Come saranno l’Italia, e l’intero Occidente, tra mille giorni non può dirlo neppure il Mago Otelma. O meglio: chi ci prova ha la stessa credibilità di quelli che ci spiegano ora quanto freddo farà a gennaio 2015. Fin che dicono che a gennaio le temperature saranno più basse di agosto, vanno sul sicuro: ma quando si allargano a parlare di -20, o -25 gradi, senza peraltro dire dove e per quanto tempo, sparano a casaccio.
Anche Renzi è un gambler, e spara slogan a vanvera. Giampaolo Pansa (sempre più inacidito dagli anni, d’accordo: ma comunque non l’ultimo dei ciula) lo definisce un Ganassa pericoloso, e un gelataio senza arte ne parte.
Massimo D’Alema di fronte alla platea Pd evidenzia che il premier è, come Berlusconi, malato di ‘annuncite’, e che il Governo finora ha concluso ben poco.
Lo stesso Eugenio Scalfari spesso la domenica su Repubblica (giornale che certo non ha mai brillato per anti renzismo, come del resto il quotidiano Fiat di Torino) non perde occasione per evidenziare limiti e banalità del giovin signore d’Italia.
Pansa, D’Alema e Scalfari sono tre rincoglioniti, nostalgici del bel tempo andato, che li vedeva al centro assoluto della scena e del potere? Beh, sì, forse in parte è anche così. Ed è un problema che, a ben guardare, emerge in ogni settore della nostra società, quello dei pensionati benestanti che, orfani dei bar sport che non ci sono più, anelano a continuare a recitare un ruolo attivo, e non quello tradizionale di nonno ai giardinetti.
Epperò non serve essere over 70 un po’ ‘bolliti’ per capire che davvero Renzi la fa fuori dal vaso sistematicamente, e con un’impudicizia ammirevole, ma che alla lunga potrebbe diventare un boomerang. Soprattutto in tempi come questi, in cui le risorse sempre più scarse porteranno prima o poi l’incazzatura a crescere, persino nell’imbelle e acritico popolo di pecore che siamo noi italiani.
Furbo è furbo il Matteo, per carità. E maneggia perfettamente tempi e ritmi della comunicazione di oggi. Epperò la tecnica dell’annuncio e della smentita, alla lunga, gli si ritorcerà contro. Guardate cosa sta succedendo sul fronte Province, ed enti locali in genere. E quale confusione, e aspettative destinate ad essere in gran parte deluse, arrivano dal fronte scuola. Ma in realtà ogni giorno ce n’è una: gli industriali, le forze armate. I più cheti al momento sembrano proprio i sindacati, a ben pensarci.
Comunque: la macchina pubblica italiana è un pachiderma che disperde risorse in mille rivoli, d’accordo: ma non la si riforma lanciando slogan che fanno a pugni con la realtà di tutti i giorni.
Intanto chiunque lavori come libero professionista, imprenditore o dipendente nel settore privato sorride ad ogni stima di crescita, o ad ogni statistica più o meno posticcia e farlocca (magari neanche per dolo, sia chiaro) che fa urlare alla ripresa. Tutti noi, anche i più ottimisti e motivati a fare, sperimentiamo sulla nostra pelle che le cose non stanno esattamente così. Qualcuno però riporti Matteo Renzi coi piedi per terra prima possibile: perchè più si allontanerà dalla realtà, e più tornarci sarà traumatico e doloroso. E se il nostro Telemaco fosse solo un quarantenne sognatore in proprio, sarebbero affaracci suoi, in fin dei conti. Qui, invece, sono in gioco interessi collettivi un po’ più ingombranti, e rilevanti: e rimaniamo convinti che la maratona di Matteo Renzi durerà meno (molto meno) dei preannunciati mille giorni. Si accettano scommesse.