disarmo….
Il federalismo in Italia non è mai stato applicato, questa è la verità. Le regioni del Nord, in particolare, continuano a avere ogni anno una perdita secca di 90 miliardi di euro, che vanno a Roma, e non tornano indietro. C sono state gravi responsabilità di tutti i governi, anche di centro destra, se oggi gli enti locali sono in queste condizioni disperate. Eppure i tagli continuano, e il governo, per preservare le strutture centrali, dice a regioni e comuni ‘se non vi bastano i soldi aumentate le vostre addizionali Irpef”, o peggio ancora aumenta le tasse sulla casa, o addirittura sui terreni incolti di collina, e dice ai sindaci: ‘recuperateli, e sostenetevi con quelli’, tagliando in parallelo i trasferimenti. Siamo alla follia: con l’obbligo di rispettare il patto di stabilità, ci sono comuni del nord che hanno i soldi in cassa, ma non possono spenderli, perché la legge lo impedisce. E senza opere pubbliche si ferma tutto il resto, pensiamo all’edilizia.
Parliamo della ‘rimborsopoli’ della Regione Piemonte, che la vede rinviato a giudizio, come tanti altri ex consiglieri. A che punto siete del processo, e quanto la vicenda viene strumentalizzata?
Posso solo dirle che mi auguro che si faccia chiarezza al più presto, e che mi pare pretestuoso legare un tema vitale per il Paese come il federalismo a vicende marginale come questa, in cui peraltro esistono tante situazioni diverse, in cui mi permetterà di non entrare per ovvie ragioni. Mi auguro che la differenza tra buona fede e abusi emerga: in che tempi, non saprei dirlo, e anche questo per molti potrebbe in effetti rappresentare un problema politico. Vedremo.
Molinari, lei per ora rimane anche segretario provinciale della Lega? Come commenta i rumors che la indicano da più parti come potenziale candidato sindaco di Alessandria?
Per quanto riguarda la segreteria provinciale, decideranno gli iscritti nei prossimi mesi, quando faremo il congresso, credo a fine febbraio. Posso solo dire che in Lega ad Alessandria e in provincia ci sono tante figure valide, in grado sia di sostituirmi, sia di affiancarmi nel caso si decida per la mia riconferma. Certamente il mio impegno per il nostro territorio non verrà meno, in nessun caso. Per quanto riguarda Palazzo Rosso, a meno di eventi clamorosi le elezioni ci saranno nel 2017, quindi è decisamente presto per parlarne. Anche se non nego che certi apprezzamenti mi fanno piacere, e che essere sindaco della propria città è sempre da intendersi come un grande onore. Alessandria, poi, avrà certamente bisogno di svoltare in maniera seria, considerata la situazione in cui si trova attualmente. Ma ne riparleremo con calma, al momento opportuno: per ora davvero gli impegni su tanti fronti non mi mancano, e mi devo concentrare su quelli.
Ettore Grassano