Sono in discussione in queste settimane due iniziative legislative particolarmente
gravi del governo Renzi, comunemente note come Jobs act e Sblocca Italia.
Sono leggi molto gravi perché, dietro alle parole, alle dichiarazioni rassicuranti e alle
promesse di effetti benefici sull’occupazione, nascondono un obiettivo molto chiaro: ridurre
drasticamente i diritti dei lavoratori e la solidarietà sul lavoro e, nel caso dello “Sblocca
Italia”, lasciare mano libera senza vincoli all’iniziativa dei privati infischiandosene della tutela del territorio.
”Il Jobs act accrescerà l’occupazione e ed estenderà i diritti del lavoro”, ci dicono Renzi e il suo governo. Ma è vero l’esatto contrario. In primo luogo la nuova legge eliminerà di fatto i contratti nazionali che hanno garantito la quota salari sul Pil: i recenti accordi peggiorativi dei contratti nazionali (non firmati dalla CGIL) hanno già ridotto la quota dei salari rispetto al Pil del 7 per cento (in pratica cento miliardi che ogni anno anziché ai lavoratori vanno alle imprese) e con il Jobs act sarà ancora peggio: “In fondo, questo è uno degli scopi del Jobs Act, anche se non si legge in chiaro nel testo”, ha dichiarato il sociologo ed economista Luciano Gallino.
Ma il Jobs act non si ferma qui: la maggior facilità di licenziare, la conferma di mille
forme di precariato, l’abbassamento generalizzato di ogni forma di tutela, sono gli effetti
“collaterali” di una legge che non garantisce nulla in termini di occupazione e delega al
governo decreti attuativi in bianco che nessuno conosce.
Con la stessa logica si muove lo Sblocca Italia: a cominciare da qualche norma apparentemente secondaria, come quella che proroga le concessioni autostradali senza bisogno di alcuna gara (sarà contento il nostro concittadino Palenzona, insieme alla famiglia Benetton), la logica del provvedimento è il contrario di quello che dice: nessuna tutela del paesaggio, del territorio e dei beni comuni, ma mano libera a costruttori, gestori delle infrastrutture e a chiunque voglia privatizzare e utilizzare per qualsiasi scopo i beni pubblici, materiali e immateriali: Tutto questo spacciando l’assenza di vincoli come necessaria per rilanciare l’occupazione: obiettivo sul quale non vi è alcuna ragionevole certezza, mentre è certo l’aumento esponenziale del degrado del territorio in una nazione dove ogni volta che piove si allagano centri abitati grandi e piccoli.
Senza contare che, come si legge nell’ebook Rottama Italia (lo si può scaricare
gratuitamente dal sito www.altraeconomia.it), “Le privatizzazioni si sono accompagnate a
un brusco aumento della disuguaglianza”,. E che in Italia e in Occidente, “la stessa agenda
della privatizzazione e liberalizzazione ha fatto confluire rendite elevate nelle mani di chi
usava la propria influenza politica per portarla avanti” (Joseph Stiglitz) ovvero si è
accompagnata a un aumento esponenziale di tangenti e illegalità.
Per discutere di tutto questo il comitato L’ALTRA EUROPA della provincia di Alessandria organizza un dibattito dal titolo Jobs act, Sblocca Italia: lavoro e territorio senza tutele, a cui partecipano Domenico Finiguerra, ambientalista e blogger, Piergiovanni Alleva, Ordinario di diritto del lavoro, Tonino Paparatto, Segretario della Camera del Lavoro di Alessandria, Mirko Oliaro, Segretario FIOM della Provincia di Alessandria e Maria Pia Pizzolante, portavoce della rete nazionale TILT .
L’appuntamento è per mercoledì 3 dicembre alle ore 21 alla Camera del Lavoro, Via Cavour 27 – ALESSANDRIA
——————————————————-
Domenico Finiguerra, ambientalista e blogger
Già sindaco di Cassinetta di Lugagnano dal 2002 al 2012, piccolo paese della provincia di Milano adagiato sulle sponde del Naviglio Grande. Partecipa alla rete dei Comuni Virtuosi, dei Comuni Solidali e al Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune”. E’ membro dell’Associazione Internazionale Mayor for Peace. E’ promotore della Campagna Nazionale “Stop al consumo di Territorio”. E’ stato candidato alle Europee nella Lista L’Altra Europa con Tsipras.
Piergiovanni Alleva, Professore ordinario di diritto del lavoro.
Ha insegnato nelle università di Bologna e Ancona. E’ autore di dove ha pubblicato una rilevante mole di numerosi articoli e saggi giuridici. Già consigliere CNEL e componente di diverse commissioni ministeriali. Già responsabile della consulta giuridica della CGIL, organismo di cui si avvale il Sindacato composto da 40 giuslavoristi italiani. Ha sostenuto la FIOM in Corte Costituzionale in qualità di esperto giurista del lavoro, collabora con alcuni dei quotidiani nazionali vicini alla sinistra politica.