Non vota più nessuno, o meglio QUASI nessuno. Che bel regalo per il potere, che stupidaggine per il popolo, che tristezza per la civiltà.
L’arma più potente del cittadino riposta in una cassetto, proprio nel momento in cui l’utilizzo poteva dare buoni risultati.
Non riesco comunque a biasimare questa “maggioranza silenziosa” da sempre delusa e spesso tradita ma che in ogni caso non giudico e tantomeno mi permetto di offenderla. Arrivo dalla patria della democrazia, la “democrazia ateniese” un vero e proprio punto di partenza, i cittadini proponevano e un esecutivo sempre scelto dalla popolazione decideva.
Ops….ma questo è (o era?) il movimento 5 stelle, certo più o meno, ma quanta somiglianza. Sentivo parlare di questo movimento e mi sono documentato,”DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA” o “DAL BASSO”, i prescelti a rappresentare il popolo si chiamano (o chiamavano?) PORTAVOCE. Tutto molto bello, una boccata di democrazia e speranza. Le cose andavano benone, ai cittadini quest’idea piaceva, gente comune proponeva, si parlava il linguaggio della strada, ci si occupava di problemi reali e prendevano voti, tanti voti, sempre di più, ma un giorno una brusca frenata e dopo alcuni mesi un clamoroso stop, addirittura fuori dal parlamento della regione Calabria.
Cos’è accaduto? Semplice, troppo tutto. Del vostro tempo inizio ad amare molto la musica e ascoltando un tal Andrea Mingardi ho scoperto una frase che a mio avviso ben si adatta a spiegare l’involuzione del movimento. Diceva così: IO SONO CONTRO,VADO CONTRO TUTTO, E’ STATO UN TRENO CHE MI HA RESO BRUTTO. Quando l’ironia si incrocia con la verità.
5 stelle gli eletti, tutto il resto del mondo i cattivi. La presunzione di non dover mai interloquire con nessuno, le idee degli altri sono sempre sbagliate, noi tutti onesti loro tutti ladri, vinciamonoi, 51%, le piazze piene (e le urne vuote), niente giornali, niente tv, la rete sovrana, nessun organigramma, uno vale uno (esattamente come i voti…), giornalisti nemici…insomma tra tutte queste prese di posizione qualche cazzata l’avrete pur fatta, qualche gionalista serio esisterà, qualche pirla ci sarà anche nel movimento. Da osservatore spero proprio che questo bel sogno non svanisca, aveva smosso le coscienze, la gente era tornata ad uscire di casa per “ascoltare”, le idee erano buone. Non sprecate tutto, siate umili e ricordatevi le parole di chi la rivoluzione l’ha fatta prima di voi: “l’arte di vincere si impara nelle sconfitte” (Simon Bolivar).
Iniziare ad ammettere la sconfitta sarebbe già un buon inizio.
Diogene “il cane”