La Russia è racchiusa nel profondo della sua campagna, là dove regna un eterno silenzio (Nicolaj Nekrasov)
E’ come un pezzo di ghiaccio entro cui brucia una fiamma: questa è la pittura per Kandinsky (lo scrisse egli stesso in una lettera del 1925) e da questa fiamma partì la ricerca delle radici, dell’Oriente, della tradizione popolare, dell’assoluto. Da dipingere addivenendo all’astrazione, per rappresentare solo le emozioni e l’anima, ‘l’orth’ (concetto di anima, o alter ego della persona, che si riunisce ad essa prima della morte secondo il pensiero diffuso nella tradizione popolare della Russia del Nord) attraverso la forma ed il colore……
Prima di dedicarsi all’arte Wassily Kandinsky pensava di diventare antropologo, e durante l’ultimo anno di Università, a seguito di un periodo di malattia, per ristabilirsi decise di intraprendere un viaggio, che lo segnò per sempre.
Partì in treno ed arrivò fino a Vologda, dove la ferrovia terminava, a nord est di Mosca: e viaggiando in tutto per circa ottocento chilometri seguendo il fiume Suchova giunse nelle terre dei sirieni, delle tribù dei komi, dalle tradizioni ugro-finniche, forse alla ricerca delle sue radici (la famiglia di Wassily aveva ascendenze siberiane) o forse ancor di piu per scoprire quei codici antichi, le vestigia del paganesimo, e trovare modo di esprimere nella sua arte le proprie emozioni, i sentimenti, l’assoluto della natura.
In quei luoghi, in quelle infinite foreste che sembravano appartenere ad un altro mondo la gente credeva ancora nei riti tribali, negli spiriti e nei demoni…i tamburi, i grembiuli, le vesti dello sciamano erano un modo per avvicinarsi al sacro ed interpretarlo attraverso la natura…le case di legno recavano incisioni che affascinarono notevolmente l’artista. Al suo ritorno dal viaggio tenne un’importante conferenza che ebbe notevole successo e ispirò molti altri intellettuali russi dell’epoca, anche scrittori e musicisti.
La ricerca dell’Oriente e delle sue tradizioni a fine Ottocento ed inizio Novecento era di forte stimolo per gli ambienti culturali, non solo russi, stufi dei soliti schemi accademici occidentali.
Kandinsky: l’artista come sciamano è il titolo evocativo di una grande mostra, appena inaugurata a Vercelli, nella sede dell’Arca (ex Chiesa di San Marco), per l’occasione trasformata in un’isba suggestiva e misteriosa, dedicata all’artista nel suo periodo spirituale, con opere dei primi vent’anni del Novecento, fase di studio e rivisitazione del concetto di forma e colore. La mostra, promossa dal Comune di Vercelli in collaborazione con il Museo di Stato di San Pietroburgo e organizzata da Giunti Arte Mostre Musei, è assolutamente non convenzionale ed imperdibile per comprendere a fondo l’affascinante percorso artistico del genio russo.
Raccoglie circa venti opere, anche molto importanti, mai uscite prima dal territorio russo, corredate da una serie di oggetti e simboli della tradizione popolare delle terre settentrionali nell’Ottocento (bastoni degli sciamani, specchi di bronzo per rapire l’anima, bellissimi filatoi, tamburi, costumi, archi….).L’intento della mostra è proprio quello di spiegare perché Kandinsky, uno dei piu celebri pittori del Novecento, su cui sono stati scritti centinaia di libri ed articoli, le cui opere sono state esposte in tutto il mondo, giunse alla convinzione che per trasporre sulla tela sentimenti e pensieri non fosse necessario raffigurare oggetti, paesaggi, volti della vita quotidiana, ma fosse necessario giungere all’astrazione e rendere protagoniste forme e colori evocatrici ed evocatori dei concetti più profondi dell’universo e dei sentimenti dell’animo umano.
Tra le opere in mostra ve ne sono alcune veramente molto importanti e bellissime: Muro Rosso, Destino del 1909, la Chiesa a Murnau, del 1909, dove il colore e le dimensioni già si distaccano dal reale per divenire espressione dell’anima dell’artista. Vi sono anche le bellissime ‘Nuvola dorata e Nuvola bianca, Amazzone con i leoni azzurri e Amazzone sui monti, opere realizzate da Kandinsky intorno al 1918 attingendo dalla tradizione tedesca e ritraendo un mondo di fiaba dipinto ad olio sul retro di una vetrata, con personaggi di narrazione folcloristica, con una colorazione molto decisa.
Vi sono poi le fantastiche Improvvisazioni, le note composizioni di Kandinsky realizzate come se fossero partiture musicali di pura armonia tra forme e colori, dove ogni elemento è espressivo e necessario come una nota trovata in un accordo musicale.