È stata una sfida all’ultimo piatto quella dei due gruppi che hanno partecipato ai corsi di cucina organizzati dall’Ascom di Alessandria e tenuti da Beppe Sardi, cuoco del ristorante Il Grappolo.
La gara si è svolta in due giorni diversi, su due menù identici.
I gruppi – tutti e due del corso base – si sono sfidati su piatti tipici piemontesi. A giudicare i piatti una giuria, che non solo ha dato voti sul sapore, ma anche sulla presentazione dei piatti, della tavola e del servizio.
I ragazzi hanno preparato insalata di tacchino e toma tagliolini con porri, pomodori e acciughe, pernice in salsa di verdure e sformato di patate al rosmarino e, dulcis in fundo, torta di nocciole con zabaione. L’aperitivo, invece, è stato inventato dai partecipanti al corso.
Piatti completamente uguali, quindi, per tutti e due i gruppi ma profondamente diversi per gusto e presentazione.
Al di là della bravura di ogni partecipante, interessante è stato il modo di interpretare la tradizione piemontese. Sebbene il menù “d’esame” fosse uguale per tutti, ogni gruppo è riuscito a cucinare ogni piatto in maniera del tutto personale. La cultura piemontese è stata rivisitata, interpretata e ridisegnata in chiave moderna mantenendo, però, la tradizione.
Ecco, quindi, che i taglioni – fatti a mano dai partecipanti – diventano un cestino di pasta che racchiude il condimento. Mangiarli diventa una scoperta forchettata dopo forchettata, assaporando piano, piano, anche il pomodoro, il porro e le acciughe. La carne disegna il piatto, arricchita dallo sformato di patate al rosmarino: tenera e colorata dal sugo di verdure, è la tavolozza del pittore. Colore e sapore si fondono, solleticando il palato e gli occhi. Lo sformato dal cuore morbido e caldo, esalta il sapore della carne sprigionando il profumo del rosmarino.
Il dolce beh, il dolce. Chi non attende con trepidazione il momento del dessert?
In questo caso la fantasia è stata la protagonista principale. Un gruppo ha presentato il tortino in modo classico incorniciato dallo zabaione, il secondo gruppo, invece, ha presentato due tortini di nocciole a forma di fiore con una scultura di cioccolato e una di zucchero, sempre incorniciati dalla crema allo zabaione.
Comune denominatore della serata il Piemonte e le sue ricchezze.
Anche i vini serviti erano tutti del territorio. Ogni portata (e ogni vino) è stata accompagnata da una descrizione accurata del piatto, compresa la provenienza degli ingredienti e delle tipicità del territorio.
Il nostro territorio è ricco di prodotti e eccellenze, dalla robiola di Roccaverano al riso, dai porri di Cervere alla tonda e gentile e i krumiri di Casale Monferrato. Le nostre colline disegnate da lunghi filari di viti donano vini profumati dal sapore fruttato e corposo come il grignolino.. e come non menzionare la grande barbera d’Asti.
Insomma, non ci manca niente. Basta solo avere rispetto per il nostro territorio e cultura sui nostri prodotti.
Il recupero delle tradizioni è anche questo. Ma è anche sapere reinterpretare le antiche ricette.
Non si tratta di modernità, si tratta di “adattamento” di gusti e profumi della storia mantenendoli intatti. Ricordiamoci della nostra storia, sempre. Anche attraverso il cibo.
Le fotografie sono di Ivano Daniele Panarello