Delrio e la democrazia veloce [Controvento]

Delrio nuovadi Ettore Grassano

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto per i sindaci e per le comunità del territorio, dopo la visita pastorale di ieri del sottosegretario Delrio?

Lo scopriremo probabilmente soltanto nei prossimi giorni e settimane, man mano che le enunciazioni del numero 2 del premier Renzi prenderanno forma e sostanza in provvedimenti normativi e legislativi, dentro e fuori dalla Legge di Stabilità 2015.

Per ora alcune doverose annotazioni, e domande:

– Non ha senso fare conferenze stampa ‘enunciative’, telegrafiche e di corsa, escludendo i media dagli incontri con gli amministratori del territorio. Sarà pure questo un segno di democrazia veloce, essenziale e senza intoppi, in cui poi si affida a twitter o ad alcune veline nazionali compiacenti il compito di ‘stordire’ e ‘intortare’ il pueblo. Peraltro già non lucidissimo di suo. Ma a noi che siamo demodè e provinciali lo stile Renzi-Delrio comincia davvero a stare fortemente ‘sui maroni’ (e non è pubblicità leghista subliminale: semplicemente abbiamo la sensazione che il tempo del confronto, per questi signori, non esista mai: né nel Parlamento, né nel Paese).

– Nello specifico: se in Liguria già si parla di un miliardo di euro di danni alluvionali, attendiamo una quantificazione complessiva anche per la nostra Provincia. Ma abbiamo l’impressione che, se si fa il conto non solo dei danni causati dalle esondazioni in senso stretto, ma della situazione anche pregressa di strade e frane, nonchè dei danni ad aziende e privati (ma non è mica chiaro se a loro qualcuno ci stia pensando), si rimane sotto il miliardino, ma neanche di tanto. A fronte di ciò, i sindaci (in primis quello di Alessandria, ma anche presidente della Provincia, Rita Rossa), hanno chiesto l’immediato riconoscimento dello stato di emergenza e calamità naturale, e per conseguenza seri investimenti infrastrutturali, per fare in modo che, ad ogni prossima pioggia o nevicata (perchè in autunno e in primavera dalle nostre parti piove cari miei, e in inverno in genere nevica: è così, anche nell’era renziana, e dobbiamo farcene una ragione!) non si debba per forza e incondizionatamente proclamare emergenze, e fare la conta di morti, feriti e danni permanenti.

Delrio in sostanza dice:

– nella legge di stabilità ci saranno 3 miliardi di euro di prestiti a tasso zero per le calamità naturali. Ma, a parte che 3 miliardi per tutto il Paese non sono sufficienti (o sono solo per questo giro alluvionale ligure-piemontese? Difficile), rimane il fatto che parliamo sempre e comunque (come per il dissesto del Comune di Alessandria, non dimentichiamocelo) di soldi che le comunità, ergo i cittadini, dovranno restituire.

– nel 2015 i comuni colpiti da calamità naturale potranno sforare il patto di stabilità, ma solo per spese su quel fronte, del 70%. Ah, beh, si beh; ma poi anche qui ci spiegheranno meglio cosa vuol dire, in soldoni? E già ieri, su due piedi, un autorevole sindaco del territorio rifletteva ad alta voce e diceva: “questo nel 2015: ma ora? Se io approvo provvedimenti urgenti nel 2014 vale questa norma, oppure no?” Urge tweet governativo di chiarimento!

– Questione Terzo Valico, da noi per nulla marginale. I senatori piemontesi del Pd chiedono che una parte delle risorse stanziate per la ‘grande opera’ siano utilizzati per il ripristino di un territorio semplicemente a brandelli. E i 5 Stelle dicono: “ora ci danno ragione”. Ma sono certi, gli uni e gli altri, che quei soldi, in buona parte frutto di cofinanziamenti europei, possano essere dirottati a piacimento sul territorio?
Delrio sul tema è stato evasivo-elusivo, “vedremo in base alla documentazione che verrà presentata da Regione e Province”. L’impressione è che, su questo fronte, nel Partitone ci siano sensibilità contrapposte, diciamo così. E poche storie: trattandosi di un business enorme, giova che ci sia un monitoraggio davvero forte (ma da parte di chi, se il dialogo vero si fa a porte chiuse, e solo inter pares?).

Conclusione simile a quella di ieri sulla sanità (che peraltro ieri a Torino ha vissuto altra giornata incandescente): coperta cortissima, risorse scarse, ma anche forti appetiti e scarsa propensione al dialogo con i territori. In arrivo un 2015 da brivido. E intanto, dopo i banchi di nebbia previsti per i prossimi giorni, vedremo che succederà alla prima vera nevicata. Tutti chiusi in casa fino a primavera?