“Nucci mi ha detto: mio figlio a Genova. A Milano ci mettiamo tuo figlio. A Torino ci mettiamo la figlia di Greganti in modo che i ragazzi li abbian messi a posto ed entrano come quadri, dopo 6-10 mesi li mettono come dirigenti e… li mettiamo a 3/4 mila euro al mese netti…”.
La dichiarazione è di uno dei soggetti coinvolti nell’operazione ‘manette’ a Expo 2015 dei giorni scorsi. E, insieme a quell’altra di Graziano Delrio che si appresta a precisare che ‘stavolta la politica e i partiti non c’entrano’, è senz’altro la più emblematica di tutta la vicenda. Senza naturalmente contare la voce delle consorti degli arrestati, per cui “Primo è un generoso, e si fida troppo delle persone”, mentre “Claudio paga il suo altruismo”, e così via.
Anche i ladroni insomma in Italia tengono famiglia, e la loro prima preoccupazione, in fondo, è pur sempre quella di sistemare i figli, se possibile come dirigenti pubblici o parapubblici, a stipendio fisso.
Di fronte ad una serie di news ‘a raffica’ (mazzette milionarie ad Expo, arresto per l’ex ministro Scajola, e Dell’Utri definitivamente latitante in Libano dopo la condanna in Cassazione che si dichiara prigioniero politico!) c’è chi è subito partito con le ipotesi ‘dietrologiche’ (giustizia a orologeria, mancano 2 settimane alle elezioni, giudici ‘grillini’, e via dicendo), e chi invece, come appunto Delrio, ha puntato a ‘smarcarsi’, non per sé si intende, ma per la categoria.
E a me ha fatto venire in mente una canzone di Roberto Vecchioni di un po’ di anni fa, La gallina Maddalena, e il verso “papà rubava/ma io so’ brava!”. Ascoltatela, se avete tre minuti di tempo.
La politica dunque si ‘chiama fuori’, riconoscendo così di non aver più in mano il ‘pallino’ del gioco, ma di essere un semplice parafulmine. Ce ne eravamo accorti da una ventina d’anni, peraltro.
Ma noi, gli italiani comuni, come abbiamo reagito? Un sorriso, una battuta divertita, un’alzata di spalle: perchè nessuno, ma proprio nessuno di noi in cuor suo aveva mai dubitato che attorno ad Expo 2015 ci fossero importanti business collaterali ‘all’italiana’, e a favore dei soliti noti. Così come anche chi di noi è favorevole alle opere pubbliche, piccole e grandi (se non si costruiscono infrastrutture, non ci si può poi lamentare del fatto che non ci sono), sa benissimo che spesso i costi sono gonfiati, e che nel tragitto ci sono tante bocche fameliche da soddisfare, piccole e grandi anche loro, proprio come le opere.
Ora naturalmente qualcuno ci spiegherà che sono solo mele marce, e Renzi metterà in campo nuove regole, semplici e inattaccabili, che elimineranno la corruzione ad ogni livello. E noi fingeremo di crederci, perchè la speranza non deve morire mai. Ma, in cuor nostro, ci accontenteremmo che la ruota riprendesse a girare per tutti, e che l’Italia evitasse di diventare un deserto in cui chi ha risorse proprie vive di rendita, o va ad investirle all’estero. Mentre chi non ne ha coltiva sogni di improbabile rivalsa rivoluzionaria, e nel frattempo cerca di sopravvivere di elemosina pubblica, con qualche sussidio o reddito di cittadinanza. Perchè guardate che la china che stiamo imboccando è decisamente questa. E la speranza di essere un Paese normale si allontana sempre più…