Centomila in pace da Perugia ad Assisi

Cavalchini nuovadi Pier Luigi Cavalchini
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Sono un veterano di questa marcia, la “mitica” Perugia – Assisi giunta ormai alla ventesima edizione, anche se – a ben vedere – bisognerebbe risalire molto più indietro arrivando agli anni Sessanta di Aldo Capitini. A lui, in un certo senso, sono state dedicate tutte le edizioni posteriori alla morte, ben sapendo che stava cambiando il mondo, l’orso sovietico diventava altro ed erano sempre più ruggenti nuovo realtà, soprattutto orientali.

Ora c’è l’ISIS (Stato Islamico di Siria e Irak) a fare la parte del cattivo, domani ci sarà la Cina o, forse, di nuovo il Giappone oppure, molto più semplicemente, un’ordinanza prefettizia che vieterà la marcia del Duemilae… perchè l’Ebola – o qualche nuova diavoleria – è diventata incontrollabile.

Una marcia perennemente alla ricerca di un’identità e di interlocutori seri che nonMarcia_pace-perugia prendano in giro, che non abbiano atteggiamenti strumentali o, peggio, di compatimento. Meglio, piuttosto, gli insulti di qualche ragazzetto legato a Forza Nuova (ammesso che sappia cosa sia) che, alla domanda “Da dove venite con questo pullman?”, alla risposta “Da Assisi, ci siamo fatti ventiquattro chilometri per segnalare le ingiustizie del mondo e per denunciare tutte le gu…”, rispondono con una sonora risata che ha interrotto la – sinceramente imbarazzante – comunicazione. Evidentemente per una fascia della popolazione siamo ridicoli (1).

Già… che ci stanno a fare centomila persone in centro Italia su un percorso “santo” per mille motivi con i giornali umbri (comprese le pagine locali di Messaggero e Nazione ) presi dall’unica notizia che conta davvero: ” Ieri pareggio risicato del Perugia (calcio) a Lanciano”. Che ci stanno a fare, soprattutto, le decine di migliaia di scout e, per la prima volta, di giovani religiosi – sia suore che sacerdoti o frati – che hanno coloratlo di nuova speranza una manifestazione che per troppo tempo è stata preda di strumentalizzazioni varie. Quali? Dalle urla delle frange autonome contro la Polizia (allora in tenuta antisommossa) per le motivazioni più diverse, alle improbabili imprecazioni contro Israele (fatte da una parte dei, precedenti, manifestanti islamici) condite con implorazioni fuori luogo ad Allah. Situazioni, per fortuna, non più verificatesi questa volta, con componenti di altre religioni ben attente a segnalare la loro dostanza da ISIS e dal fanatismo religioso. Bene.

In mezzo – questa volta come le altre – un popolo festante di famiglie, di singoli e di associazioni che tutto vorrebbe tranne che di veder andare in fumo quello che resta del “welfare” locale o del residuo di equilibrio e “buon senso” mondiale. Per la verità questa volta erano di più – e più convinte – queste componenti realmente pacifiste e giustamente idealiste, in qualche modo agevolate da un pubblico finalmente favorevole, non chiuso, non riottoso, non timoroso, come tante altre volte si è visto.

Sia a Perugia (nonostante l’ora antelucana) sia a Ponte San Giovanni , come a Bastia e a Santa Maria degli Angeli, un doppio cordone di folla comune, di semplici cittadini e di “amici” ha accolto il lungo striscione di persone che si è snodato ininterrottamente per chilometri alla ricerca di qualcosa che qualcuno non capira’ mai (vedi nota numero 1). Negozi aperti, clima disteso con le forze dell’ordine, collegamento con le locali Misericordie e vari servizi di Protezione Civile, addirittura “servizi ristoro” improvvisati con acqua, pane e porchetta, pizzette vegetariane tutto – solitamente – gratuito e dato, come si dice, col cuore.

Buona, veramente buona, quindi, l’orchestrazione della giornata fortemente voluta dai vari gruppi che hanno fatto riferimento a Flavio Lotti, che ringraziamo pubblicamente, e di cui si onora di far parte l’Associazione per la Pace e la Noviolenza di Alessandria.

Che succedera’ ora? Mah… i messaggi dell’ANCI (che riportiamo integralmente qui sotto), del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di S.S. il Papa Francesco, dovrebbero – tutti – confluire in una maggiore capacità di pressione dell’Italia, in quanto membro (abbastanza) influente delle Nazioni Unite, per far tornare tutte le tessere dell’insieme della Terra al loro posto. Di lì le giuste preoccupazioni per l’Africa abbattuta dallo sfruttamento petrolifero, dalle guerre per i minerali e per il Coltan, uccisa dall’abbandono, prima premessa dell’epidemia di Ebola. Di lì le voci contrarie ad interventi militari anti ISIS peggiori del male, nel senso che ogni nuova azione (prima di tutto diplomatica e di dialogo) deve tendere alla pace, all’autosufficienza e autodeterminazione dei popoli, non al loro annientamento o annullamento (anche solo culturale e/o politico). Una strada difficile e controversa che solo con le parole e con gli alti esempi di Aldo Capitini, di Alexander Langer (e di tutti gli altri che si sono battuti per una vera pace) sarà possibile ricostruire. Mai come in questo momento è importante ricordare che “Camminando – insieme – si fa il cammino”.

Il documento dell’Associazione dei Comuni Italiani
A cento anni dallo scoppio della prima guerra mondiale, domenica 19 ottobre 2014 si svolgerà la Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fraternità.
A cento anni da quell’inutile strage che ha provocato più di 10 milioni di morti e 20 milioni di feriti, mutilati, invalidi, migliaia di persone si metteranno in cammino per dare voce alla domanda di pace che sale da ogni parte del mondo e per dire basta a tutte le guerre, “alle guerre fatte di scontri armati e alle guerre meno visibili, ma non meno crudeli, che si combattono in campo economico e finanziario con mezzi altrettanto distruttivi di vite, di famiglie, di imprese (Papa Francesco)”.
Dopo cento anni di orribili massacri e crimini contro l’umanità è venuto il tempo di riconoscere che la pace è un diritto umano fondamentale della persona e dei popoli, pre-condizione necessaria per l’esercizio di tutti gli altri diritti umani. Un diritto che deve essere effettivamente riconosciuto, applicato e tutelato a tutti i livelli, dalle nostre città all’Onu.
Raccogliendo l’invito di Papa Francesco, la Marcia Perugia-Assisi e la sua preparazione saranno dedicate alla promozione della “globalizzazione della fraternità” che deve prendere il posto della globalizzazione dell’indifferenza.
Un valore, quello della fraternità, che va scoperto, amato, sperimentato, annunciato e testimoniato.
La Marcia si svolgerà a metà del semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea, nel 46° anniversario della scomparsa di Aldo Capitini, ideatore della Perugia-Assisi e maestro di nonviolenza. Sarà quindi una Marcia Europea con cui vogliamo contribuire a costruire una nuova Europa capace di affrontare le grandi sfide aperte coniugando sino in fondo i valori della solidarietà, dell’uguaglianza e della pace.

(1) Fatto realmente successo alle ore 00.05 di lunedì 20 ottobre 2014 al Piazzale Mac Donald (alias “Martiri di Nassyria”), luogo di partenza e arrivo del pullman degli alessandrini.