‘Poi un giorno un segno prende significato.
Quei riccioli di spuma come tanti artigli, di cui mi ero sempre chiesto perché?
Hatsushika Hokusai 1760-1849
‘La Grande Onda’ o ‘Sotto l’onda di Kanagawa’ (1830-1832) di Katsushika Hokusai è probabilmente l’opera d’arte più conosciuta in Giappone. La xilografia in questione, stampa di immagine incisa su legno successivamente inchiostrato (arte dell’Ukiyo-e, immagini del mondo fluttuante) fa parte della raccolta delle ‘Trentasei Vedute del Monte Fuji’. Queste opere si distinguono per l’uso del colore blu di Prussia e traggono influenze dall’arte occidentale. Esse a loro volta giunte in occidente tramite il commercio marittimo ispirarono grandi maestri impressionisti e post impressionisti quali Monet, Manet, Renoir, Degas, Van Gogh attraverso la dilagante moda cosiddetta del ‘giapponismo’ che tra il 1850 e il 1870 dette vita all’arte dell ukiyo-e in tutta Europa ed anche negli Stati Uniti.
Le opere di Hokusai influenzarono anche la musica. Debussy nel 1905 realizzò tre schizzi sinfonici intitolati La Mer (Il Mare) ispirandosi proprio all’immagine della Grande Onda. Anche gli attuali manga si ispirano ancora alle sue opere.
Dal diciassettesimo al diciannovesimo secolo in Giappone si sviluppò la corrente artistica dell’Ukiyo-e, le immagini del mondo fluttuante e cioè la pittura del mondo che passa, con le mode passeggere ed il gusto mutevole degli abitanti del Giappone durante il periodo EDO (1603-1868). I pittori del tempo realizzarono immagini della società di allora, giocosa e frivola, degli attori di teatro famosi e delle donne di piacere attraverso l’uso di stampe di carattere ironico ed eccentrico. Furono esponenti celebri di ques’arte oltre ad Hokusai anche Utamaro ed Hiroshige.
Hokusai (nome d’arte da lui scelto e che significa letteralmente ‘studio della stella polare’), il cui vero nome era Katsushika Sori, è stato uno dei massimi artisti giapponesi ed il più raffinato e profondo esponente dell’arte del mondo che fluttua. Le sue incisioni dedicate alla natura, a personaggi famosi o a splendide cortigiane hanno incantato il mondo.
Scelse il nome di Hokusai a 34 anni, per firmare le incisioni, vista la sua dedizione per la divinità buddista Myhoken, che si era incarnata appunto nella stella polare, ma nel corso della sua carriera artistica usò diversi pseudonimi.
Hokusai continuò a dipingere fino all’età di 89 anni, lasciando un testamento spirituale nel quale disse che la sua arte avrebbe raggiunto l’apice soltanto all’età di cento anni e che a centodieci anni ogni linea e ogni punto delle sue stampe avrebbe vissuto di vita propria. Si firmò infatti il ‘vecchio pazzo per la pittura’.
Elegante e superba, essenziale e ricca di spunti e significati, la Grande Onda è il simbolo della forza della Natura che sovrasta l’uomo e tutto può travolgere e sconvolgere in brevi attimi. Cosa siamo, se non un infinitesimale essere al cospetto della grandezza di quel che ci contiene e ci dà vita? Noi tutti abbiamo un mare dentro, di emozioni, di sensazioni, che spesso non siamo capaci di liberare, in balia della quotidianità, ritmi e abitudini che al cospetto della natura contano nulla.
La Grande Onda di Hokusai, con il silente Monte Fuji sullo sfondo rappresenta la nostra forza ma anche la nostra debolezza, ed è un concetto incarnato, è il Mare assoluto, il mare in cui nuotiamo, in cui peschiamo, è la nostra Anima in mezzo ai flutti, ghermita dagli artigli di spuma bianca, quell’onda che ci ha donato la bellezza di Venere, quell’onda che fa vagare Ulisse sperduto per dieci anni nella maledizione di Poseidone, quell’onda che nasconde le Sirene e svela il loro crudele canto, l’onda che ci riporta a riva verso casa, che dà pace, l’onda che ci regala le conchiglie …per riascoltarne ogni volta il suono eterno e farci cullare come nel ventre materno.
Certo tutto questo può essere o non essere negli occhi di chi guarda, sicuramente il grande cantore della natura, Hokusai, con le sue incisioni ha saputo rendere con semplicità il segreto dell’Universo.