Entrare in una scuola per l’infanzia e primaria (asilo ed elementari, per chi è ancorato alla tradizione) fa a chi non ci mette piede da una vita un po’ l’effetto delle madeleines proustiane, e si riattivano nella memoria una serie di sensazioni date assolutamente per perdute. Se poi si incontra, per una conversazione approfondita e ‘a tutto campo’ una dirigente preparata e appassionata come Antonella Talenti, direttrice dell’istituto comprensivo Bovio-Cavour, è difficile non farsi coinvolgere da tanto entusiasmo, fino a pensare che sì, fare l’insegnante può davvero essere un bel mestiere, ricco di gratificazioni. L’occasione è, ancora una volta, il Piano Integrato di Sviluppo Urbano, che ha proprio nelle scuole che operano in Borgo Rovereto e Borgo Cittadella uno dei suoi asset di intervento e riferimento principale. E lasciamo che sia proprio la professoressa Talenti (da tre anni alla guida dell’istituto comprensivo, dopo una laurea in lingue e molteplici esperienze nel mondo educativo e formativo, anche all’estero) a raccontarci come il PISU sta contribuendo ad accelerare e rafforzare alcune azioni e linee di intervento, sul fronte della qualità dell’insegnamento e dell’integrazione, che peraltro già avevano cominciato ad avere forma e sostanza da qualche anno, con un costante miglioramento qualitativo per alcuni plessi scolastici ‘storici’, come appunto la Bovio (scuola per l’infanzia e primaria) e la Cavour (secondaria, ossia le vecchie medie).
Professoressa Talenti, partiamo dalla definizione del campo d’azione: il Pisu ‘impatta’ in maniera diretta su tutto il comprensivo Bovio-Cavour?
No, dopo la riorganizzazione territoriale e le aggregazioni il comprensivo comprende ben 12 plessi scolastici, e complessivamente circa 1.120 alunni iscritti. Il Pisu fa specifico riferimento ad un’area più ristretta di territorio, su cui insistono la scuola per l’infanzia Gobetti/Bovio, la Bovio come scuola primaria e la Cavour come scuola secondaria, ossia le medie. Complessivamente parliamo di una popolazione scolastica di circa 700 alunni, fra i 3 e i 14 anni.
Un bello spaccato di gioventù multietnica, in cui l’incidenza di bambini/ragazzi stranieri supera il 30%. E del resto l’integrazione è uno dei concetti essenziali alla base del Piano Integrato di Sviluppo Urbano…..
Assolutamente sì, anche se è corretto ricordare che da noi il processo di integrazione, in molteplici forme, è cominciato diversi anni fa, e oggi certamente grazie alla spinta e alle risorse messe a disposizione dal Pisu potrà fare ulteriori, e decisivi, passi in avanti. Da tempo però le nostre scuole hanno adottato, ad esempio, un protocollo per l’inserimento dei bambini stranieri, e si tratta di metodologie assolutamente in divenire, che evolvono insieme allo scenario. Per intenderci: oggi sono ormai pochissimi, esigua minoranza, i bambini stranieri che arrivano alla scuola per l’infanzia, o alla primaria, senza conoscere l’italiano. Ci troviamo infatti di fronte ormai a quasi tutti stranieri di seconda generazione, ossia bambini nati in Italia, e che hanno sempre parlato italiano, magari in affiancamento ad un’altra lingua utilizzata in famiglia. Il che naturalmente non significa che abbiano della lingua italiana una conoscenza dettagliata, ma questo vale a dire il vero spesso anche per bambini con genitori autoctoni.
Quanto è importante la figura del mediatore culturale?
Centralissima, e noi abbiamo su questo fronte una stretta collaborazione con l’Isral, ma anche ad esempio un insegnante per bambini stranieri che ci viene concesso ad hoc e in maniera mirata dal Provveditorato, proprio in virtù dell’elevata percentuale di alunni non italiani. E con questa figura professionale si costruiscono percorsi personalizzati sulle esigenze di piccoli gruppi, e costantemente modificati in relazione all’evoluzione delle diverse situazioni. All’interno dell’offerta formativa abbiamo poi anche un altro progetto, chiamato Sportello, con una nostra insegnante che offre supporto ulteriore e specifico ad alunni, sia stranieri che italiani, con necessità particolari.
Il Pisu allora cosa porterà di più, che già non avete?
Molte opportunità, davvero, strutturate in azioni, in base alla specifica terminologia utilizzata dal Piano Integrato di Sviluppo Urbano. Si parte da un concetto fondamentale, che è quello di interculturalità, intesa nel suo senso più pieno e ampio: ossia scambio fra culture, arricchimento reciproco, per certi versi anche fusione, ma nell’assoluto rispetto e riconoscimento dell’altro.
Come a dire che non cercate di imporre la cultura italiana, o alessandrina, agli stranieri, e neppure viceversa…
Esattamente. E’ invece una scoperta costante e reciproca, che è fondata sul leit motiv dei linguaggi universali: la musica e la lingua inglese prima di tutto. Faccio un esempio molto concreto, che è il nostro coro: in cui si imparano in maniera corale canti della tradizione italiana, ad esempio quelli degli alpini, che consentono anche di spiegare, a bambini italiani e stranieri indifferentemente, pagine importanti della nostra storia. Ma lo stesso coro fa un utilizzo importante delle percussioni, e di altri strumenti che appartengono ad altre culture musicali, diverse da quelle italiane. Ed è straordinario vedere come i bambini vivono quella che noi chiamiamo integrazione come un processo di apprendimento assolutamente naturale, allargato, completo.
Un ruolo fondamentale, in un simile percorso è quello dei formatori. Che vanno a loro volta formati…come?
Attraverso il supporto di partner estremamente qualificati, come Ics Onlus, con cui abbiamo definito una serie di percorsi di collaborazione molto specifici, e il Disit dell’Università del Piemonte Orientale, che sta sviluppando per noi e con i nostri insegnanti, in questi mesi, 3 diversi moduli di formazione informatica sull’utilizzo di hardware e software, ma anche sulla costruzione di percorsi educativi che vanno dalla costruzione dei robot all’insegnamento delle lingue straniere attraverso modalità e supporti innovativi. Alla base di tutto c’è il concetto di sostenibilità nel tempo dei benefici del Pisu. Ossia il programma del Pisu, e le sue risorse, ci accompagneranno solo fino alla prossima primavera: ma se sapremo far tesoro di strumenti ed insegnamenti, avremo a livello di plesso scolastico ricadute benefiche di media e lunga durata. E non serve neppure sottolineare, credo, che questo in tempo di crisi e tagli di risorse è doppiamente importante.
Professoressa Talenti, abbiamo parlato di alunni e di insegnanti. Ma manca un lato del triangolo del Pisu, essenziale se si parla di integrazione: ossia i genitori. Su questo fronte, avere più del 30% di iscritti stranieri genera difficoltà o tensioni?
Forse la mia risposta sorprenderà qualcuno, ma davvero no: da anni non registriamo nessun problema specifico, ossia nessuna particolarità legata al rapporto e all’interazione non solo tra bambini e ragazzi, ma tra famiglie di etnie diverse. Volendo azzardare un’interpretazione, è probabilmente vero che esiste una pre-selezione di partenza: ossia, dal momento che ormai ognuno può scegliere di iscrivere i propri figli in qualsiasi istituto, dentro o fuori dal comune (o anche a scuole private, naturalmente, ndr), chi decide di venire da noi lo fa con piena consapevolezza, e spesso mostrando di apprezzare il percorso formativo ed educativo che abbiamo avviato in questi ultimi anni, e che valorizza le differenze, anziché nasconderle o rifuggirle.
Tra i progetti, c’è anche quello, ambiziosissimo, della biblioteca multimediale. A che punto siete?
Proprio in questi giorni ci stiamo confrontando sul tema con il comune di Alessandria, e in particolare con l’assessore Gotta (nella foto) e con l’ingegner Neri. Costruire una biblioteca richiede sempre l’individuazione di un’idea centrale, un filo conduttore. E in questo caso a nostro avviso potrebbe essere il fiume, il Tanaro in particolare. Sulla cui riva Alessandria storicamente è nata, e che ha una forte valenza simbolica. Attorno ad un fiume tutto si snoda: la natura, la geografia, l’agricoltura, il commercio, l’arte, la cultura. E il fiume si connette fortemente ad un altro concetto che fa parte integrante del Pisu, ed è il ponte: anche qui ponte come costruzione, ma anche come connessione culturale e simbolica. Non solo: sempre in collaborazione con L’Università Avogadro, che metterà a disposizione le competenze e le tecnologie necessarie, realizzeremo una serie di approfondimenti multimediali, con video interviste e video testimonianze di anziani abitanti del Borgo, in grado di raccontare la storia del quartiere e del fiume e il suo dipanarsi nel corso dei decenni. E daremo voce, a proposito appunto di interculturalità, anche a diversi abitanti più ‘recenti’, stranieri, per scoprire e loro storie, e come si sta sviluppando loro rapporto con Borgo Rovereto. Insomma, sarà una biblioteca multimediale costruita sui percorsi della memoria, e dell’integrazione.
Ma a che punto siete nella realizzazione?
Siamo già partiti nei mesi estivi in realtà, con la sistemazione dell’ampio archivio delle nostre diverse scuole, e della Cavour in particolare: dove abbiamo i materiali (cartacei, naturalmente) più vari: da grandi classici a materiale didattico di vario tipo. L’attività di inventario e catalogazione è coordinata dai nostri insegnanti, ma vede la partecipazione e il coinvolgimento degli stessi studenti, e ci sembra questa un’esperienza formativa importante. L’idea è di procedere a catalogare i testi, trasformandoli in formato elettronico, attingendo sul tema del fiume anche ad altre fonti, a partire dalla biblioteca civica. Complessivamente il processo avrà probabilmente una durata che andrà oltre il Pisu: ma i prossimi mesi saranno decisivi sul fronte della realizzazione dei contributi video di cui abbiamo appena parlato. L’obiettivo finale è inserire tutti i contenuti della biblioteca multimediale in rete, a disposizione non solo di alunni e famiglie, ma anche di tutti gli alessandrini interessati alla storia del loro fiume, e della loro città.
Intanto, professoressa, vi apprestate a festeggiare un primo traguardo importante: il rientro dei circa 50 alunni della Gobetti nella loro scuola, completamente ristrutturata….
Sì, non abbiamo ancora la data ufficiale dell’inaugurazione, ma ci siamo quasi: i lavori dovrebbero essere ultimati entro fine novembre. E davvero anche in questo caso il Pisu è stata l’occasione per un rifacimento totale della struttura, all’insegna del risparmio energetico e della razionalizzazione degli spazi. Con una cura molto apprezzabile dei dettagli, e la messa a punto di una struttura davvero all’avanguardia. Anche se, va detto, in questi pochi mesi di trasferimento all’ex nido di via Rossini i bambini e le famiglie si sono trovati benissimo, senza nessun disagio. Ora, però, all’idea di tornare nella loro scuola, completamente rimessa a nuovo, sono molto eccitati, e pieni di entusiasmo.
Ettore Grassano