Per chi ci crede ancora

Cavalchini nuovadi Pier Luigi Cavalchini
www.cittafutura.al.it

C’ è qualcuno in questa città che ancora ritiene utile dare fiato ai polmoni per ottenere qualcosa di tangibile per la comunità dei cittadini, per “noi tutti” si sarebbe detto un tempo, ed è proprio a queste persone che dedichiamo volentieri l’editoriale.

Amici, ora con incarichi comunali (anche da Assessore) che stanno toccando con mano quanto sia difficile amministrare e quanto sia ampio lo spazio (…di mare) tra il “dire” e il “fare”. Lo stesso Renzi, d’altronde, è stato paragonato ad un tranquillo bradipo, attendista (…quanto basta, n.d.r.) e poco propenso a farsi nemici. Parola di CinqueStelle. Non differente la significativa iniziativa del Comune, portata avanti dall’assessore Mauro Cattaneo, tesa ad una partecipazione vera che, citando testualmente, contribuisca a “raccogliere idee per la realizzazione di iniziative (progetti o temi di discussione) aventi come obiettivo la diffusione dei principi, delle finalità e delle pratiche della partecipazione e della democrazia deliberativa ad Alessandria”.
A tale scopo viene proposto un “concorso”  al fine di individuare le idee idonee a essere inserite nel percorso di diffusione delle pratiche partecipative e, sempre testualmente “sarà data priorità a quelle in grado di caratterizzarsi in maniera chiara e convincente sui seguenti aspetti:

– originalità dell’approccio proposto e della sua realizzazione
– la rilevanza del progetto e dell’iniziativa proposta
– il valore e la pertinenza in relazione ai principi fondamentali della partecipazione
– l’utilità dell’iniziativa per il contesto alessandrino
– la maturità, la solidità e la sostenibilità economica dell’idea proposta
– la credibilità e la percorribilità del progetto o dell’iniziativa proposta
– l’identificazione dei fattori di forza e delle criticità dell’idea
– l’analisi di iniziative simili già realizzate in altri contesti
– capacità del proponente di costruire partnership con altri soggetti

La selezione delle richieste sarà effettuata ad insindacabile giudizio del Comune di Alessandria. Non saranno ammessi ricorsi, reclami, richieste di riesame, né altre forme di impugnativa.”

Bella l’idea base, buona la fase di preparazione fondata sulla ricerca diPartecipazione altre proposte simili fatte da altre città italiane negli ultimi anni, prevedibilmente positiva la risposta prossima ventura degli alessandrini.
Continuando nella difficile ricerca di “chi ci crede ancora”, di chi vuole smuovere, far ragionare e, quindi, aumentare il grado di consapevolezza rispetto alle scelte di fondo che aspettano l’amministrazione Rossa e che avranno ricadute forti su tutta la realtà cittadina, riprendiamo la video intervista di Pier Carlo Lava, alias “otello” che – con domande stringenti e stringate – ci costringe a rispondere in modo preciso.

Qualche esempio? Ecco le domande e, in coda, una sintesi delle risposte.

.1. Ci spieghi perchè non concordi in merito ai contenuti dei progetti del PISU ed inoltre  qual è la tua opinione sul ponte Meier?
.2. Sei favorevole al progetto della grande multiutility AMAG?
.3. La situazione dell’ATM è critica, i sindacati non hanno firmato l’accordo per cassa integrazione, che cosa ne pensi?
.4. Che fine hanno fatto i nuovi Consigli di quartiere o ambito territoriale dei quali si era parlato in diverse commissioni?

Per la prima questione, molto semplice, si deve partire dal dopo alluvione 1994, dagli anni in cui giunsero  centinaia e centinaia di miliardi delle vecchie lire per risistemare Alessandria. Di lì  è partita l’opzione “eliminazione e ricostruzione di tutti i ponti” con eventualmente la possibilità di costruirne uno monumentale. La città sarebbe stata messa in sicurezza (da eventi alluvionali) solo tramite argini e sistemi passivi di difesa, senza interventi sulle aree di restringimento (il famoso “naso” dell’Osterietta) e soprattutto abbandonando del tutto l’ipotesi “aree di laminazione”. In sostanza si è preferito spendere soldi per opere di parziale utilità (anche se nuove) piuttosto che investire in qualcosa di più duraturo e sicuro. Ricordiamoci che una parte del mondo scientifico ancora oggi ci rammenta che il percorso  da seguire sarebbe dovuto essere diverso ma … dopo l’intervento arbitrario dell’agosto 2010 abbiamo capito che tutto, ma proprio tutto, era già stato scritto.

Arrivati a questo punto, però, desideriamo avere un ponte come si deve, efficiente, utile per il passaggio in Cittadella, valido almeno quanto lo sono stati quelli in muratura che lo hanno preceduto, anche bello e significativo architettonicamente ma, di sicuro, quest’ultimo aspetto deve essere di secondo piano. E, visto che ci siamo, con una manutenzione dai costi contenuti, data la congiuntura dissestata. Sul Progetto Integrato di Sviluppo Urbano poco di più. In ballo ci sono una trentina di milioni “unico momento di sviluppo a disposizione della città” come si è più volte detto. Bene, un maggiore coinvolgimento fin dall’inizio di popolazione, associazioni, Enti e studi qualificati avrebbe potuto portare a scelte diverse, maggiormente condivise e partecipate. Anche la pubblicazione del sito “dedicato” è avvenuta un po’ tardi e, soprattutto, quanto i dettagli (incarichi compresi) dei lavori erano già stati definiti. Una scelta, certamente, ma non all’insegna della partecipazione estesa. La speranza sta in ciò che ne uscirà che, ci auguriamo, sia veramente al livello delle aspettative.

Per il secondo punto la risposta è ancora più veloce. Già da tempo ci siamo espressi per una semplificazione delle modalità di erogazione dei servizi, con il duplice obiettivo dell’efficienza e del controllo di spesa. Se la “Multiutility” sarà questo, garantite le corrette coperture in caso di interventi sul personale, noi siamo d’accordissimo.

Simili le considerazioni per il punto tre. Sono trent’anni che l’Atm deve trovare nelle sue modalità di erogazione del “servizio trasporto” la sua prima ragion d’essere. Le tratte coperte devono essere molte, con passaggi puntuali e frequenti. Soprattutto l’afflusso di persone deve essere massiccio e, per questo, deve essere opportunamente incentivato. Ci sono aziende per i trasporti pubblici (non necessariamente sempre e comunque “in house” cioè “comunali”) che non sono in passivo, anzi chiudono da anni in attivo. Lione, Digione, Colonia, Friburgo (citiamo esempi francesi e tedeschi di cui siamo certi) hanno fatto del “servizio pubblico ai cittadini” addirittura una fonte di entrata stabile da cui attingere per altre funzioni, e questo senza artifici di sorta. Quindi, prima di tutto la qualificazione e il miglioramento del servizio, anche con interventi societari opportuni, il resto verrà da se’.

Sul quarto ed ultimo quesito penso di aver già risposto citando la lodevole iniziativa testè promossa dal Comune e qui sopra riportata in dettaglio. Bisognerà vedere, poi, come sarà formata e come funzionerà  la Commissione preposta alla scelta delle varie “idee” di Associazioni e Enti, organo di “filtro” fondamentale per evitare chiacchiere inutili, proposte bislacche e, soprattutto, per identificare coloro i quali tenderanno a strumentalizzare un’occasione di partecipazione di quel genere. Beninteso, non può e non deve essere l’unico. Ci dovrebbero essere anche organismi rappresentativi classici con sedi di incontro, appuntamenti ben pubblicizzati e possibilità di “pesare” nelle scelte in modi e tempi da stabilire… ma – come si dice – anche qui il tempo comincia a stringere. Il rischio di essere accomunati al “bradipo” Renzi è dietro l’angolo e, anche qui, ci attendiamo proposte innovative, concrete e stimolanti.