L’Officina Elettrica #3 [Un tuffo nel passato]

frisina_caldi Tony Frisina.

A parlare della vecchia Officina Elettrica ci ho quasi preso gusto e mi accorgo che – pensando e ripensando al passato di questo luogo – dalla soffitta della memoria stanno riemergendo tanti vecchi ricordi polverosi.

Per prima cosa però voglio descrivere la terza ed ultima cartolina presente nella mia raccolta riguardante questo luogo alessandrino unico ed insolito.

Uno fra i primi elementi che saltano all’occhio è il viale che – a giudicare dalla dimensione delle piante – sembra avere già una certa età.

Il traffico era costituito da un’unica bicicletta e poche le persone presenti; un paio di bambini erano in posa, attenti osservatori delle manovre del fotografo all’opera.

Paracarri e mucchi di pietrisco ai margini della carreggiata completano il quadretto. A indagare a cosa servisse quel pietrisco non sarebbe una cosa completamente inutile… ma, visto che di indagini da fare ne ho già almeno un centinaio, cederei con piacere quest’incarico ad un volenteroso amico che avesse desiderio di cimentarsi nella ricerca. A me basta fare una supposizione: il materiale pietroso poteva servire per reintegrare la ghiaia presente sulla strada che –  a causa delle piogge e del passaggio di carri, carretti e carrozze –  veniva pian piano soffocato nel fango o nella polvere.

Come poco sopra accennato questa semplice strada di circonvallazione in terra battuta era certamente sovradimensionata per il traffico di quegli anni e credo che nessuno avrebbe potuto immaginare che soltanto nel giro di qualche decennio sarebbe diventata l’importante arteria automobilistica che è oggi.

All’inizio del ‘900 questa zona era estrema periferia e se non fosse stato per la presenza dell’Officina Elettrica la cartolina qui pubblicata non sarebbe mai stata prodotta. Una cartolina – infatti – vuole essere messaggera del meglio che una città possegga; deve riuscire a condensare le attrattive di un luogo in maniera da trasmettere la miglior impressione a chi la riceve.

La cartolina doveva essere testimonianza del bello e quindi ecco spiegato il motivo per cui i luoghi ritratti erano quasi sempre appartenenti alle stesse zone; erano i punti del centro cittadino e del passeggio, delle belle strade e delle belle vetrine, i luoghi considerati più rappresentativi della città, tranne – in qualche caso – rarissime eccezioni.

Questa insolita cartolina deve essere stata stampata per che recasse la testimonianza di modernità di cui Alessandria da un paio di decenni si era dotata e quindi avrebbe dato l’idea di una città finalmente moderna ed alla pari con altre importanti località.

In questa fotografia vediamo che l’edificio dell’Officina Elettrica ha già subìto alcune trasformazioni rispetto ai primissimi tempi dell’edificazione: una evidente aggiunta architettonica proprio a ridosso dell’imponente facciata. L’esigenza di nuovi spazi aveva fatto certamente da premessa alla nascita di un grande corpo di fabbrica inserito proprio nello spazio esistente tra la facciata ed il muro di cinta antistante.

I miei ricordi infantili risalenti agli anni ’60 si collegano all’Officina Elettrica così come la si vede in questa terza ed ultima immagine, fatte salve le opere architettoniche che si osservano lasciando andare lo sguardo oltre l’isolato.

Ancora non era stato costruito il fabbricato che oggi ospita l’Istituto Tecnico per Geometri Pier Luigi Nervi e quindi la realtà fotografica trasmessa dalla cartolina è completamente diversa da ciò che si può osservare oggi.

Come già accennavo nelle due precedenti puntate della rubrica, il luogo principe dei giochi infantili con l’amico Franco era il giardino, la nostra foresta; non disdegnavamo però la perlustrazione delle enormi sale dell’edificio, dal piano terra ai solai.

Unico rammarico che ho consiste nel non aver avuto l’occasione e la curiosità di farmi accompagnare dal padroncino di casa nelle cantine, di cui solo recentemente (all’epoca della parziale demolizione) ho scoperto l’esistenza.

Ricordo che un giorno ero andato a cercare l’amico Franco; dopo aver salito lo scalone fino al primo piano, con estrema disinvoltura e semplicità ero entrato in casa sua. La porta era sempre aperta o comunque non occorrevano chiavi per entrare. Quasi subito avevo capito che Franco non fosse in casa… ma poco importava, approfittando della sua assenza mi sarei accontentato di leggere qualcosa di gradevole. Sapevo benissimo dove fossero conservati i nostri fumetti. Quindi nulla di più logico che andare a prenderli per leggere. Non mi aveva neppure sfiorato l’idea che quella mia intrusione fosse scorretta. Anzi, l’entrare in casa di Franco per me non costituiva certamente un’intrusione! Mi sentivo veramente di casa.

Appena entrato, nell’enorme spazio che avevo davanti incontravo il padre di Franco che stava per uscire in compagnia di altri signori, il quale conoscendomi molto poco per non avermi quasi mai visto mi chiese chi fossi e cosa volessi. In perfetta semplicità mi ero presentato come amico di Franco ed ancor più ingenuamente gli avevo raccontato che non trovando suo figlio stavo andando a leggere i giornalini. Ricordo che sorrise bonariamente (a causa della mia ingenua semplicità) e guardando divertito in viso le persone con cui era mi rispose solo con un “vai… vai…” invitandomi in quel modo ad attuare il mio proposito di godere per qualche tempo la lettura dei fumetti.

Ecco, la mia fanciullezza è fatta anche di questi piccoli e dolci ricordi, reminiscenze che mi legano in maniera affettuosa e nostalgica alle persone che ho amato ed al luogo che per anni hanno abitato. La vecchia, cara Officina Elettrica di Alessandria.

Officina-elettrica-3

Le principali realizzazioni del Comune di Alessandria. Opere stradali – Speciale menzione meritano le opere stradali compiute dal Comune, esclusivamente con i mezzi del proprio bilancio, sia nel concentrico che nei vari sobborghi.
Per la città sono da segnalare:
Pavimentazioni permanenti in cubetti di porfido su sottofondo di calcestruzzo nel vialone della Stazione e in via Savona, piazza Vittorio Emanuele, via Milano, via Vochieri, via Guasco, via Migliara, via S. Lorenzo, via della Vittoria, via Trotti, piazzetta della Lega e piazza Marconi.
Pavimentazioni permanenti in masselli di granito in corso Roma, via Umberto I, via Dante, via Mazzini, via Cavour.
Pavimentazione permanente o semipermanente in conglomerato bituminoso a caldo (Topeka) in Spalto Rovereto e viale Milite Ignoto, via A. Mussolini, via Malta, piazzale piccola velocità e piazzale Littorio.
Trattamento superficiale bituminoso nei viali di circonvallazione, sul cavalcavia del Cristo e in corso Acqui, corso XX Settembre, strada del campo contumaciale, via Marengo, strada Orti-Ponte Tanaro.
Sistemazione primordiale a mac-adam o con marciapiedi rilevati nelle zone di espansione della città.

ATTIVITÀ E OPERE PUBBLICHE della Provincia di Alessandria nel tempo fascista – Fascicolo speciale della Rivista «Alexandria» – Anno VI – Supplemento al n. 8 – Alessandria, Agosto 1938-XVI