Sino a pochi anni anni fa ci eravamo quasi rassegnati a subire una classe politica vecchia, conservatrice che faceva prevalentemente i propri interessi e quelli degli amici.
Nel periodo in questione l’Italia stava toccando il fondo con prospettive preoccupanti, che facevano aleggiare anche sul nostro paese lo spettro della Grecia, perciò per impedire che ciò accadesse era inevitabile che qualcosa doveva succedere, come in effetti poi è stato.
La protesta dei cittadini che non ne potevano più è ulteriormente cresciuta e la nascita del M5S che ha catturato il 25% dei consensi alle ultime elezioni politiche (quasi la stessa percentuale del PD e poco più del PDL) ha determinato un primo importane evento che doveva dare avvio ad un profondo cambiamento, probabilmente non ancora concluso, del quadro politico del paese. La fine del ventennio Berlusconiano (poi decretata dalla sentenza che lo ha estromesso dalla sua carica in Senato) è stata seguita dal passaggio del testimone prima a Mario Monti e poi a Enrico Letta (entrambi scelti da Giorgio Napolitano con una decisione per taluni discutibile) e finalizzata ad evitare di mandare il paese alle elezioni in un momento certamente poco propizio.
Abbiamo poi vissuto l’incresciosa vicenda dell’elezione del presidente della Repubblica, che ha visto all’opera i 101 franchi traditori del PD, ai danni di Romano Prodi, la riconferma di Giorgio Napolitano che taluni contestano e infine l’avvento dirompente sulla scena politica italiana del giovane rampante Matteo Renzi, prima come Segretario del PD e poi estromettendo Enrico Letta, con un azione per taluni discutibile ma evidentemente in linea con i tempi in cui viviamo, come Premier. Ora in merito a questo ultimo evento speriamo che almeno ci siano finalmente i risultati che i cittadini attendono da anni, in primis il rilancio dell’economia e dell’occupazione, obiettivi strettamente connessi e perseguibili solo se lo Stato e le imprese faranno ciascuno la propria parte e a questo proposito va detto che alcuni segnali positivi ci sono già, anche se, alla luce delle passate vicende politiche del nostro paese, è meglio attendere di verificare gli effetti concreti prima di avere la certezza che sia in atto una svolta tanto decisiva quanto attesa.
Poco prima, anche a seguito dell’interdizione di Berlusconi dai pubblici uffici, c’è stata la scissione nel PDL con la rinascita di Forza Italia e la creazione del Nuovo Centro Destra, verso il quale pare si prospettino ulteriori migrazioni, persino il portavoce Paolo Bonaiuti dopo un ventennio ha abbandonato il suo capo storico e anche Sandro Bondi altro fedelissimo non si riconosce più in questo partito e ha scelto di rimanerne fuori inviando le dimissioni da amministratore delegato di Forza Italia Non deve averci ripensato nemmeno dopo avere visto l’incredibile pena inflitta a B., ben 4 ore alla settimana per un anno ai servizi sociali, ulteriormente addolcita dalla possibilità di fare politica, cose che succedono solo nel paese delle meraviglie.
Forza Italia stando ai sondaggi e agli abbandoni (del resto si sa che quando la nave affonda i topi scappano) appare in crisi di consensi e stando a quanto scrive un importante quotidiano nazionale anche di finanze, peccato che osservando la miriade di manifesti elettorali sparsi per tutta la città non si direbbe.
Perciò se proiettiamo questo massiccio investimento pubblicitario locale a livello nazionale, al momento nettamente superiore a quello di tutte le altre forze politiche messe insieme, sorge spontanea una domanda, chi è o chi sono i finanziatori?, e sopratutto visto l’andazzo del passato che cosa chiederanno di avere in cambio?
Ecco perchè è rischioso per la democrazia, eliminare completamente il finanziamento pubblico obbligatorio dei partiti lasciandolo completamente nelle mani dei privati…, si potrebbe invece dimezzarlo sottoponendo il controllo dei bilanci degli stessi alla Corte dei Conti.
Pier Carlo Lava – Alessandria