L’allarme è forte e chiaro: emergenza grano. A lanciarlo, dalla Camera di Commercio di Alessandria, è stato il Coordinamento Provinciale Agrinsieme, presenti Gian Piero Ameglio (presidente Cia), Giuseppe Alferano (vice presidente Confagricoltura), Cesare Balsamo, (presidente Confcooperative), Franco Orsi (presidente centro agricolo San Michele), Marino Pastore (Produttori mais), Fabio Castelli (Cooperative Agricole Settevie), che hanno focalizzato l’attenzione, per quanto concerne il comparto cerealicolo, sull’eccessiva contrazione dei prezzi all’ingrosso del grano.
Tali prezzi hanno visto infatti una diminuzione continua rispetto a quelli delle scorse campagne 2012 e 2013. Da una quotazione media di 240 euro a tonnellata di grano prodotto nel 2012, fissata nel listino 2013, si è passati a 190 euro a tonnellata del 2013 (listino maggio 2014). Ma l’ultima mazzata è arrivata lunedì scorso, con la Borsa merci che ha quotato il grano circa 175 euro a tonnellata. Una perdita, per gli agricoltori, di ben 65 euro a tonnellata.
Tenendo presente che la media produttiva ad ettaro è pari a 5,5/6 tonnellate, appare chiaro che, rispetto allo scorso anno, sono andati persi circa 350 euro per ogni ettaro coltivato.
Un dato ancora più grave se si pensa che la provincia di Alessandria è una delle prime produttrici in Italia di grano tenero con circa 40mila ettari coltivati ogni anno (seconda solo alla provincia di Bologna). Negli ultimi due anni, quindi, per gli agricoltori locali si è avuto un mancato reddito di circa 14 milioni di euro.
Da Agrinsieme arriva un grido d’allarme: “E’ assolutamente necessario che si prendano urgenti ed efficaci misure per far fronte a questo problema che attanaglia le nostre aziende agricole”. Un’emergenza resa più grave dalla staticità dei mercati locali: “Basti pensare che i mulini in questi giorni stanno ancora ritirando e consumando i grani raccolti lo scorso anno” hanno dichiarato i portavoce del coordinamento.
La pazza estate che sinora ha tenuto banco, poi, ha reso difficile la valutazione, dopo la trebbiatura, della qualità dei cereali.
Di conseguenza, le previsioni sull’andamento dei prezzi non sono rosee: “Il tutto in un periodo in cui il reddito delle aziende del settore primario è in diminuzione contrariamente a quello dei mezzi tecnici, quello di vendita in panetteria e alla tassazione, che sono in ascesa” hanno ancora aggiunto da Agrinsieme “il risultato è semplice, si lavora senza riuscire a coprire i costi di produzione. Per questo diciamo che è in atto una vera e propria emergenza grano.”
Agrinsieme ha poi posto l’attenzione dell’opinione pubblica sui positivi risultati ottenuti sul fronte della salubrità del grano alessandrino, grazie all’impegno profuso dai produttori locali al cosiddetto ‘Progetto Grano di Alessandria’ con il quale “si è riusciti ad ottenere masse critiche omogenee adatte per l’industria molitoria” come sottolineato da Agrinsieme, il cui coordinamento ha poi concluso “chiediamo al Governo di compiere maggiori controlli sulla qualità, onde evitare che si verifichino casi come quello del 26 febbraio scorso in cui la Guardia di Finanza di Pesaro ha fermato del grano importato dall’Est e venduto come biologico, in realtà radioattivo.”
Roberto Cavallero