di Cristina Mazzoni e Daniele Coloris*
Si fa, giustamente, un gran parlare e prendere posizione in merito alla decisione da parte dell’agenzia Autozug di sospendere dal 2017 i propri treni su Alessandria. I treni DB Autozug (auto al seguito) collegano, partendo da 15 terminal diversi, Germania, Francia, Italia e Austria,
“senza code e a basso impatto ambientale, con emissioni di CO² generate da un viaggio in treno di circa il 67 percento inferiori a quelle provocate da un corrispondente viaggio in auto” cita con precisione il sito dell’azienda e già questo basterebbe a rendere importante il tutto, con buona pace di chi avversa o rende difficile il trasporto ferroviario.
Alessandria è uno dei due punti di “attracco” del servizio (l’altro è Bolzano), mentre per Autoslaap (identico tipo di servizio dall’Olanda) oltre alla nostra città c’è Livorno: e qui sorge spontanea la prima domanda, perché proprio ad Alessandria? Non certo perché c’è il mare o è una città d’ arte (anche se…) o sede di importanti avvenimenti, ma semplicemente (pare poco) perché “strategicamente” sita nel posto giusto, con le infrastrutture necessarie. Senza scomodare Barbarossa, Napoleone o la seconda guerra mondiale, è evidente che essere terra di passaggio, equidistante dalle principali città del Nord, dal mare e dai monti è, al netto delle vicende belliche, un vantaggio, soprattutto in tema di trasporti. Peccato che nel corso degli anni quella che è la vocazione, soprattutto ferroviaria, alessandrina sia andando scemando proprio nei collegamenti principali; il traffico merci, anche se Alessandria è inserita nel famoso corridoio 1 (dal Nord Europa ai porti), è in crisi e quello viaggiatori, nonostante un intenso traffico a medio e corto raggio, è rimasto tagliato fuori dalle linee ad Alta velocità e ha visto ridurre drasticamente i collegamenti verso il centro e il Sud Italia.
Ora il punto è proprio questo, se non si ritrova la capacità di invertire il “declino ferroviario” della zona, saremo sempre costretti a rincorrere i problemi e a perdere le occasioni che pure ci sono e ci sono state (poco più di 10 anni dalla stazione di Alessandria si componevano, provenienti da Bologna e Genova, e partivano treni da e per Parigi, per dirne una). Da qui il ragionamento sulle possibilità di sfruttamento turistico e di accoglienza della zona ci sta tutto, ma in concreto cosa trova un turista arrivando da noi che non lo spinga ad andare subito al mare con la propria auto? Il Monferrato, Marengo ecc.ecc. possibilità ce ne sono e anche valide, occorre però uno sforzo maggiore per promuovere e probabilmente una sinergia tra “addetti ai lavori” di ogni tipo che si impegnino, come per i collegamenti, a valorizzare il nostro territorio.
*assessore al Turismo della Provincia di Alessandria
*responsabile trasporti provinciale del Partito Democratico