“Come ti sembra oggi Pechino? Insomma, voglio dire, pensi che la città dal 2009 sia cambiata?”
“Innanzitutto la città ha edificato nuovi palazzi, in secondo luogo ho notato piccoli quartieri ripristinati, rinnovati con locali all’occidentale come caffetterie e birrerie.”
Ebbene sì. Pechino, come del resto tutta la Cina, è un treno ad alta velocità.
L’economia cinese è cresciuta del 7,3% nel terzo trimestre del 2014, mantenendo un ritmo costante che la porta al nono mese a un leggero rialzo del 7,4%.
“Il Pil è cresciuto in maniera lento ma costante. Da gennaio a settembre sono stati creati più di 10 milioni di posti di lavoro in diverse aree urbane” ha detto Sheng Laiyun, portavoce dell’ufficio nazionale delle statistiche (NBS).
Basti pensare alle enormi costruzioni che sono in via di sviluppo in tutta la Cina.
La commissione nazionale per le riforme e lo sviluppo ha approvato il progetto che vede un investimento pari a 150 bilioni di yuan (24.4 bilioni di dollari) per la costruzione di 5 nuovi aeroporti e tre nuove ferrovie. I 5 aeroporti, per un investimento totale di 5.49 bilioni di yuan (896 milioni di dollari) saranno costruiti nelle provincie di Jilin, Qinghai, Yunnan, Guizhou e nella Mongolia interna, mentre per le tre ferrovie l’ammontare complessivo della spesa sarà di 144.52 bilioni di yuan (23.6 bilioni di dollari). Il treno cinese non ha fermate.
Qui ha Pechino negli ultimi 5 anni sono stati edificati notevoli palazzi e aree commerciali. “Andavo a Shangai quasi tutti i mesi per lavoro e vedevo costruito un nuovo palazzo” mi disse la mia insegnante.
Ecco l’Eldorado. La nuova America!
Forse Rafael lo pensava veramente quando mi disse: “Lavori 5 anni in Italia, poi ti trasferisci qui e apri un ristorante, lo potresti chiamare – Ristorante da Marco – cucina Italiana”.
Credo che non sia così semplice, visto che in Italia le tasse e le spese non ti permettono di accrescere di molto l’economia famigliare. Ma sono dell’idea che oggi la Cina offra maggiori e potenziali possibilità per chiunque creda di investire denaro e tempo in questo paese.
E se a metà ottocento Inghilterra (che iniziò a commercializzare l’oppio tra i cinesi), Francia, Portogallo, America (che caricava barconi di cinesi per costruire le future ferrovie americane, insieme ai neri) e Italia andarono in Cina per colonizzare e firmare trattati economici a discapito del grande Paese, credo che oggi ci sia una “rivincita” del Paese di mezzo sugli occidentali.
Di certo noi non possiamo confrontarci con l’economia asiatica, ma come italiano riconosco che la nostra cultura enogastronomica-culturale così come l’artigianato tessile siano molto amati dai cinesi (e non solo). Forse l’Italia dovrebbe riconsiderare al meglio la propria geografia del turismo, rilanciando il nostro magnifico territorio alla conquista di una nuova vetta.