Paparatto: “La Cgil è al fianco dei lavoratori anche sul fronte del disagio sociale”

Paparatto ToninoSulla scrivania del suo ufficio, al secondo piano della Camera del Lavoro di Alessandria, ci sono l’Unità, e l’ultimo romanzo noir di Alessandro Robecchi, Questa non è una canzone d’amore.
E non è un caso: “giornali (soprattutto cartacei, lo confesso subito), e libri sono le mie grandi passioni, da sempre. I quotidiani li leggo tutti: con L’Unità c’è un legame affettivo, ma certamente non è più il giornale di un tempo. Leggo anche Stampa, Repubblica, Sole 24,  e Il Corriere della Sera del mio amico Dario Di Vico, naturalmente. I romanzi invece mi rilassano, e stimolano sempre alla riflessione”. Tonino Paparatto (nella foto), “calabrese di nascita, ma torinese di adozione da ormai quasi quarant’anni”, è da poco più di un mese il segretario provinciale della Cgil di Alessandria.

Il nostro, possiamo dirlo, è in realtà il secondo appuntamento, poiché la prima volta, comprensibilmente, ha preferito incontrarci per conoscerci e prenderci insieme un caffè, senza interviste ufficiali: “non mi piace parlare a vanvera, e dovevo prima farmi un’idea concreta e completa della situazione”. Ora, invece, è arrivato il momento di alcune prime riflessioni, per provare ad analizzare la situazione territoriale alessandrina del mondo del lavoro, naturalmente calata all’interno del contesto regionale e nazionale, da cui è impossibile prescindere.

Dottor Paparatto, tracciamo prima un suo breve profilo per gliCamera del Lavoro alessandrini che ancora non la conoscono: iscritti alla Cgil e non…
(sorride sornione e ci scruta, ndr) Prima di tutto non sono dottore, perché dopo la maturità classica e un buon numero di esami universitari, la passione politico-sindacale mi ha travolto, e mi ci sono dedicato a tempo pieno. Poi sono anche contrario a qualsiasi culto della personalità: soprattutto qui in Cgil, dove siamo una grande organizzazione collettiva e democratica, in cui contano le idee e i progetti, non le persone. Ma provo a stare al gioco: ho 57 anni, arrivai a Torino dalla Calabria da ragazzo, e la mia terra la porto sempre nel cuore: cucina compresa, naturalmente. E gli amici dicono che come cuoco non sono proprio da buttar via. Dopo una giovanile militanza nella sinistra extraparlamentare,  e qualche anno da ‘battitore libero’, per me fu decisiva la morte di Enrico Berlinguer: nel senso che in quel momento, era il 1984, dentro di me qualcosa si ‘smosse’, e decisi di iscrivermi al Pci, di cui ho poi seguito le diverse evoluzioni, fino al Pd di oggi. Ma la mia vera casa è la Cgil: qui sono entrato da giovassimo dipendente del comune di Torino, e qui ho speso più di trent’anni della mia vita. Spero bene, ma questo sta agli altri dirlo, naturalmente.

Quando ad un certo punto le hanno detto: “Tonino, devi andare ad Alessandria” cosa ha pensato? Sia sincero però..
Sincerissimo: ho pensato che avrei cominciato una nuova esperienza, bella e importante: all’interno della Cgil mi sono occupato di Funzione Pubblica, della Filcams (Commercio, Turismo e Servizi), poi del Sindacato Lavoratori della Comunicazione, del quale in questi mesi estivi ‘di transizione’ sono ancora segretario regionale. La guida di una Camera del Lavoro, tra l’altro importante come quella di Alessandria, dove abbiamo a livello provinciale oltre 53 mila iscritti, è sicuramente un impegno gravoso e stimolante, in cui sto già mettendo tutto me stesso.

Tiberti nuovaPerò, segretario, non nascondiamocelo: lei raccoglie un’eredità pesante come quella di Silvana Tiberti: e anche i muri della Camera del Lavoro sanno che si è dovuto far ricorso ad un ‘torinese’ perché sulla successione si erano aperte lacerazioni profonde…
Posso solo dirle che, nel mio primo mese di lavoro, ho trovato una struttura straordinaria, efficiente, piena di competenze e voglia di fare. Silvana Tiberti ha certamente fatto compiere alla Camera del Lavoro un tratto di strada importante, e di crescita. Ma la Cgil, glielo ribadisco, non dipende e non dipenderà mai dalle singole persone: il nostro è un percorso collettivo, di organizzazione e di struttura. Questa è sempre stata la nostra forza, e lo è ancora.

Anche oggi, che Renzi con il suo leaderismo un po’ cesarista tende aRenzi ragazzaccio ‘scavalcare’ i corpi intermedi, e a dialogare direttamente con i cittadini, e con i lavoratori? Il premier non rischia di mettervi un po’ nell’angolo, e non ha forse l’obiettivo, neanche troppo latente, di ridimensionarvi?
Renzi ha certamente ‘sparigliato’ il mondo della politica italiana, e a quanto leggiamo sta cercando di lanciare segnali forti anche in Europa. Noi continueremo a fare il nostro mestiere però, che è quello di pretendere a gran voce tutele per i lavoratori, e i pensionati. Certo, non possiamo far finta che il mondo sia quello di trent’anni fa, perché un sindacato deve interpretare il presente, in chiave futura. Ma a noi pare che oggi il lavoro sia più che mai priorità assoluta: e deve essere lavoro più tutelato e protetto (si pensi alla giungla del precariato, delle finte partite Iva che ora dilagano persino nelle imprese di pulizia, per non dire del far west dei call center o del mondo dell’informazione e comunicazione). Per cui con Renzi ci può e deve essere dialogo costruttivo: naturalmente se il ruolo dei sindacati (e non solo il nostro, come Cgil) viene riconosciuto come quello di un attore essenziale. In caso contrario, faremo le nostre battaglie, come abbiamo sempre fatto. Ma non contro Renzi, o contro chiunque altro: a favore e a tutela dei lavoratori.

Slot machinesGuardiamo a casa nostra Pararatto, che ora è anche casa sua: da dove partire? Quali sono le priorità sul tappeto?
Provo a fare una premessa di metodo, prima di passare all’elenco delle questioni (che vengono poi peraltro seguite benissimo dai diversi responsabili di categoria): già negli anni quaranta e cinquanta il grande scrittore di fantascienza Isaac Asimov metteva in guardia dal rischio di una società fatta di solitudine, di individui completamente isolati e alle prese con un’alienazione tecnologica. Ebbene, magari qualcuno penserà che sono semplicemente retrò, ma a me pare che, oggi, il futuro fantascientifico immaginato da Asimov sia in gran parte già realtà: e allora un sindacato come la Cgil deve, e sempre più dovrà, saper stare al fianco delle persone, dei lavoratori, non solo nelle trattative per il contratto, ma per aiutarli ad affrontare i disagi crescenti della loro vita. Ma sa quante richieste di aiuto riceviamo ogni giorno, qui ad Alessandria come a Torino? Purtroppo il rischio è che le persone, soprattutto se il lavoro viene meno, o diventa sempre più precario, finiscano a naufragare su Internet, piuttosto che alle slot machines di un bar: e questo dobbiamo evitarlo ad ogni costo.

Ma, se lo snodo è certamente il lavoro, qual è la chiave perchéCgil bandiere l’alessandrino, in termini di territorio provinciale, torni a crescere, liberandosi da questo senso di declino costante che percepiamo un po’ tutti?
Alessandria la conoscevo già abbastanza prima di arrivare qui come segretario della Camera del Lavoro, se non altro attraverso i racconti di tanti compagni del sindacato che vivono da queste parti, e che frequento da una vita: ora ne sto approfondendo meglio le dinamiche economiche, e credo che sia uno snodo territoriale importante, con delle potenzialità. Penso all’industria in primo luogo: su questo territorio ce ne sono di non trascurabili, e certe filiere, come quella del dolciario e agroalimentare, hanno ancora ampi spazi di crescita, e possono essere coniugate anche a percorsi di tipo culturale, in senso lato. Naturalmente cito Torino, perché da lì vengo: quella è una città che 25 anni sembrava destinata a spegnersi, viveva una crisi profonda. Ma, grazie ad una sinergia importante tra tanti attori diversi, si è riusciti ad aprire una nuova stagione, a valorizzare le potenzialità esistenti, e ad inventarsi nuovi percorsi. Credo che per Alessandria possa essere la stessa cosa: a cominciare da luoghi simbolo, come il Teatro: riaprirlo, e farne il fulcro di una serie di attività e progetti, non creerebbe migliaia di posti di lavoro, ma lancerebbe un segnale preciso sulla nascita di un nuovo ciclo.

Arpa_piemonte_sede_torinoA proposito di industrie, però: nell’alessandrino, lei lo sa bene, industria ha fatto spesso rima con inquinamento ambientale, a partire da gravi danni alla salute dei lavoratori. Ci sono anche processi importanti in corso, su questo fronte. E qualcuno parla di chiudere o ridimensionare fortemente i laboratori dell’Arpa: come a dire, rimuoviamo il controllore e risolviamo il problema…
La questione ambientale è delicatissima, e credo che su questo fronte le istituzioni pubbliche, a partire dalla Regione Piemonte, negli ultimi anni, abbiano avuto un atteggiamento un po’ disattento. Molto dipenderà anche dalle scelte strategiche della nuova giunta Chiamparino, che mi pare abbia dato in campagna elettorale alcuni segnali importanti. Sui processi in corso non mi faccia sbilanciare: fra qualche giorno però diremo cose precise e importanti. La Cgil sta facendo la sua parte, e continuerà a farla. E’ chiaro però che, per il futuro, occorre andare verso un modello produttivo eco-compatibile, ma anche eco-sostenibile: in cui la salute dei lavoratori, e della cittadinanza, vengono prima di ogni altra cosa.

Grandi opere: possibile che debbano per forza essere accostate aTerzo Valico nuova speculazione, tangenti e criminalità organizzata? Dobbiamo per forza convivere con questo modello?
E’ una patologia da eliminare in maniera drastica. Così come è assurdo aprire ogni volta discussioni infinite tra guelfi e ghibellini. Il punto è che ci sono grandi opere che sono un insulto alla logica, penso al Ponte sullo Stretto, e altre che, finalizzate a realizzare importanti infrastrutture, non solo creano lavoro, ma consentono di progettare il Paese di domani. Sul terzo valico, per stare a casa nostra: lì c’è un iter già ampiamente avviato, e la Cgil ha preso posizioni precise sul fronte ambiente e sicurezza, e lo ribadirà in ogni contesto. In queste settimane, poi, si è aggiunta la questione della tutela di lavoratori licenziati, e i nostri responsabili di categoria stanno seguendo passo passo la vicenda. Ma un sindacato che dicesse sempre no allo sviluppo non aiuterebbe certo né i lavoratori, né l’Italia ad uscire dalla fase di depressione in cui si trova da troppi anni.

Comune di Alessandria 3Comune di Alessandria. Negli ultimi due anni il rapporto tra amministrazione di Palazzo Rosso e sindacati è stato a corrente alternata, diciamo così: prevede un periodo di maggior condivisione?
Ognuno deve fare il proprio mestiere, e il compito della Cgil, come di Cisl e Uil con cui stiamo procedendo di comune accordo e intesa, è tutelare i lavoratori. Rispetto a due anni fa la situazione della galassia comunale è senz’altro meno drammatica, ma questo non significa che tutto sia risolto. E d’altra parte ci sono comparti, come il trasporto pubblico e la sanità, che necessitano di interventi sistemici, di un progetto regionale. Detto questo: con i colleghi Ferraris (Cisl) e Gregori (Uil) ci siamo già confrontati più volte, e abbiamo chiesto un incontro al sindaco Rossa, che credo ci risponderà a breve. In questo mese mi è capitato di incontrarla un paio di volte ad incontri pubblici, ma ci siamo limitati a cordiali presentazioni reciproche: avremo però presto modo di entrare nel merito delle questioni ‘calde’ che sono sul tappeto.

Ettore Grassano