Castelli, natura, enogastronomia, golf e benessere, terme. Basta navigare qualche minuto sul sito di Alexala, l’Agenzia Turistica Locale della provincia di Alessandria, per avere una sintesi esauriente (anche per immagini) di un’offerta turistica non sappiamo quanto integrata, ma certamente di assoluto livello, disponibile sul nostro territorio.
Eppure leggendo le cronache quasi quotidiane si capisce subito che i conti ancora non tornano, almeno per ora, e che siamo sempre in mezzo al guado, nel mondo del ‘vorrei ma non posso, o non riesco’. Autozug in chiusura a fine anno, un enorme punto interrogativo sulle Terme di Acqui, lo straordinario assist dell’Unesco sul Monferrato come occasione assolutamente da non sprecare, ma anche con tanti rischi di tentennamenti e localismi sempre in agguato.
Ma allora come stanno davvero le cose? Sergio Guglielmero da alcuni mesi è presidente di Alexala, e ricopre analogo incarico anche in Confesercenti: ha quindi per forza di cose davvero il polso aggiornato sulla situazione. A lui abbiamo chiesto se il bicchiere del nostro turismo e della ricettività in provincia di Alessandria è mezzo pieno, o mezzo vuoto.
Presidente Guglielmero, partiamo intanto dallo stato di salute di Alexala: con i venti che tirano in termini di spending review, voi come siete messi?
(sospira, ndr) Il nostro socio di maggioranza è la Regione Piemonte, e quindi siamo naturalmente soggetti ad eventuali ipotesi di riorganizzazione: in passato si parlò, ad esempio, di costituzione di un’unica ATL regionale. Ad oggi siamo qui, in trincea, a lavorare: certo, con risorse sostanzialmente dimezzare rispetto a tre anni fa: ma non credo di dire nulla di nuovo, o originale. E’ così praticamente ovunque.
Ma la vocazione turistica della nostra provincia rimane un mito, o una chimera, oppure invece dal vostro osservatorio percepite una nuova progettualità, e avete la sensazione che finalmente si muova qualcosa?
Sulle potenzialità del turismo in tutta la nostra provincia dubbi non ce ne sono, anche in chiave prospettica: si tratta però di riuscire a fare sistema, creando le condizioni perché il turismo (in tutte le sue ampie articolazioni) possa diventare davvero, se non la leva principale, comunque uno degli asset economici su cui puntare per i prossimi anni.
Il recente riconoscimento Unesco rivolto al Monferrato, con i suoi infernot, diventerà strumento concreto di crescita? E come si deve fare?
Me lo auguro, sarebbe gravissimo il contrario: si tratta di un’opportunità straordinaria, che ci apre ad un pubblico potenziale non locale o nazionale, ma mondiale. Ora sta a tutti i soggetti coinvolti continuare a fare la loro parte. E ci metto naturalmente il pubblico, e le associazioni di categoria, ma soprattutto i privati: pensare che possano esserci grandi investimenti di risorse pubbliche, nel contesto in cui ci troviamo, mi pare difficile.
Monferrato Patrimonio dell’Umanità e Expo 2015 possono essere un binomio vincente?
Sì, a determinate condizioni. E tenendo conto che comunque Expo è un evento, per quanto importante, di durata limitata: utilizziamolo dunque come vetrina, e come elemento di traino, ma guardando anche al dopo. E poi naturalmente non ignoriamo le difficoltà, che sono tante….
Quali le principali?
Il Governo ha drasticamente ridotto gli introiti delle Camere di Commercio, tanto per cominciare. E il sistema camerale sarebbe dovuto essere uno dei motori, anche a livello finanziario, della promozione legata a Expo 2015: ora vedremo cosa si riuscirà a fare. Poi, per l’alessandrino, c’è la questione trasporti: è vero che la grande kermesse internazionale si svolgerà ad un pungo di chilometri sia da Tortona che dal Monferrato. Ma sappiamo bene quali sono le condizioni dei collegamenti, sia via ferrovia che gomma. E non tutti i visitatori stranieri arriveranno con pullman organizzati: anzi, dalle proiezioni risulta che tanti sceglieranno di muoversi autonomamente, e di andare alla scoperta di tutto quel che il territorio attorno offre…..
E noi, cosa possiamo offrire?
Molto, ad un turista che non ha fretta, e che anzi abbia voglia di scoprire, di esplorare. Penso a tre zone strategiche: il Monferrato casalese, con i suoi infernot, tutto il tortonese e le valli Borbera e Lemme, e l’acquese/ovadese. In ognuno di questi territori ci sono piccoli e grandi tesori da scoprire, di ogni tipo. Dall’enogastronomia, che ha una ricchezza straordinaria, fino alla qualità dei paesaggi naturali, ma anche ad una miriade di bellezze architettoniche, dalle chiese ai castelli.
E la piana alessandrina? Per un turista è una landa da saltare a piedi uniti, o ci sono elementi ‘attrattivi’? Intanto è arrivata anche la ‘tegola’ della chiusura di Autozug….
Quella di Autozug è stata una pessima notizia, che purtroppo a quanto pare prescinde da una dimensione alessandrina: ed è segno evidente che la crisi si fa sentire anche al di fuori dei nostri confini locali, e nazionali. Ed è un peccato, perchè il servizio di trasporto treno+auto ha portato ad Alessandria, due anni fa, oltre 36 mila persone. Si può naturalmente discutere sul fatto che gran parte di loro usava Alessandria solo come scalo, per andare altrove. In ogni caso, non mancano anche segnali positivi: con Autoslaap Trein, player olandese del settore, manteniamo intatto il rapporto, e c’è l’intenzione di potenziarlo. Inoltre, nell’ottica di mantenere attiva la presenza sul mercato tedesco, oltre a sviluppare nuove forme di collaborazione con Deutsche Bahn, il 26 e 27 novembre saremo a Stoccarda e a Monaco di Baviera, impegnati in un workshop di commercializzazione della offerta turistica con i tour operator tedeschi. In più non dimentichiamoci altri mercati esteri extra europei, come la Cina. E non è vero che Alessandria intesa come città e dintorni non abbia attrattive. Basta fare due nomi: il complesso di Marengo, e la Cittadella. Due realtà splendide, con grandi potenzialità, attorno alle quali si sta lavorando. Vedremo a breve con quali risultati.
Un profilo particolare, in crescita un po’ ovunque, è quello dei ciclo-turisti: noi siamo pronti ad accogliere chi vuole girare il nostro territorio in bicicletta?
Alexala cerca di fare la sua parte, ad esempio fornendo a chi lo richiede uno strumento per bici, una sorta di navigatore elettronico che consente ai ciclisti di avere a disposizione mappe aggiornate del territorio. Certamente occorre fare di più, ed è un mercato di grande interesse: sarebbe opportuno, ad esempio, creare una rete di punti in cui le biciclette possono essere sia noleggiate, che restituite: per consentire spostamenti efficaci a chi sceglie di muoversi in questo modo. Ma la questione della ricettività riguarda sostanzialmente tutti i turisti. Penso ad esempio alla mancanza di vere aree camper attrezzate, che invece pullulano in Francia: ecco, i francesi sono davvero un esempio di come un’efficace organizzazione consenta di vendere efficacemente anche ‘prodotti turistici’ spesso assai inferiori ai nostri.
Altro aspetto fondamentale, presidente Guglielmero, è quello della promozione delle proposte esistenti: se ci si pone un target internazionale ad esempio, pensando ad Expo, si devono anche predisporre strumenti ad hoc….
E in questo il web, che per sua natura non ha limiti e confini, è certamente il canale più efficace: ovviamente con un approccio multilingue. E poi c’è la strada dei testimonial, o degli opinion leader: come Alexala abbiamo ospitato di recente un famoso blogger cinese, con ricadute di visibilità sulla rete pressoché immediate. E si consideri che i cinesi sembrano essere uno dei target più interessanti, in vista di Expo 2015, e non solo.
Lei è anche presidente di Confesercenti: i prodotti tipici della nostra provincia li sappiamo tutelare e promuovere a sufficienza?
Risposta secca: no, purtroppo. Se pensiamo a certi nostri vini di qualità, o a formaggi o ad altri prodotti dell’artigianato eno-gastronomico, è inevitabile constatare che spesso questi prodotti non trovano sul nostro territorio una distribuzione adeguata, rapportata alla loro qualità. E questo credo si leghi indissolubilmente al fatto che nell’alessandrino la grande distribuzione ha avuto una crescita incontrollata e selvaggia, e si è via via divorata gran parte della distribuzione tradizionale. Ma è un altro capitolo, che ci porterebbe lontano…
Ettore Grassano