È un personaggio decisamente interessante e divertente, con tante storie da raccontare. ‘Lo scommettitore’ è il libro che ha presentato pochi mesi fa al pubblico, ancora in promozione, ma sta già accarezzando con soddisfazione la copertina del suo ultimo lavoro: un saggio filosofico sul potere della risata. Ha trentotto anni e sono davvero molte le esperienze che ha vissuto, a partire dal lavoro. A soli ventuno anni entra in Polizia, nel frattempo si cimenta nella stesura del suo primo libro che termina circa tre o quattro anni dopo. Nove anni dopo trova un editore disposto a pubblicarlo e da lì non ha più smesso di scrivere, anzi ad un certo punto ha deciso di farlo a tempo pieno. Pierluigi Straneo, in arte Pee Gee Daniel.
Perché hai lasciato la Polizia?
Ho fatto due anni nella celere (reparto mobile). Certe esperienze ‘metropolitane’ avrei potuto viverle solo da poliziotto o da delinquente, dato che non avevo il coraggio di fare il delinquente, anche se si guadagna di più, ho preferito stare dalla parte delle ‘guardie’ – racconta con un sorriso ironico. Da Torino sono stato trasferito in altri posti, fino ad arrivare a Varese dove svolgevo mansioni d’ufficio … purtroppo ormai il film era finito, non vivevo più quelle esperienze che stimolavano la mia creatività e così ho abbandonato. Ma non è l’unico lavoro che ho fatto. Ho lavorato dai miei genitori, che avevano una ditta di dolciumi, come contabile e rappresentante. Dopo l’esperienza in polizia ho lavorato nelle sale da gioco, come bibliotecario a Valenza, sono stato responsabile della sala giochi dell’UCI Cinema di Spinetta, ecc.
Il tuo cognome è Straneo, parente di Valeria?
No, non siamo parenti. Penso che gli Straneo provengano tutti da uno stesso ceppo, ma apparteniamo a famiglie distinte.
Perché hai scelto di usare uno pseudonimo?
Per non far vergognare i parenti – afferma ironico. In realtà ho deciso di celarmi dietro ad uno pseudonimo per distinguere lo scrittore che distilla e crea dalla persona che vedi tutti i giorni, che conosci nella sua quotidianità. Anche se, nel tempo, mi sono ricreduto, un parassita nella vita lo è anche come scrittore. Avevo la concezione che lo scrittore potesse essere meglio della persona in cui vive, in cui abita, ma ti ripeto mi sono ricreduto osservando alcuni colleghi.
Pee Gee è riconducibile al tuo nome, Pier Luigi, ma Daniel?
Quando cercavo questo pseudonimo non mi veniva in mente la seconda parte del nome. Osservando una bottiglia di Jack Daniel’s ho avuto l’ispirazione … ho pensato se ci sono Eros Ramazzotti e Mia Martini perché non può esistere anche un Pee Gee Daniel?
Quando hai iniziato a scrivere?
Diciamo da un po’ di tempo. Quando frequentavo il liceo classico fui premiato da Umberto Eco. Scrivere mi rende felice, infatti in concomitanza con la pubblicazione del primo libro ho lasciato il lavoro presso una sala scommesse di Asti: il mio contratto era in scadenza e decisi di non farlo rinnovare per dedicare tutto il mio tempo alla mia vera passione. Mi sono anche cimentato con testi teatrali e con il libretto di un musical. Una bella esperienza quest’ultima, grazie alla quale conobbi Zuffanti, il musicista con cui collaboro tuttora. Sto scrivendo per lui i testi di alcune melodie che ha composto. Ne ho già fatti sette di dieci. Sono testi che parlano d’amore e ci sono anche delle ninna nanne. Ti confesso che parlare d’amore in una canzone non è affatto cosa facile, è già stato detto tutto o quasi e, se non vuoi essere banale, ti devi inventare più cose che se parlassi di un assassinio … Lo stile evoca Fleur di Battiato.
Quanti libri hai pubblicato?
Al momento sono cinque (anche se ho già alcuni lavori pronti da pubblicare con contratto già firmato):
il primo è Gigi il Bastardo (& le sue 5 morti). Un lavoro sperimentale … Ci ho impiegato più di dieci anni a trovare un editore. Nasce dalle esperienze torinesi di quando facevo il poliziotto, ma non parla di vicende poliziesche, bensì di storie di strada. Il protagonista, alla ricerca della donna perduta, vive una sorta di via crucis, tra quartieri degradati e altri upperclass, nella notte torinese..
Il secondo è un ebook, si intitola Phenomenorama, è un horror con trama gialla su veri e propri fenomeni da baraccone.
Il terzo ‘Il politico’ è stato pubblicato una prima vota da Qulture, ma poi questa casa editrice ha chiuso e così è stato ripubblicato da Golena. Narra le vicende di un idiota privo di ogni intelligenza emotiva o speculativa che, per varie coincidenze, riesce a fare una bella carriera fino a diventare deputato. È una storia grottesca e satirica con scene abbastanza dure e forti.
Il quarto è ‘Lo scommettitore’. Ci sono spunti autobiografici, come per il primo libro del resto, di vicende osservate nelle sale da gioco, ma in chiave comica, ironica: già dal titolo è la parodia del Giocatore di Dostoevskij.
Il quinto e ultimo libro (‘Il riso e il comico – Un excursus filosofico’), pubblicato da poco, si rifà alla mia tesi di laurea rivisitata. È un saggio di filosofia e indaga su cosa fa davvero ridere, tendenzialmente ridiamo di ciò che è tragico.
Come mai un saggio filosofico?
Mentre lavoravo, ho frequentato la facoltà di Filosofia a Torino, mi sono laureato nel 2010 con una tesi in filosofia con il prof. Klein come relatore. Lui soleva dire: ‘non fidatevi di chi non ride mai, è sicuramente un cretino!’. Quella frase mi ha ispirato l’argomento della tesi e poi questo saggio …
Cosa provi quando scrivi?
Una gioia immensa. Ci sono momenti in cui arrivo col fiato corto, ma scrivere un romanzo ti dà una gioia empia … neanche tanto quando scrivi, ma quando lo fai e, mentre rileggi, ti piace ciò hai scritto. È una lotta con la ‘musa’, ma poi è una soddisfazione unica. Pensa che al termine di un romanzo di solito ho un calo depressivo post scrittura …
Tieni qualche laboratorio di scrittura?
No, non credo molto nei laboratori che insegnano a scrivere. In ‘On Writing: Autobiografia di un mestiere’ Stephen King spiega che per fare lo scrittore è necessario ‘scrivere molto e leggere molto’, secondo me si è dimenticato di aggiungere ‘vivere molto’. Nei laboratori si tende a tarpare il talento in virtù delle tecniche, si tende a limitare o addirittura negare ogni invenzione nuova. Con queste tecniche si autocensura, si incasella…
Cosa ti piace più scrivere?
In assoluto i romanzi, anche se di solito sono i più difficili da scrivere. Alcune volte hai chiaro come saranno l’inizio e la fine, ma non come si svilupperà la trama; altre volte ce l’hai già in testa, per cui va da sé … Così, per esempio, è successo per ‘Il politico’, l’ho scritto praticamente in due mesi, addirittura in contemporanea con un altro libro che a breve sarà pubblicato. Quando non avevo voglia di lavorare su uno andavo avanti con l’altro. Invece per ‘Lo scommettitore’ avevo preso appunti a ‘spizzichi e bocconi’ quando lavoravo nelle sale da gioco e poi l’ho scritto abbastanza velocemente. Collaboro con alcune riviste tra cui, ‘Maintenant’e ‘Rivista! Una specie’ con cadenza fissa, alcune volte scrivo su Bizzarro Bazar e Salone del Lutto.
Prossimi lavori in uscita?
Tra poco usciranno: un romanzo breve (ho già firmato il contratto con la casa editrice). Si intitola ‘Ingrid e Riccione’; un ebook: ‘Il lungo sentiero dei mattoni dorati’; un racconto ‘Sulle tracce della ci**gna voltaica’.
In cantiere c’è un altro libro per cui ho già deciso il titolo, resta solo da scrivere – dice sorridendo – ‘La morte di Pan’. Per far dormire mio figlio Michelangelo gli leggo la mitologia greca e mi sono ispirato …
Lo hai chiamato con un nome importante …
In realtà volevo chiamarlo Elvis, ma poi ho pensato che, con la S finale del nome e l’iniziale del cognome, se hai un difetto di pronuncia ‘Elvis Straneo’ diventa difficile da pronunciare …
Libro, autore e cantante preferito?
Libro preferito: Moby Dick. Autore preferito: Gadda. Mentre ciò che mi ha fatto capire cosa sarebbe stata la scrittura per me è stato leggendo ‘Guerrin meschino’ di Gesualdo Bufalino, con cui ho intrattenuto anche un rapporto epistolare. Aggiungo Elvis, unico mio Dio, e come cantautore mi piace molto Battiato (quando le canzoni le scriveva lui).
Potrete conoscere personalmente Pee Gee Daniel stasera (giovedì 27 novembre) alle 21.15 a ‘Librinpista’ (Via Pacinotti 17 – Alessandria c/o Parrocchia Madonna del Suffragio) dove presenterà ‘Lo scommettitore’ (Edizioni Leucotea).
Di seguito una mini recensione:
“Giulio Sterna è un giovane laureato alla ricerca disperata di un’occupazione perché la sua compagna è incinta. Ed è così che tra mille peripezie, tra un’agenzia interinale e l’altra, riesce finalmente a trovare lavoro in un’agenzia di scommesse e slot – machine, ma le sue disavventure non finiranno lì. Con ‘Lo scommettitore’, l’autore ci offre uno squarcio disincantato sul mondo del lavoro in Italia oggi, con una sapiente chiave di lettura ironica e divertente”.
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