La ridefinizione della rete ospedaliera arriva impacchettata e parziale in Commissione Sanità, pronta per essere spedita, la settimana successiva, a Roma per gli adempimenti connessi al piano di rientro. Il documento presentato dall’Assessore consta di alcune slide con due cartine con la localizzazione delle strutture (quasi illeggibili).
Ma il vero dramma è un altro. La revisione viene fatta sui dati d’afflusso alle strutture attuali, senza capire dove l’utenza si distribuirà. Una pianificazione normale basa le sue scelte sull’analisi del territorio, della dislocazione della popolazione e le distanze. Altresì non sono state valutate la consistenza e qualità delle strutture esistenti e le caratteristiche delle reti di trasporto. Questo ha causato l’accentramento dei DEA sull’asse Casale, Alessandria, Novi, lasciando le valli Orba, Bormida e Belbo in una sorta di limbo. In questa zona rimarranno tre “quasi ospedali” che, sommati tra loro, non garantiranno i servizi di un DEA di primo livello.
La giunta dell’ascolto e del cambio di verso dimostra così di bypassare ogni tipo di dialogo con il territorio, calando dall’alto una riforma approssimativa che, sicuramente, causerà problemi di intasamento di alcune strutture e sottoutilizzo di altre. Alla fine, come è stato già sperimentato negli ultimi mesi, nei casi di intasamento di reparti e ambulatori, i pazienti saranno sballottati da una parte all’altra della Provincia.
La cosa più sgradevole è stato la posizione sui DEA che saranno declassati. L’Assessore ha abilmente attribuito il declassamento alla giunta precedente, facendolo coincidere con la chiusura dei punti nascita degli ospedali di Tortona e Acqui Terme. Peccato che appena due mesi or sono lo stesso Assessore, in carne ed ossa, abbia rassicurato il Comitato per la salute dell’acquese sulla permanenza degli attuali reparti nell’opsedale di Acqui Terme.
Alla luce di queste informazioni prendono forma le segnalazioni degli operatori in merito al progressivo depauperamento del personale di alcuni reparti. Questo alimenta il grave dubbio, che queste decisioni siano state maturate da alcuni mesi, ma si siano portate alla luce all’ultimo momento, per evitare ogni tipo di approfondimento e condivisione con il territorio. Il “popolo bue” non deve essere informato e men che meno ascoltato.
Paolo Mighetti
Consigliere regionale M5S Piemonte
Davide Bono
Consigliere regionale M5S Piemonte
vicepresidente commissione sanità