La vicenda delle ex cuoche di Costruire Insieme ha tenuto banco per mesi sui media locali, ma da tempo non se ne parla più, come se il problema si fosse risolto. Però non è esattamente così, e anzi oggi la situazione per le lavoratrici è ancora più grave.
Cosa è successo nel frattempo? Per meglio comprendere la situazione (anche a seguito di un recente comunicato stampa del sindacato) abbiamo incontrato il delegato dell’USB Nicola Stornini, che più di ogni altro ha seguito tutta la vicenda.
Afferma lo stesso Stornini: “Le cuoche precarie del comune di Alessandria sono sempre state assunte con chiamata dall’ufficio di collocamento fino all’anno scolastico 2008/2009, quando l’Rdb (oggi USB) ha ritenuto opportuno proporre un metodo per cercare di dare una continuità lavorativa alle stesse, facendo presentare in Comune un’interrogazione scritta alla Giunta in merito al problema. Ci fu così la possibilità tramite una selezione con validità triennale, di garantire a 19 lavoratrici su 23 di ottenere un contratto annuale che fu rinnovato sino al 2011.
Nell’anno in questione l’amministrazione in carica non intendeva far lavorare lo stesso personale, ma a seguito dell’intervento del USB con la mobilitazione, l’occupazione del Consiglio Comunale e con la presentazione della mozione salva precari, le cuoche dopo avere superato la relativa selezione furono assunte dall’Aspal e continuarono a lavorare ancora per un anno”.
Nel 2012 l’attuale amministrazione vinse le elezioni comunali e nell’agosto dello stesso anno decise di costituire l’azienda speciale Costruire Insieme.
A questo proposito Nicola Stornini premette che “se nel 2011 tutti i lavoratori e le altre sigle sindacali si fossero uniti alla loro lotta, oggi non si parlerebbe più di precariato nel servizio scolastico, in quanto la proposta dell’USB era quella di trasferire la gestione di alcuni nidi ad Aspal, con il relativo personale precario. A giugno 2012 l’USB invitò i propri tesserati a intentare una causa di lavoro contro il comune di Alessandria, contestando l’abuso dei contratti a termine che lo stesso aveva stipulato nei confronti dei lavoratori con il risultato che le otto cuoche precarie da loro tutelate ricevettero un risarcimento circa 105.000 euro (le uniche su 65 dipendenti precari ad essere state risarcite)”.
Nell’anno in questione le stesse furono assunte dall’azienda speciale Costruire Insieme, con un contratto sino al 9 luglio 2013 che alla scadenza non fu più rinnovato.
Da tale data subentrò l’indennità di disoccupazione che oggi la maggior parte di loro non percepisce più (chi ha compiuto 50 anni continuerà a percepirla sino a luglio 2014).
“Nel corso del 2013 – continua Stornini – le cuoche precarie, per un periodo di circa due mesi misero in atto iniziative di protesta, come il presidio con camper, striscioni e manifesti in piazza della Libertà davanti al Comune e la successiva occupazione della chiesa di San Michele, con lo scopo di difendere il posto di lavoro, ma purtroppo senza alcun esito dato che l’amministrazione comunale ad agosto 2013 decise comunque di affidare il servizio mense dei nidi all’Aristor”.
Affidamento che l’USB ritenne irregolare, perciò presentò un ricorso (del quale non si conosce ancora l’esito) all’autorità di vigilanza per gli appalti pubblici.
Stando a quanto afferma l’USB, “l’amministrazione è consapevole che l’appalto ad Aristor del servizio di ristorazione di 5 nidi d’infanzia comunale per l’anno scolastico 2013/14, in base alle normative vigenti (D.L. 179/2012 convertito in L. 221/2012 art. 34 c 21.) è irregolare dato che la stessa è una società privata”.
In questi giorni l’USB ha inviato al comune di Alessandria, e per conoscenza alla Prefettura, una lettera di diffida a conservare tale appalto, chiedendo che vengano applicati i criteri delle normative europee.
Per il sindacato, in questa vicenda “la politica peggio di così non poteva fare, dato che sono state licenziate persone che da almeno 6 anni facevano lo stesso lavoro, per affidarlo in maniera irregolare all’Aristor”.
Inoltre USB ha chiesto un incontro con i capi gruppo consiliari con lo scopo di recuperare i posti di lavoro persi: agli stessi verrà chiesto di presentare una mozione che impegni chi eventualmente gestirà in seguito il servizio mensa in questione ad assumere il personale che ha perso il lavoro.
Al momento non è dato sapere se e quali sviluppi potranno esserci in questa vicenda, e se il Comune dovrà effettivamente recedere il contratto con Aristor e indire un nuovo bando per adeguarsi alle normative vigenti citate dall’USB. Non resta che attendere per verificare gli sviluppi.