Alessandria è fra le città più inquinate del paese per quanto riguarda il PM10, come da anni
riferiscono i report di Legambiente, proprio per questo è necessario che venga definito e
realizzato al più presto il Piano della Mobilità sul quale si discute da tempo.
In tema di inquinamento ambientale non dobbiamo poi dimenticare l’avvelenamento della falde da parte della Solvay nella zona di Spinetta Marengo, ma se quanto sopra non bastasse c’è anche il problema dell’elettrosmog che contribuisce ad aggravare la situazione.
La pericolosità per la salute dei cittadini che vivono nel nostro territorio è confermata dall’incidenza dei tumori e delle malattie cardiologiche e dell’apparato respiratorio che è
decisamente superiore alla media nazionale.
Relativamente all’Elettrosmog va detto che siamo immersi in un campo elettromagnetico che ci espone ad un potenziale rischio. Infatti ovunque si trasformi, trasporti e utilizzi l’elettricità, si generano dei campi elettrici e magnetici a bassa o ad alta frequenza. Ad esempio, le stazioni di telefonia mobile, i trasmettitori radiofonici e le altre applicazioni radio emettono radiazioni nello spettro delle alte frequenze.
Questo tipo di inquinamento è stato spesso oggetto di discussione e tutt’ora sono in corso studi scientifici sugli effetti provocati dall’eccessiva esposizione alle radiazioni elettromagnetiche sull’uomo, sugli animali e sulle piante. In Alessandria si possono vedere le antenne in questione collocate sui palazzi, come ad esempio in corso 4 Novembre, via Don Giovine, spalto Borgoglio, via Aspromonte, spalto Marengo, via Monteverde, ecc.
Le evidenze sinora accertate confermano che l’impatto delle radiazioni non ionizzanti
sull’uomo dipende dall’intensità e dalla frequenza delle radiazioni stesse.
Le radiazioni molto intense di bassa frequenza possono provocare impulsi nervosi e contrazioni muscolari involontarie. Le radiazioni intense ad alta frequenza possono provocare un surriscaldamento dei tessuti.
Diversi studi forniscono tuttavia indicazioni sul fatto che anche in caso di una debole esposizione alle radiazioni ci siano degli effetti biologici.
Alcuni esperimenti condotti con radiazioni deboli di bassa frequenza hanno dimostrato un
impatto sul comportamento, sulle facoltà di apprendimento e sul sistema ormonale degli animali e sulla crescita delle piante.
I politici e i Parlamentari regionali dovrebbero pertanto farsi carico del problema rivalutando i parametri per la sicurezza dei cittadini, aggiornandoli allo sviluppo delle antenne installate, che ormai è estremamente diffuso, e non può essere scaricato scaricato solo sulla Giustizia.
Sarebbe inoltre opportuno che una nuova legge prevedesse per gli stessi anche l’esistenza di un danno patrimoniale procurato dagli impianti, introducendo per le compagnie che hanno già installato in prossimità di abitazioni, l’obbligo di un risarcimento adeguato a tutti i proprietari interessati e per i nuovi impianti l’obbligo di individuare le localizzazioni meno invasive.
Inoltre i cittadini, quantomeno quelli maggiormente interessati al problema, dovrebbero chiedere alle Amministrazioni Comunali (in attesa che si provveda a modificare la legge esistente sulla regolamentazione della concessione per tali antenne), che si proceda
all’abbattimento delle imposte locali per i proprietari di abitazioni situate in prossimità delle stesse, penalizzati da tali concessioni.
Escludendo ovviamente dal provvedimento coloro che hanno consentito dietro compenso
l’installazione del ripetitore sulla loro proprietà, per cui almeno sotto il profilo economico, non possono ritenersi danneggiati.
Pier Carlo Lava – Alessandria