Ci sono molti modi di vivere i periodi di difficoltà.
Ci sono anche differenti livelli di percezione delle difficoltà.
Fatto sta che non passa giorno senza notare segnali apparentemente senza significato che in realtà nascondono disagi, malesseri, problemi.
In una parola la crisi.
M. ha meno di trent’anni.
È carina e il suo nuovo lavoretto part-time le permette di comprare un nuovo cappotto senza dover pesare su sua madre; quello che ha indosso non regge più sul colletto e sulle maniche e M. deve essere presentabile col datore ed i colleghi.
Entra quindi ai grandi magazzini, si dirige verso il reparto abbigliamento.
Passa in rassegna non i diversi modelli, ma i cartellini dei prezzi.
“Questo ha lo sconto migliore” pensa.
Lo prova con entusiasmo, subito smorzato dal colore e dalla vestibilità.
Non è per lei ma purtroppo non riesce a sostenere una spesa superiore.
“Vorrà dire che potrà metterlo anche mamma, a lei piacerà certamente”, passa in cassa e sorridendo se ne va.
Ho incontrato questa giovane donna proprio stamattina.
Non conoscendola ho immaginato che M. fosse l’iniziale del suo nome, un nome che le calza meglio del cappotto nuovo.
Stamattina ho pensato a quanti di noi facciano acquisti nei centri commerciali partendo dal cartellino del prezzo e non dalle esigenze reali.
Forse è una considerazione che resterà mia; se è così ne sono davvero lieto.
Il fatto è che stamattina uscendo dal centro commerciale mi sono sentito osservato da qualcuno che mi guardava con l’occhio con cui io ho guardato M.
Suggestione.
Oppure i segnali della crisi che avanza.