5 domande a… Maria Elisabetta Donadio

donadiodi Andrea Antonuccio.

Grande appassionata di arte preistorica (neolitico escluso, e ci tiene a sottolinearlo), Maria Elisabetta Donadio ha un laboratorio di produzione di gioielli in ceramica raku, un metodo antico di origine giapponese per la cottura della ceramica. Vive e lavora a Castellazzo Bormida, ed è sposata con un marito imprenditore che, tra le altre cose, le ha costruito un forno su misura per la “cottura” dei suoi originalissimi gioielli. Buona lettura!

gioielli_terra_021) Maria Elisabetta, come sei arrivata alla ceramica raku?
Dieci anni fa ho conosciuto il mio maestro, Piero Roggero, e da lui ho imparato a “trattare” la ceramica con la tecnica raku. E mentre tutti utilizzavano (e utilizzano) il raku per fare suppellettili, vassoi o quadri, io pensai invece di usarlo per altri manufatti artistici, più piccoli: da questa intuizione sono nati i “Gioielli dalla Terra“. All’inizio ho realizzato alcuni medaglioni con i simboli preistorici, ma senza ottenere grandi successi commerciali. Le mie clienti volevano le collane, le cose più piccole… ora invece i medaglioni sono molto richiesti. Era solo una questione di tempo, evidentemente.

2) Quanto le tue clienti hanno influenzato il tuo modo di lavorare in questi anni?
Tantissimo. Ho imparato, per esempio, che piacciono le cose che luccicano! Nei miei gioielli devo mettere sempre qualcosa di “luminoso”, che colpisca gli occhi.

gioielli_terra_013) Quali strumenti utilizzi per farti conoscere?
Ho diversi agenti che promuovono le mie creazioni portandole nei negozi più belli di tutta Italia. In più, mi sono affidata ad una testimonial di grande fascino e bellezza, la signora Cristina Antoni, che indossa i miei gioielli quotidianamente. Fuori dall’Italia, mi affido prevalentemente al web. Lo confesso: grazie a internet, per me si sono aperti orizzonti inaspettati.

4) E’ vero che lavori anche per altri marchi?
Da due anni realizzo la linea “Magika” per Alfieri & St.John [ndr: società del gruppo Damiani]. Quando sono venuti nel mio laboratorio a vedere tutte le fasi della lavorazione del gioiello, dall’argilla refrattaria al pezzo finito, sono rimasti molto colpiti dalla cottura della ceramica raku. E hanno esclamato: “Questa è una magia!”. Credo che il nome “Magika” sia venuto da lì…

gioielli_terra_045) Ultima domanda. Che cosa pensi di Alessandria?
Alessandria, mi spiace dirlo, è una città un po’ addormentata. Mi sembra poco vissuta… Io però penso in positivo: mi auguro che qualche centro commerciale chiuda, e riaprano così i negozi del centro (quelli veri, non solo i marchi in franchising). A mio avviso una città è viva se è vivo il centro, se la gente esce, si ritrova, socializza e fa shopping.