La struttura dei Mondiali di Calcio ormai è una specie di spettacolo già previsto, tanto che a memoria non ricordo un’altra edizione dove i rapporti di forze fossero confermati in maniera quasi tennistica: stasera inizieranno i quarti di finale e si possono già trarre indicazioni da quello che si è visto e fare pronostici su quello che si vedrà.
Parto ovviamente dall’analisi del visto, per dire che è stato un mondiale schifosamente prevedibile: si sono qualificate per i quarti di finale tutte e otto le vincenti dei gironi (non era MAI successo prima che tutte le vincenti dei gironi passassero anche il primo turno eliminatorio da quando ci sono più di quattro gironi nella prima fase) e di queste cinque su otto sono le teste di serie designate al sorteggio (Brasile, Colombia, Germania, Argentina, Belgio) e tre le «sorprese» (Francia, Olanda e Costa Rica – queste ultime due addirittura impegnate in uno scontro fratricida) per quanto in effetti solo i centroamericani siano una vera rivelazione dopo essere stati considerati i vasi di coccio di un girone dove complessivamente si presentavano sette titoli mondiali.
Proprio il girone dell’Italia ha mostrato i limiti del sorteggio: l’Inghilterra era già fuori dopo sole due partite – come la Spagna, peraltro, ma quella è stata solo la fine di un ciclo – e l’Italia – di cui parlerò in dettaglio più avanti – l’ha seguita dopo il sedicesimo di finale mascherato con l’Uruguay. Altre vittime illustri la Russia tradita dal proprio portiere, le africane Camerun e Costa D’Avorio che non riescono a costruire una squadra intorno ai propri uomini simbolo Eto’o e Drogba – e questa volta gli elefanti non hanno nemmeno la scusante di un girone impossibile, perchè Grecia e Giappone sono più che alla loro portata -, il Giappone di Zaccheroni, il Portogallo di Cristiano Ronaldo arrivato troppo fuori forma al momento giusto. Dai gironi si erano quindi qualificate non poche sorprese, in testa a tutte Costa Rica ed Algeria, ma gli ottavi di finale hanno subito scremato il gruppo: fatti salvi i primi che comunque hanno giocato una gara alla loro portata contro la Grecia, tutte le outsider hanno abbandonato il mondiale.
C’è stato chi ha lottato fino ai propri limiti (Algeria, Svizzera – con il palo di Dzemaili a tempo scaduto -, Stati Uniti, Messico, Grecia) e chi ben oltre (Cile, con quella traversa che Pinilla ha fatto bene a tatuarsi sulla schiena a perenne ricordo di chi è andato ad un centimetro dalla gloria) e chi ha mollato (Nigeria ed Uruguay, ma i primi almeno hanno retto un’ora, mentre i sudamericani erano già eliminati appena usciti dal tunnel degli spogliatoi).
Ora il programma prevede Brasile-Colombia e Francia-Germania da una parte e Olanda-Costa Rica e Argentina-Belgio dall’altra: punto i miei 2 centesimi su semifinali Brasile-Germania e Olanda-Argentina, e su una finale Germania-Argentina con i tedeschi che finalmente otterrano la quarta stella dopo una finale e due semifinali perse.
L’Italia, come sapete, è uscita presto con solo una vittoria contro l’Inghilterra al suo attivo e due sconfitte – la prima con il Costa Rica francamente umiliante, la seconda con l’Uruguay inevitabile dopo l’espulsione di Marchisio – ed è tempo di pensare al futuro. Quello che mi dispiace è che dopo l’eliminazione degli azzurri gli ascolti del mondiale siano calati drasticamente: rimangono molte partite nella fase ad eliminazione diretta e finora sono state (Colombia-Uruguay a parte) tutte godibili, e da tutte avremmo sicuramente potuto imparare qualcosa. Gli italiani, soprattutto i ragazzi che vorrebbero fare del calcio una professione, avrebbero potuto imparare qualcosa da chi è andato più avanti di loro nel cammino mondiale, ma hanno preferito andare a prendere il sole in spiaggia, probabilmente perchè così è più facile non rendersi conto che non siamo più la potenza di otto anni fa continuando a tenere la testa sotto la sabbia.