Nella sua pagina facebook, Luciano Tirelli si definisce “presentatore di eventi di vario genere, speaker radiofonico, DJ specializzato in musica revival con vinili anni 70/80 e commerciale disco”. Non lasciatevi ingannare, però… il nostro DJ è anche un eccellente uomo di marketing, e attualmente sta seguendo in collaborazione con Radio Gold lo sviluppo commerciale di Radio Voghera, di cui è diventato anche “voce” con il programma ‘Luci del mattino’. Luciano è una persona simpatica, disponibile e sempre pronta a raccontarsi e a mettersi in gioco, sia quando parla delle cose che fa, sia quando si apre raccontando di sé. Buona lettura!
1) Luciano, partiamo dai tuoi inizi radiofonici… come hai incominciato?
Essendo nato in una famiglia di musicisti, per me la musica è sempre stata una grande passione. Pensa che a 11 anni suonavo la batteria nel complesso di mio padre, “I Romantici“, nei Night Club… e meno male che nessuno se ne è mai accorto, perché ero minorenne! Crescendo, per vincere la mia innata timidezza e sull’onda dell’entusiasmo per le prime radio libere ho “inventato” una radio a casa mia, coinvolgendo i miei amici. All’inizio si chiamava “Radio Luciano’s One“, e poi è diventata “Radio Direttiva Uno“. Facevamo delle finte dirette, con due telefoni giocattolo per le telefonate degli ascoltatori (i miei amici, ovviamente). Avevo anche tirato un cavo in casa collegandolo alla radio dei miei genitori, perché potessero ascoltarmi. A un certo punto mi sono lanciato, e con un altro cavo ho portato la radio negli appartamenti degli inquilini del palazzo. Che anni meravigliosi!
2) E la tua prima esperienza radiofonica veramente professionale?
Era il 1983, e mentre lavoravo in un’azienda orafa (stavo anche cominciando a guadagnare bene) ho incontrato per caso Sara Destro, voce storica della radiofonia alessandrina, che mi ha fatto fare un provino a Radio Delta di Valenza. Il giorno dopo mi hanno chiamato per propormi di lavorare con loro… era un sogno che si avverava! Di lì a poco ho lasciato l’azienda orafa e mi sono dedicato anima e corpo alla radio. Non ti dico che cosa mi hanno detto a casa quando mi sono licenziato…
3) Parallelamente alla radio, facevi il DJ nei locali della provincia. Chi è stato il tuo primo maestro?
La prima esperienza come DJ l’ho fatta negli anni ’80 al Sound di via Cavour ad Alessandria, dove adesso ci sono le Poste. Tempi pionieristici, quelli… Non c’erano nemmeno i soldi per comprare i dischi! Per fortuna Marco Ruperto, uno dei DJ del locale allora più in auge, lo Chalet di Tortona, produceva delle cassette con i pezzi di successo già mixati. Io le compravo e le mettevo su al Sound, facendo finta di far girare i dischi. E proprio Marco è stato il mio primo maestro. Pensa che mi invitava allo Chalet al pomeriggio e mi faceva dei corsi gratuiti perché imparassi il mestiere.
Poi a Radio Delta ho conosciuto Enzo Baldon, che mi ha introdotto al Lavagello City Club, locale di cui era direttore artistico. Erano anni incredibili… La mia giornata era strutturata così: dalle 8 alle 12 facevo l’orafo, dalle 12 alle 14 facevo la diretta su Radio Delta (saltavo il pranzo), dalle 14 alle 19 tornavo a fare l’orafo, passavo da casa a mangiare qualcosa e poi dalle 22 all’1 ero di nuovo in diretta. Senza tenere conto che giovedì, venerdì e sabato sera facevo il DJ in discoteca…
4) Vogliamo parlare della tua vittoria a Sarabanda nel 1998?
Bellissima esperienza, senza dubbio, anche perché da lì mi si aprirono strade professionali importanti. Pensa che dopo la trasmissione mi chiamò Claudio Cecchetto per presentare la Hit Parade su Radio Rai 1. Su Sarabanda ti racconto un aneddoto. Il regolamento del programma prevedeva che per la puntata speciale a cui ho partecipato ogni concorrente scegliesse un ente benefico della sua città a cui destinare metà della somma in palio, che era di ben 425 milioni di lire. Non sapendo cosa fare, mi rivolsi a don Rino Bianchi, attuale parroco della Chiesa di via Monteverde, che mi suggerì l’Istituto Divina Provvidenza, ossia la Michel. Mi diede anche un santino della Beata Teresa Michel, dicendomi queste parole: “Se ne ha bisogno, ti farà vincere”. Io misi il santino sul cuscino dell’albergo in cui alloggiavo e andai in trasmissione. Come sai, mi andò bene e vinsi. Tornando a dormire, a tarda notte, vidi quel santino e scoppiai a piangere. Possibile che…?
5) Ultima domanda. Come vedi Alessandria, dal tuo particolare punto di osservazione? E gli alessandrini?
La nostra è una città difficile, anzi difficilissima. Sono pronti a vederti fallire, sembra quasi che non aspettino altro… e se riesci in qualcosa, ti dicono che l’avrebbero saputo fare anche loro. Sai una cosa? Se hai successo ad Alessandria, puoi avere successo ovunque!