Ravetti: “Nel 2015 non si voterà: è tempo di riforme, non di elezioni”. A gennaio la nuova segreteria provinciale del Pd

Ravetti 11Per qualche settimana ancora, Mimmo Ravetti sarà uno e trino: consigliere regionale del Pd, presidente della commissione Sanità (come a dire lo snodo di molte delle criticità oggi sul tappeto), e anche segretario provinciale del Partito Democratico alessandrino, in attesa che l’Assemblea scelga, il prossimo 23 o 24 gennaio, i nuovi vertici locali. Per l’ex sindaco di Castellazzo Bormida ogni giornata, in questo periodo, è ‘di fuoco’, e non mancano critiche e accuse, come quella di essere un ‘coniglio mannaro’ (definizione creata tanti anni fa da Giampaolo Pansa per Arnaldo Forlani, esponente di punta della Democrazia Cristiana) lanciatagli di recente dal sindaco di Acqui Terme, Bertero. “Non è questo però il linguaggio della politica’, sorride Ravetti, che aggiunge: “viviamo un’epoca di profondo cambiamento, imposto dalla crisi in corso: ma è un cambiamento da vivere attraverso il confronto costante, a cui non ci dobbiamo sottrarre. Sto facendo più incontri che posso, sul territorio: per spiegare ma soprattutto per ascoltare e capire: sabato prossimo, 6 dicembre, parteciperò alla ex Taglieria del Pelo di Alessandria ad un dibattito pubblico con i principali esponenti della nuova politica di casa nostra, organizzato da Adesso! Alessandria: spero sia un’iniziativa utile, proprio perché assolutamente non di parte, ma finalizzata al confronto”.

Intanto però non manca chi ‘punzecchia’ Mimmo Ravetti anche sul fronte delle nomine Atc: alcuni esponenti del centro sinistra (tra cui l’assessore comunale Mauro Cattaneo e il presidente del Cissaca Mauro Buzzi) non hanno gran che apprezzato la scelta di affidare la presidenza del nuovo Atc ‘pluriprovinciale’ (Alessandria, Asti, Cuneo) ad un tortonese come l’avvocato Marco Balossino, anziché ad un alessandrino doc, a fronte della vera e propria emergenza abitativa che si sta vivendo nel capoluogo. Incontriamo Ravetti la mattina presto, prima della sua partenza per Torino: e proviamo a farci raccontare, concretamente, a che punto stanno le cose in Regione, ma anche a discutere del futuro del Pd, e della politica.

 

Partiamo dalla sanità alessandrina presidente Ravetti, nell’occhio del ciclone:Medico primo piano cosa succederà ora, concretamente?
La riorganizzazione della sanità regionale, vorrei che fosse chiaro, non è un vezzo di Chiamparino, o di qualcun altro, ma la conseguenza di un processo e di una serie di scelte, obbligate da parametri economici stringenti, che noi abbiamo ereditato. Oggi la nostra proposta, che consente di riportare i costi della sanità regionale all’interno dei parametri ministeriali, è all’esame del cosiddetto Tavolo Massicci, a Roma. E entro qualche settimana riceveremo la risposta definitiva, che però credo sarà positiva.

A quel punto si procederà subito, a casa nostra, con il ridimensionamento delle strutture ospedaliere di Tortona ed Acqui Terme?
Non è un ridimensionamento: si tratta di riorganizzare una serie di attività e prestazioni, senza però abbassare la qualità delle prestazioni complessivamente erogate ai cittadini. Certamente nel quadrante Alessandria Asti rimane un solo hub di riferimento, che è Alessandria, mentre Asti, Novi e Casale mantengono invariate le loro prerogative attuali, così come Ovada. Su Tortona e Acqui capisco pienamente le proteste dei territori, ma ripeto: quella di oggi è la conclusione di un percorso avviato nel tempo, frutto di decisioni prese a monte. In ogni caso, i tempi della riorganizzazione operativa sono triennali, e non ci saranno traumi.

Sindaci tortoneseCome segretario del Pd, ha sentito i sindaci del tortonese che hanno restituito la tessera del partito?
Li sento tutti i giorni, il confronto è costante. In realtà hanno consegnato le tessere al tesoriere, ma mi auguro che si tratti di un gesto simbolico, e che ci ripensino. Soprattutto, oggi è più che mai indispensabile che svolgano al meglio il loro ruolo di amministratori, e che siano per la regione interlocutori diretti e preziosi. Insomma, parliamoci chiaro: siamo di fronte ad uno scenario tale, non solo ad Alessandria o a Torino, ma in tutto il Paese, da necessitare di una stagione di riforme vere, non più procrastinabili. Non è tempo di conservazione dell’esistente, e per quanto mi riguarda voglio dirlo con nettezza: non sarò al fianco di Chiamparino a Torino, e contro sui territori. La strada intrapresa dalla Regione è quella giusta, e dobbiamo andare avanti.

Parliamo pure di riforme, consigliere Ravetti: non ha l’impressione che finora ilRenzi Matteo 15 Governo Renzi le abbia in diversi casi più annunciate che realizzate, lasciando appunto ‘le patate bollenti’ in mano ai territori? Non c’è il rischio di smontare l’esistente (certamente tutt’altro che perfetto), senza sostituirlo con niente?
Le riforme vanno fatte, ne abbiamo una necessità assoluta. Naturalmente vanno fatte, con razionalità e nella giusta direzione. A mio avviso eliminare le Province è stato un errore: l’ho sempre sostenuto, e ora vedo che anche chi, come Fassino, all’interno del Pd la pensava diversamente sembra aver cambiato idea. Lo stesso vale per i comuni: come si può ignorare che l’Italia (e il Piemonte in particolare) ha sempre avuto il suo fondamento nelle municipalità? Da ex sindaco, con orgoglio, sostengo che molto del buono nel nostro Paese sta lì, nelle piccole comunità: e non si può maltrattarle o lasciarle nell’incertezza più assoluta.

Urne deserteSolo una settimana fa, il premier Renzi ha archiviato l’astensionismo record (il 63% degli elettori ha scelto di non votare) come problema secondario: basta vincere dunque?
No, non sono d’accordo: in Emilia Romagna ha perso la politica, tutta quanta. E forse anche le scelte del Pd regionale, oltre naturalmente alla questione indagati, non hanno aiutato gli elettori a crederci. No, vincere non basta: l’incontro di sabato mattina alla ex Taglieria del Pelo, organizzato da Adesso! Alessandria, vuol essere un momento di confronto pubblico tra diversi giovani esponenti politici del territorio, in maniera assolutamente trasversale, sul tema del cambiamento. Solo il dialogo e la trasparenza possono aiutarci a ricomporre la frattura tra politica e società. E dobbiamo farlo, assolutamente.

Ravetti, nel 2015 si andrà al voto politico?
Non credo: questo è tempo di riforme, non di elezioni. Il governo Renzi deve procedere con forza e determinazione, realizzando quanto annunciato, e a mio avviso mostrando una maggior capacità di concertazione e confronto con le parti sociali. Tra le riforme essenziali, peraltro, c’è la questione delle fragilità sociali, che richiede risposte rapide. E di sinistra. Ossia i deboli (siano essi anziani, ammalati, portatori di handicap di varia natura, o disoccupati espulsi dal mondo del lavoro, o neanche mai entrati) devono trovare nelle politiche governative una risposta adeguata, perché ci sono ovunque situazioni ormai drammatiche, e insostenibili.

Ma lei cosa pensa di una ‘cosa rossa’ che potrebbe nascere a sinistra del Pd, sulTsipras modello di Syriza in Grecia o Podemos in Spagna?
Le rispondo in maniera netta: il Pd (proprio con Renzi, tra l’altro) è entrato a far parte a pieno titolo del PSE, e non credo che si sia spazio, alla sua sinistra, per la nascita di uno schieramento elettoralmente significativo. Naturalmente a condizione di saper rispondere ai bisogni che arrivano dalla società, e di ascoltarne ogni segnale, a partire da quelli di disagio. E anche di saper dare segnali forti rispetto a certi ‘sepolcri imbiancati’ che continuano a voler condizionare la vita del Paese.

Pd 3A gennaio 2015 gli 89 membri dell’assemblea provinciale del Pd sceglieranno il nuovo segretario provinciale, suo successore. Al momento in corsa sembrano esserci Daniele Coloris e Claudio Scaglia. Come finirà?
Questo non lo so. Posso dirle che il regolamento che dovremmo votate proprio stasera (lunedì 1 dicembre, ndr) prevederà che per candidarsi siano necessaria la firma di almeno 10 membri dell’assemblea, e di tre segretari di circolo. Personalmente auspico che si trovi una candidatura ampia e unitaria, anche perché non vedo davvero, ad oggi, temi o scelte politiche sostanziali rispetto alle quali dividerci. Anzi, ci attendono sfide importanti, da affrontare con la massima unità.

Ettore Grassano