Anche questa settimana, per il nostro viaggio nel tempo, voglio riaccompagnare i lettori in piazza Giordano Bruno.
Da sempre sono stato affascinato da questo angolo di città, un rione della vecchia Alessandria che si presenta all’osservatore con la semplicità delle visioni più genuine, oggi come ai tempi della cartolina.
Alcuni passanti e qualche sfaccendato animano la cartolina che voglio offrire all’osservazione, per contribuire a rimarcare temi e concetti già espressi la scorsa settimana quando ho affrontato la descrizione del Distretto.
Qui il Palazzo si vede un po’ di scorcio e più da vicino e si riesce ad interpretarne meglio la struttura, il modellato della facciata.
In questa immagine, scattata probabilmente intorno al 1930, possiamo osservare il vecchio Distretto proprio nell’esercizio delle sue funzioni, infatti vediamo, come biglietto da visita, un gruppetto di persone in divisa stazionanti sugli scalini dell’ingresso, sormontato dalle insegne che ne definiscono le funzioni.
Poco più avanti, dall’altra parte della strada che segna il confine di questo isolato, cioè via Verona, possiamo notare una cosa interessante. La vecchia costruzione, visibile nella precedente cartolina pubblicata, è stata trasformata ed in questa immagine la possiamo vedere con una nuova veste. Non ho voluto fare ulteriori ricerche per scoprire se si tratti della vecchia costruzione totalmente modificata ovvero una costruzione edificata di sana pianta. Poco importa. Quel che ci serve in questa sede è l’osservazione dello stile che risente certamente degli ultimi singulti del Liberty o meglio, esprime in pieno l’Art Déco.
Insolito lo scorcio di via Milano, che si inoltra profondamente nell’antico Borgo Rovereto.
Per concludere voglio invitare ad osservare la modesta casetta di due piani, quella con un grande vaso con alberello sull’angolo.
Bene, anche questo piccolo e modesto esempio di edilizia residenziale, con esercizio pubblico, è stato inghiottito per sempre dalla famelica speculazione economica, figlia degli anni ’60.
E adesso non pensiamo più alle cose negative che hanno fatto da padrone in questa nostra città e godiamoci ancora, invece, la bella sequenza di antichi manifesti che fanno bella mostra dalla facciata del Distretto. Uno di questi, dall’alto della sua posizione, invita a ricordare il Fernet Branca… Evidentemente, anche a quell’epoca – ogni tanto – serviva sorseggiarne, per digerire o dimenticare le disavventure della vita. E ancora oggi, come allora, ubriachiamoci di Fernet e dimentichiamo almeno per qualche ora le disavventure della nostra città… ma sì, crepi l’avarizia, anche dell’Italia intera.
L’omicidio di ieri sera. – Ieri sera, circa le ore 20,30 in piazza Santo Stefano il diciottenne Mario Orta, giovine di buona famiglia ma ben noto nei fasti giudiziari, veniva per mano d’ignoti, gravemente ferito con un terribile colpo di coltello che dalla tempia destra andava a ledere il cervello. Stramazzato a terra l’Orta venne soccorso da alcuni passanti e da due guardie municipali le quali non poterono estrargli l’arma che teneva nella ferita, e quindi lo trasportarono nel Corpo di Guardia, del quartiere S. Stefano e poscia con una portantina, all’ospedale.
Subito i dottori Dardano e Sacco dopo avergli con non poca fatica estratto il coltello dalla ferita gli prodigarono pronte cure ma dall’esame fatto espressero il convincimento essere la ferita mortale.
Il giudice Vogliotti ed il delegato di P.S. sig. Garzone dopo di avere inutilmente cercato di far parlare il ferito causa il suo stato gravissimo, si recarono sul luogo del delitto per le necessarie indagini. Intanto la questura ha proceduto all’arresto di alcuni sospetti appartenenti alla mala vita alessandrina.
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Come prevedevasi l’Orta è morto ieri sera alle 11,30 assistito dal padre e dai congiunti.
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All’ultima ora veniamo a sapere che l’uccisore è certo Regalzi Giuseppe detto Fratin d’anni 18 ed il movente è per gelosia di donna. Egli è latitante.
LA LEGA LIBERALE – Giornale settimanale – Politico – Amministrativo – Letterario – Anno XXIV – Numero 13 – Alessandria, Sabato 27 Marzo 1909.