Sono tornati da poche settimane, e raccontando l’esperienza i loro occhi si illuminano: si vede che il periodo di studi trascorso negli States, in questi giovani e talentuosi musicisti del Conservatorio Vivaldi di Alessandria, ha lasciato il segno. Riccardo Guella (chitarra), Giacomo Moro (percussioni) e Danilo Marenco (pianoforte) sono stati ospiti del Dipartimento di Musica dell’Università della Georgia “Hugh Hodgson” School Of Music, insieme al docente di chitarra Lucio Dosso presente nell’ultima settimana di soggiorno, grazie al progetto “Study Abroad” (studiare all’estero), siglato undici anni fa dal nostro Conservatorio e dal’Università americana.
In pratica, alcuni docenti e allievi dei due istituti annualmente, in maggio e in autunno, prendono parte ad uno scambio culturale che prevede l’inserimento, da parte della struttura ospitante, in manifestazioni concertistiche, master e attività didattiche, insomma un sano e costruttivo confronto di metodologie, percorsi formativi e idee artistiche.
In effetti, chiacchierando con i tre giovani, si colgono da subito l’entusiasmo e la soddisfazione per aver avuto la possibilità di prendere parte a questa iniziativa e così vivere un’ esperienza che ricorderanno di sicuro tutta la vita.
Riccardo Guella ha 22 anni, il suo strumento è la chitarra classica e frequenta il terzo anno del triennio. È di Genova e fa il pendolare: “viaggio tutti i giorni per frequentare il Conservatorio di Alessandria perché è rinomato in tutta Italia. Qui la classe di chitarra è davvero considerata di alto livello”. Terminato il triennio vorrebbe tentare un altro percorso, quello della composizione. Il suo sogno è di diventare un concertista e un maestro di chitarra affermato.
Riguardo all’esperienza in Georgia racconta: “per uno straniero studiare negli States rappresenta una grande occasione di crescita. Sono molte le attività che si possono fare e organizzare nel College. Ho conosciuto molti chitarristi in gamba con cui sono in contatto, chissà un domani potrebbero servirmi. Pensa che avevo una borsa con la scritta ‘AL Tuttomusica Taulino’ e alcuni ragazzi che avevano partecipato al progetto qui da noi mi riconoscevano come “l’italiano” – dice sorridendo. Ciò che mi ha colpito in modo particolare è la disponibilità degli americani, sia dei ragazzi sia degli insegnanti. Per esempio, nei seminari che venivano organizzati partecipavano tutti gli allievi della classe e chi voleva poteva suonare davanti agli altri, dopodiché si faceva una sorta di dibattito, ossia si esponevano le impressioni di ognuno rispetto all’interpretazione di un pezzo, sul perché di quella scelta … Io appena arrivato mi sono cimentato in un pezzo di musica dodecafonica che non conoscevano, Impromptus di Richard Rodney Bennet ... è stato interessante ed emozionante…”
Giacomo Moro, tortonese di 25 anni, studia percussioni ed è al settimo anno del vecchio ordinamento, il penultimo. Oltre alle percussioni suona la batteria, in effetti tra i suoi sogni c’è anche quello di diventare un batterista professionista, magari di musica funky, fusion o pop …
Anche Giacomo è molto soddisfatto: “Non tutti i Conservatori ti danno la possibilità di fare questo tipo di esperienza. Mi è piaciuta molto sia la struttura del College, in generale, che le classi di percussioni, nello specifico. Le aule dedicate al mio strumento sono circa dieci, tutte insonorizzate, con molti strumenti a disposizione e piene di specchi per poter osservare i movimenti quando suoni e capire così cosa sbagli. Il secondo piano del college era per la maggior parte dedicato alle percussioni.
Gli insegnanti erano Timothy Adams e Kimberly Toscano, compagni nella vita, e musicisti molto affermati, rispettivamente timpanista della Pitzburg Orchestra, lui, e timpanista della Tucson Orchestra, lei.
In particolare Timothy è molto famoso sia nell’ambiente sinfonico sia come docente, anche in altre università. Ho fatto amicizia con ragazzi americani e tre ragazzi italiani che studiano lì. L’Italia è ben vista ed apprezzata, l’umanità e l’ospitalità con cui ci hanno accolti mi hanno colpito. L’ambiente poi è davvero stimolante, pensa che per gli studenti iscritti l’università è aperta tutto il giorno e tutta la notte, mentre per noi studenti visitatori dalle sette del mattino alle undici di sera. L’approccio è diverso rispetto all’Italia, alcune cose sono simili ma strutturate in modo diverso. Forse negli States sono un pochino più rigidi….”
Danilo Marenco studia pianoforte. Il ventiquattrenne di Santo Stefano Belbo frequenta il terzo anno del triennio, terminato il quale si cimenterà con il biennio specialistico sempre in pianoforte. Il suo sogno è quello di trovare un lavoro sicuro nel suo campo. Danilo, confermando l’entusiasmo dei suoi compagni, afferma che avere la possibilità di studiare tre settimane in Georgia (dal 14 settembre al 5 ottobre) è stata un’occasione unica: “serve per ampliare i tuoi orizzonti anche in vista di un futuro. In Italia la situazione per quanto riguarda la musica è un po’ triste, anche in America c’è crisi ma più contenuta. Non mi dispiacerebbe tentare la fortuna con il sogno americano”, dice un po’ sognante. “I miei docenti erano Martha Thomas e Evgeny Rivkin. Pensa che Rivkin nel 1978 è arrivato terzo al Concorso Chaykovsky di Mosca … è un docente molto famoso. Nella struttura del College le aule erano una sorta di ufficio, con un divanetto, i computer e diversi pianoforti molto belli e poco usurati. I seminari, dove suonavano gli studenti, li facevamo in una grande hall e trovo che fosse più formativo perché l’acustica è completamente diversa rispetto ad un’aula piccola”.
Molte sono le curiosità e i momenti che i tre giovani studenti ricordano, in particolare raccontano che l’unica occasione in cui l’Università chiude i battenti è il sabato, giorno dedicato al football in cui tutto lo stato della Georgia si riversa nello stadio dell’università per assistere alla partita. Quando i Bulldawgs Georgia Football giocano in casa è come se ci fosse una grande festa che dura da mattina a sera e, come nei film, si possono vedere persone che fanno grigliate sui bagagliai delle auto, grandi e piccini con il volto dipinto con i colori della squadra, la Marching band ufficiale dell’Università che intrattiene il pubblico prima della partita. “Per farne parte bisogna fare un’audizione – racconta Giacomo – mi sarebbe piaciuto provarci”.
Lo scambio proseguirà nel maggio 2015 e sarà il Conservatorio ‘Vivaldi’ ad ospitare un nuovo gruppo di studenti e docenti americani.