E’ ambasciatrice del Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea negli Stati Uniti la ‘Danae’ di Tiziano, celebre opera d’arte esposta a Washington grazie alla volontà dell’Ambasciata Italiana dal 2 luglio al 2 novembre prossimo.
La splendida opera (1544-1546), una delle piu’ belle e sensuali del Rinascimento, proviene dal Museo di Capodimonte ed è ora in visione alla National Gallery of Art di Washington, che raccoglie la più vasta collezione di Tiziano Vecellio negli Stati Uniti.
Il dipinto, realizzato per il cardinale Alessandro Farnese, è soltanto una delle molteplici versioni che l’artista dedica a questo soggetto erotico-mitologico. Altre versioni dell’opera sono esposte al Prado di Madrid, al Kunsthistorischenmuseum di Vienna e all’Ermitage di San Pietroburgo. La Danae è in mostra accanto ad altri due dipinti tizianeschi, la ‘Venere allo Specchio’ del 1555 e ‘Venere e Adone’ del 1560 (immagine qui a fianco, e seguente).
Danae, figlia di Acrisio, re di Argo è prigioniera nella stanza di una torre per volontà del padre, poiché l’oracolo delfico aveva predetto ad Acrisio la morte per mano del futuro figlio della sua stessa figlia. Giove, invaghitosi della bella fanciulla si trasforma in pioggia d’oro e riesce a possedere e fecondare Danae da un pertugio nel tetto. Il figlio che nasce, Perseo, abbandonato ai flutti ma salvato dai pescatori diverrà uno dei più acclamati eroi positivi della mitologia che eliminerà oltre ad Acrisio le forze oscure del male.
Questo mito è raccontato nelle Metamorfosi di Ovidio. L’originale concepimento è stato rappresentato da diversi artisti in epoca rinascimentale. Tiziano mostra la protagonista in atteggiamento di totale accettazione e soddisfazione, su un letto disfatto con la presenza complice di un Cupido armato di arco e faretra, riprendendo figure celebri della scultura antica.
La tela risente del senso monumentale della pittura romana, soprattutto nell’uso dei contorni netti e nel chiaroscuro, oltreché per le citazioni da modelli classici. L’opera è stata dipinta tra Venezia e Roma tra il 1544 e il 1546, come gia detto per il Cardinale Farnese.
Per molto tempo si è pensato al committente come Ottavio Farnese vista la forte carica erotica del dipinto, ma il ritrovato carteggio di Monsignor della Casa dove ci si riferisce ad una ‘nuda’ di Tiziano che avrebbe fatto impazzire il ‘cardinale di San Silvestro’ (Alessandro Farnese) non lascia più dubbi sulla committenza. La Danae viene infatti considerata come un ritratto erotico, mascherato con un’allegoria mitologica, di una favorita del cardinale. La pioggia d’oro sembrerebbe infatti alludere ad una cortigiana ed il volto della donna ricorda quello della Fanciulla Farnese esposta a Capodimonte accanto all’opera in questione.
Il dipinto ha sostato prima a Parma e poi è stato ereditato insieme alla collezione Farnese da Carlo III di Borbone e trasportato a Capodimonte. Durante i moti giacobini del 1799 è stato mandato a Palermo in via cautelare. Tornato a Napoli dopo il 1815 viene esposto nel nuovo Real Museo Borbonico nel Gabinetto delle Cose oscene. Durante la Seconda Guerra Mondiale viene trafugato dai nazisti. Ritrovato in una miniera di Salisburgo ha fatto infine ritorno a Capodimonte.
Tiziano Vecellio (Pieve del Cadore 1480-1485-Venezia 1576), artista innovatore e poliedrico è stato insieme a Giorgione il maestro del colore tonale. Titolare di una vera e propria azienda, direttamente a contatto con i potenti della sua epoca come un vero e proprio imprenditore della sua bottega e della sua personale produzione pittorica, ha centrato il suo primato sull’uso del colore e della sua espressività materica. In particolare nel periodo di produzione della Danae durante il soggiorno a Roma è importante l’incontro con Michelangelo, che ha da poco terminato il Giudizio Universale.
Egli commenta così la Danae di Tiziano: ‘Molto gli piaceva il colorito suo e la maniera, ma era un peccato che a Vinezia non si imparasse da principio a disegnare bene….’