Quando ci si trova fra le mani una cartolina come questa non si può far altro che rimanere estasiati in religioso silenzio, osservare stupiti e chiedersi i motivi per cui tanti cambiamenti abbiano interessato la nostra città.
Occorre fare un’analisi molto complessa di tutti i particolari che l’immagine mostra e tener conto che il trascorrere del tempo una traccia la lascia. Sempre.
In cento anni la città non può rimanere immobile, non può essere oggi quella che fu una volta.
Il trascorrere di un secolo porta delle novità, grandi o piccole, volute o subite; esse sono conseguenza delle mode e delle scelte dei singoli cittadini oppure delle decisioni operate da chi governa la città. Nel corso di cento anni Alessandria ha subito due guerre, bombardamenti aerei compresi, un’alluvione e tanti altri eventi di varia entità. In un secolo la città ha visto il susseguirsi di stili artistici e architettonici condividendoli in parte e seguendone le tracce.
Nei primi decenni del Novecento il Liberty fu lo stile che imperversò in maniera più intensa e vistosa. Le vetrine degli esercizi commerciali – in particolar modo – ma anche diversi palazzi o semplici elementi di arredo urbano ne seguirono i dettami. Il Liberty molte volte ha spazzato via la patina seriosa dell’Ottocento, trasformando anche e soprattutto le vetrine dei negozi e donando a queste un’immagine più moderna, una veste diversa; in questa città di sicuro arrivò con un certo ritardo, come dimostra la cartolina che propongo; siamo intorno al 1910 e non ha ancora contagiato la via del passeggio.
Infatti, come si può osservare in questo scorcio di Corso Roma, lo Stile Floreale – cioè il Liberty – non ha ancora lasciato il segno, le sue forme ricurve, come invece fa – nello stesso periodo – in altri centri urbani. In questo caso particolare la tabaccheria che si può osservare in primo piano ha ancora addosso tutta la polvere dell’Ottocento appena andato.
La cartolina offre un’interessante animazione di gente, con donne dalla veste lunga e ragazzi con i caratteristici pantaloni alla zuava, tutti in posa per il fotografo – che a quei tempi costituiva un’assoluta rarità – e ci dona un soffio di aria di provincia, quale era ancora la nostra città a quel tempo e chissà ancora per quanto.
Il tram elettrico non è ancora arrivato per donarle, con il suo sferragliare, un tocco di modernità; la pavimentazione stradale, come si può vedere, ha ancora la vecchia struttura costituita di pietre granitiche adatte alla circolazione dei carri o delle primissime automobili e pure i marciapiedi sono della stessa natura; l’assetto del fondo e l’acciottolato erano stati intelligentemente studiati, come la logica richiede, per convogliare le acque piovane verso il centro della strada.
Ancora molto lontani sono i tempi in cui verranno poste in questa strada costose pietre (sono pietre?) innovative, dalle forme e dai colori bizzarri e dotate – secondo alcuni – di misteriose virtù alchimistiche, ma certamente più adatte a far cadere il malcapitato pedone piuttosto che idonee al passeggio. Qualcuno asserirà di averci messo la faccia – testuali parole – in questo progetto… beh, mi spiace dirlo, la faccia l’ha persa, visti i risultati.
Quest’ultima riflessione nasce dal cuore dell’autore di questo pezzo che – nonostante ogni sforzo – non è riuscito a trattenersi e ha dovuto condividerla insieme a voi lettori; d’ora in poi non fateci più caso, chi scrive è fatto così, è più forte di lui essere gramo… ma questa è storia e per conoscerla è sufficiente leggere tra le cronache di epoca recente…
Una sola avvertenza. Se per ventura vi addentrate in centro prestate molta attenzione a dove mettete i piedi, per non trovarvi bell’e lunghi per terra, stile pelle di leone di fantozziana memoria.
Cronachetta – Il lunedì è un divertimento trascorrerlo in Piazzetta della Lega all’imbocco del corso Roma. I contadini fermi a trattare sono il novanta per cento. Il dieci per cento è costituito da gente che deve circolare per i fatti loro. Il guaio maggiore è che circolano (filano) automobili, trams, biciclette. Ne succede dalle nove alle dodici un caos divertentissimo. Un signore discute con un altro con il solito pacchetto avvolto in carta blue contenente grano. Niente di male, dico io e dite voi; il male è quando quel grano vola improvvisamente in aria o meglio sulla faccia paffuta e rosea del commerciante che voleva acquistarlo; daltronde che colpa ne ha quel povero garzone ciclista che pressato dalla gente ha infilato una rotaia del tram? Questo è un caso ma ve ne sono mille. E per farla breve, perchè non vietare il transito alle automobili, alle motociclette, alle biciclette?
Lascino pure passare sulle sue rotaie il tram, anzi propongo per la circolazione il tram-cisterna, quello che innaffia le strade. Almeno così la gente starà una volta tanto a posto.
« marius »
La Libertà – Settimanale Cattolico della Provincia di Alessandria – Organo della Giunta della Diocesi di Alessandria – Anno XV – Numero 36 – Alessandria – Giovedì 6 settembre 1934 – Anno XII E.F.