1) Alla scuola paritaria Angelo Custode e scuola materna Don Bosco
Partendo dal ruolo e dal grande contributo offerto dalle scuole paritarie cattoliche nel sistema scolastico italiano che, essendo “paritarie” alle scuole pubbliche, dallo Stato dovrebbero avere per legge lo stesso trattamento economico e di sostegno come avviene in altri paesi. Le due scuole da me citate in questa pagella natalizia, sono le scuole frequentate dai miei tre nipotini: Camilla, Simone, Ivan. Quindi ne conosco i metodi di insegnamento che sono dettati dalla scuola salesiana che legge il messaggio cristiano alla luce dell’esperienza educativa di Don Bosco che sognava i giovani “onesti cittadini, buoni cristiani e futuri abitatori del cielo”, per farli operare da protagonisti nella vita. Nelle due scuole, il profilo e i percorsi formativi, il modello comunitario di educazione, i processi di insegnamento e di apprendimento, come le discipline di studio, il metodo di lavoro didattico, l’ambiente e la vita intera che vi si svolge al loro interno, trovano una corretta comunicazione educativa, mirata alla crescita culturale e professionale. Il tutto è realizzato secondo il sistema preventivo, sistema educativo caratterizzato da allegria, ragionevolezza, cordialità, dialogo, rispetto, precisione nel proprio dovere, amicizia con gli altri, vita di gruppo, socializzazione tra bimbi, i quali, grazie alla possibilità di stare insieme quotidianamente in attività extra didattiche, si educano a bilanciare libertà personale e integrazione con gli altri. Tanti sono i bimbi che ogni mattina varcano la soglia dell’Angelo Custode, lì una suora li accoglie con un sorriso uno ad uno salutandoli chiamandoli per nome, è un piccolo gesto che colpisce e infonde tenerezza e sicurezza.
Voto: 10.
2) A Monsignor Don Ivo Piccinini
In questo special natalizio, un bel 10 lo voglio assegnare al parroco della frazione San Michele: Mons. Don Ivo Piccinini. Don, come mi piace chiamarlo, ho avuto modo di conoscerlo nell’aprile 2000 quando “lottavo” per i diritti delle imprese alluvionate nel ’94. L’alluvione aveva segnato duramente la sua parrocchia e i suoi parrocchiani, quindi lui e la sua radio (RVS – radio voce spazio) si erano incuriositi di questa “casalinga” anomala che nonostante fossero trascorsi sei anni dal tragico evento cercava nella quasi solitudine di aiutare ogni impresa vittima dell’art.3 della Legge 35/95 e altro. Pensavo che fosse il classico parroco pastore di anime, ma sorpresa: Don era ed è di più, molto di più! parroco/sacerdote, difensore, tutore, “agenzia bancaria a fondo perduto”, insomma una specie di “associazione difesa e aiuto disperati” e una “succursale CARITAS”. Già alle ore 12.00 del mattino se un ladro cerca di derubarlo, nelle tasche ci trova un desolante vuoto tant’è che il ladro stesso per pena gli infila una moneta. Quanti poveri bussano alla sua porta “su suggerimento di altri” con la frase: “mi manda il tale…” e su cui sorvoliamo! Don Ivo è il modello di parroco di un tempo, dove la figura del prete era importante nella comunità, una figura rassicurante proprio per la molteplicità di impegno ed intervento. Don plurilaureato, di grande cultura e con una memoria planetaria, nonostante ciò è un uomo molto semplice che sa rapportarsi ad ogni livello di cultura di chi gli si pone davanti senza mettere la persona a disagio. Dice ciò che pensa senza timore referenziale dei cosiddetti “potenti”, che al suo confronto ritengo “zerbini”. E’ amato ma so che è anche criticato, suppongo per pura invidia proprio perché amato.
Voto: 10.
3) Alla Caritas
La Chiesa negli anni della crisi economica, con la Caritas è sempre più impegnata in questa emergenza sociale. Alla povertà nostrana, con una grave situazione mai vista in passato creata dalla mala politica, si sono aggiunti eccessivi sbarchi di veri o presunti rifugiati, creati ad ok (a quanto emerge dalle cronache) allo scopo di guadagno da parte di malavita, di politici compiacenti e di parte dello Stato che a due delinquenti molto riveriti aprivano porte, salotti e cordoni della borsa pubblica. Oggi si comprende il motivo di questo eccessivo “mercato” umano, grazie all’emergere dello scandalo mlavitoso/politico/corrutivo romano: aggiungere povertà e sofferenza alla povertà esistente, incassare denaro, abbandonare al gramo destino i nuovi arrivati e lasciare ad altri la “patata bollente”. In questa situazione, gli accessi giornalieri alla Caritas sono in numero notevole e a questa realtà di carità chiamata a rispondere ad esigenze diverse non arrivano soltanto i senzatetto e immigrati, ma ogni sorta di persone. Dai giovani agli anziani, dalle donne disoccupate agli uomini soli, e dati alla mano dei responsabili i nuovi poveri siamo anche noi. Sempre più spesso lavoratori, disoccupati cronici, imprenditori sul lastrico che per sopravvivere affollano i centri della Caritas e a mezzogiorno si mettono in coda per un pasto alla mensa dei poveri, nella più totale indifferenza delle istituzioni e di chi ci governa. Vista la situazione creata per ingordigia di alcuni per non dire molti, i denari e i beni che i corruttori e i corrotti forse dovranno restituire vorremmo fossero dati a chi oggi deve sostenere e nutrire le vittime del malaffare condiviso e autorizzato. 91 euro per un minore e 38 euro per un adulto al giorno che lo Stato o chi per esso elargiva a quel “mondo di mezzo e larghe intese”: tali somme le si assegni alle Caritas che oggi sono l’unica garanzia.
Voto: 10.