Dalla finestra di casa mia [Il Flessibile]

caruso_copertinadi Dario Caruso.

Ci sono privilegi che abbiamo senza sapere di averli.
E’ come il tram che ci passa accanto e distrattamente lo lasciamo correre senza neppure un cenno, senza un sussulto. Per poi magari sentenziare con altri che bisogna cogliere l’attimo.

Questa mattina ho fatto colazione dalla parte opposta del tavolo, ho alzato gli occhi dalla tazza di caffellatte caldo e ho visto la finestra che volge a sud-est. Di solito il mio sguardo mattutino è rivolto a nord-ovest, la luce è più indulgente nei confronti delle palpebre semiaperte.

Dalla finestra di casa mia vedo il relitto di una nave che si avvicina al porto di Genova, lenta e inesorabile, come lento e inesorabile sarà il suo destino, è un condannato a morte che dopo anni di prigionia per un errore giudiziario si appresta a percorrere l’ultimo miglio.
Nel silenzio.

finestra_flessibileDalla finestra di casa mia vedo un palloncino rosso, il pianto di un bambino ne accompagna il viaggio verso l’alto. Seguo il suo volo fino a quando il pianto svanisce, continuo a seguirlo fino a vederlo sparire.
Nel silenzio.

Dalla finestra di casa mia vedo il volo di un passero. Le rondini non ci sono più da tempo, il cielo è dominato da gabbiani e piccioni. Un passero è un regalo che viene concesso solamente ai meno sprovveduti. Vola con traiettorie imprevedibili e cambi di direzione improvvisi, poi si posa sul ramo di un albero di fronte a me, mi guarda col capino obliquo, pochi secondi e se ne va.
Nel silenzio.

Dalla finestra di casa mia vedo mia madre.
Sorride lievemente e non dice nulla, ma comprendo tutto comunque.
Nel silenzio.

Ci sono privilegi che abbiamo senza sapere di averli.
Talvolta basta semplicemente far colazione dall’altra parte del tavolo.
In silenzio.