Il 2015 sarà davvero l’anno 1 della nuova era, anche per le aziende a partecipazione pubblica di casa nostra?
Il manager pubblico Carlo Cottarelli, ‘ingaggiato’ da Enrico Letta per occuparsi di spending review e in un primo tempo confermato da Renzi, ha lasciato l’incarico nei giorni scorsi, per tornare al Fondo Monetario Internazionale.
Evidentemente il feeling con l’attuale premier non è stato dei migliori. Tuttavia, non risultano ad oggi smentiti gli obiettivi sul fronte partecipate: che parlavano appunto, solo pochi mesi fa, di 500 milioni di euro da risparmiare già nel 2015, scendendo in 12 mesi da 8 mila a 6mila aziende, e in un trienno addirittura a 1.000.
Sarà davvero così, e questo cosa comporterà su scala provinciale alessandrina? Alcune settimane fa, poco prima della sua elezione a presidente della Provincia, il sindaco di Alessandria Rita Rossa ci parlò di Palazzo Ghilini come “luogo di elaborazione di progetti innovativi anche sul fronte dei servizi pubblici”: questo significa che, dal gas ai rifiuti, dai trasporti ai servizi sociali ci potrebbero essere, sull’onda appunto della sollecitazione governativa ad aggregazioni significative nell’ambito delle partecipate, novità importanti?
Certamente il fatto che gran parte dei centri zona (tutti, ad esclusione di Valenza e Acqui Terme) siano a guida Pd potrebbe agevolare politiche e strategie di aggregazione. Del resto sempre Rita Rossa ci ribadì: “non possiamo ignorare che la più grande delle partecipate pubbliche italiane è una realtà minuscola se rapportata al mercato europeo, dalla Germania, alla Francia, alla Spagna”.
E, a tal proposito, si è fatto un gran parlare, da due anni a questa parte, di gare su scala europea per la gestione del gas, e di riorganizzazione degli ambiti dei rifiuti, e poi più nulla. Che succederà nel 2015?
Insomma, ci sono diverse ragioni per le quali ha senso provare ad accendere i riflettori sulle ‘partecipate’ pubbliche del capoluogo, e anche su altre realtà del territorio provinciale. Per capire se davvero il 2015 sarà l’anno 1 della nuova era, da questo punto di vista. O se continueremo a ‘traccheggiare’ all’italiana, come si è fatto finora, tra annunci, proclami e galleggiamenti.
Partiamo da ATM, la cui proprietà e il cui management venerdì scorso hanno presentato il rinnovato parco mezzi. Ne abbiamo approfittato per stimolarli ad alcune riflessioni sul futuro dell’azienda, e del comparto. A partire dai numeri del bilancio, e dalle ipotesi di partnership industriale.
E voi, che ne pensate del trasporto pubblico locale, su gomma e non?