Tra le varie iniziative collaterali del Salone Internazionale del Libro di Torino, venerdì scorso nel carcere di San Michele è stata organizzata l’iniziativa “Voltapagina”, lettura e approfondimento a cura di un gruppo di assistenti sociali, educatori e volontari dei penitenziari. Nell’ambito della giornata, è stato invitato lo scrittore Antonio Pennacchi, vincitore del premio Strega nel 2010.
Pennacchi nel lontano 1970 ha svolto ben 15 mesi di servizio militare all’ottava compagnia del II° battaglione del Ventunesimo reggimento fanteria Cremona, di stanza nella caserma Valfrè ad Alessandria. Lo scrittore, originario di Latina, è noto oltre che per il suo brillante modo di scrivere anche per la sua burrascosa vita politica e sindacale.
Pennacchi, approfittando del suo viaggio dal Lazio sino in Piemonte, ha chiesto all’amico alessandrino Maurizio Sciaudone, maresciallo dell’Esercito e buon conoscitore quindi della vita militare cittadina, di accompagnarlo a rivedere la “sua” caserma e a fare un giro per Alessandria a ritrovare luoghi che non rivedeva da più di quarant’anni, vedi per esempio la stazione, passaggio obbligato per quasi tutti i militari, e il mitico bar Zerbino del quale non ha potuto che dolersi dei cambiamenti avvenuti.
Pennacchi ha avuto quindi l’opportunità di compiere anche un giro negli ambienti della caserma Valfrè a lui familiari, chiedendo, anche per un’evidente commozione, di poter rimanere solo a girare per camerate e corridoi che lo hanno visto anonimo soldato, ancora lontano dal suo successo di scrittore. Come ammesso da lui stesso la sua “vita alessandrina” è stata una pagina carica di ricordi piacevoli e meno piacevoli.. che in ogni caso gli hanno regalato parecchia nostalgia. Ha voluto anche fare un salto nel bar e la tabaccheria in piazza Valfrè di fronte alla caserma, che pur con gli evidenti cambiamenti odierni, ricordava ancora…. come ricordava la cassetta delle lettera sistemata apposta per i militari presso i giardini di fronte all’ingresso della caserma e oggi spostata di fianco al bar Maffei e la tabaccheria. Piccoli ricordi ma che hanno fatto molto piacere a Pennacchi.
Uscito dalla caserma ha recuperato subito il suo buon umore, dopo la commozione e la nostalgia. Ha poi scherzato e si è intrattenuto anche con alcuni alessandrini che chiacchieravano davanti al bar. Prima di tornare all’auto che lo aspettava a San Michele per riportarlo a Torino, lo scrittore ha chiesto al maresciallo Sciaudone di portarlo a fare un veloce giro della Cittadella, per rivedere il monumento più conosciuto e importante di Alessandria. Dopo essersi salutati calorosamente, Maurizio Sciaudone ha promesso ad Antonio Pennacchi oltre a un incontro con l’associazione dei commilitoni del ventunesimo, di organizzargli nel prossimo futuro una visita approfondita della nostra città. Anche per prendere contatto con la realtà culturale alessandrina, “che senz’altro può trarre beneficio – afferma Sciaudone -da questo legame affettivo che Pennacchi ha con Alessandria. E non possono che stabilirsi rapporti positivi e proficui”.