In questo periodo, a Torino come nei miei territori d’origine, ciò che più mi ha lasciato perplesso è stato l’atteggiamento della minoranza, Forza Italia e Lega in primis, che probabilmente pensano che noi tutti veniamo dalla Luna. Nelle loro critiche non vi è mai alcun cenno alla situazione disastrosa in cui hanno lasciato i conti della Regione, sulla confusione che hanno avuto sul tema sanitario – hanno cambiato tre assessori in quattro anni – e sul fatto che è stato proprio Cota a chiudere i punti nascita di Tortona ed Acqui, guarda caso gli ospedali che sarebbero oggi più penalizzati dal riordino della rete ospedaliera.
A questo proposito è importante usare bene le parole: quello in discussione è un riordino e ci tengo a precisarlo. Gli ospedali di Acqui e Tortona non chiuderanno, dire il contrario è sbagliato e rischia di creare un allarmismo fuori luogo dato che si parla della salute delle persone.
Le mie perplessità sono soprattutto legate alla poca condivisione rispetto ai territori. Perché è inutile negare che nella situazione economica della nostra Regione sia prioritario mettere i conti in ordine ma si deve anche migliorare l’offerta sanitaria del Piemonte: è una sfida impegnativa e deve essere affrontata con coraggio, ma anche con saggezza; e aggiungo con la maggior condivisione possibile, in particolare con i cittadini.
Nello specifico, poi, il rischio è che l’ospedale di Alessandria, oggi in una situazione, logistica ed organizzativa precaria, subisca forti contraccolpi non positivi: c’è infatti un problema strutturale e di sovraccarico, specie di quelle attività di base che, in forte aumento, provocherebbero una diminuzione qualitativa delle attività specialistiche.
Al termine del mio intervento in aula ho anche fatto una proposta che, a saldi invariati consenta di mantenere ad Acqui e a Tortona, oltre alle strutture di Medicina, Chirurgia ed Ortopedia, anche una struttura semplice di Cardiologia, agganciata all’Ospedale di Alessandria, e un numero di letti congruo di Terapia intensiva e sub intensiva cardio-respiratoria e post chirurgica.
La mia proposta interessa l’intero territorio pronvinciale, ritengo infatti sia inutile e controproducente ragionare per piccoli territori, porterebbe – a saldi invariati – ad un risparmio di 10 strutture complesse sostituite con 7 semplici, aumentando, rispetto a quanto previsto dalla Delibera di Giunta, una maggior efficienza nelle risposte alla domanda di salute dei cittadini. A saldi invariati, riusciamo a portare più strutture verso i cittadini con un risparmio di spostamenti degli stessi verso i grandi centri.
In chiusura, ritengo particolarmente utile aver agito al fine di far incontrare le delegazioni di sindaci del tortonese e dell’acquese arrivati a Torino durante il dibattito in Consiglio regionale. Le posizioni in campo sono note e differiscono specie nel merito. Ciò che è più importante sono i risultati a cui si è arrivati: il Presidente della Regione Chiamparino e l’Assessore alla Sanità, Saitta, hanno convenuto di aprire un tavolo di lavoro, con visite dei tecnici regionali sui territori, al fine di valutare le reali condizioni dei nostri ospedali e per recepire alcune proposte. In seguito si verificherà la possibilità di intervenire sull’offerta dei servizi sanitari per renderli più coerenti con le reali necessità dei cittadini.
Walter Ottria
consigliere regionale PD