Domenico Ravetti, Graziano Moro, Walter Ottria, Gloria Zenari. Questo il poker dei candidati del Pd alessandrino alle prossime elezioni regionali, ufficializzato ieri sera nel corso dell’affollata assemblea provinciale del Partito Democratico alla ex Taglieria del Pelo. A cui era presente gran parte del ‘gotha’ del partito, in termini di rappresentanza istituzionale e territoriale.
Clamorosa (ma non imprevedile, per la piega presa dagli eventi negli ultimi giorni) esclusione per il presidente della Provincia, Paolo Filippi, che nel pomeriggio peraltro, avendo ben presente che aria ‘tirava’, apparentemente non perdeva la calma: “il Pd locale farà le sue proposte, ma l’ultima decisione spetta a Torino”.
Ieri sera, intanto, l’assemblea provinciale ha detto la sua. Chiamati a pronunciarsi sulla candidatura di Filippi, i presenti alla Taglieria del Pelo l’hanno bocciata a larga maggioranza: 50 no, solo 12 sì, e una decina di astenuti.
A poco è valso dunque, almeno finora, il sostegno di 93 sindaci e amministratori locali (firmatari di un documento che chiede al presidente della Provincia un impegno in prima persona alle regionali), e anche quello del sindaco di Alessandria, Rita Rossa. Che ieri sera si è battuta con determinazione, sostenendo la candidatura di Filippi, e si è anche esposta a non pochi mugugni e critiche.
Ora cosa accadrà? Diverse le strade ancora aperte, in realtà: c’è chi ipotizza per Paolo Filippi il posto da capolista provinciale nella lista Chiamparino (che però sulla carta non ‘garantisce’ l’elezione in consiglio regionale: anzi, le probabilità sembrano piuttosto ‘risicate’), e chi invece parla per lui di un possibile inserimento nel famoso ‘listino’, ossia fra coloro che sarebbero eletti ‘automaticamente’, in caso di vittoria del candidato presidente del centro sinistra. Ma, attenzione, sempre per il ‘listino’ si continua a parlare con insistenza anche dell’avvocato Marco Balossino, tortonese: persona di fiducia dell’imprenditore Guido Ghisolfi, assai vicino, e non da ora, al premier Matteo Renzi.
Insomma, situazione complicata: di certo il braccio di ferro tra Filippi e il Pd pare destinato a non concludersi qui.
E. G.