L’IIS Nervi-Fermi ha ospitato, martedì 25 marzo, il vescovo di Alessandria Mons. Guido Gallese per un incontro con gli studenti rappresentanti di tutti gli indirizzi di studio dell’IIS.
In tale occasione si è proceduto anche alla firma di una Convenzione con la Caritas diocesana in base alla quale gli studenti che hanno evidenziato provvedimenti disciplinari, ma non solo, potranno, con attività di volontariato presso la mensa della Caritas o, dove occorra, per la Diocesi, compiere un percorso di riflessione e acquisire quei valori di solidarietà e di attenzione a chi è in difficoltà che sono alla base dell’educazione giovanile.
Prima tappa l’ufficio di Presidenza dove, al momento della firma, il Dirigente scolastico, ing. Andrea Tommaselli, affiancato da monsignor Massimo Marasini, delegato vescovile per la Pastorale della Carità, e da Gian Paolo Mortara, direttore pro tempore della Caritas diocesana, ha ribadito che in una realtà come quella alessandrina, caratterizzata da tante associazioni di volontariato, la Caritas rappresenta uno stimolo propositivo, uno strumento di formazione e di educazione cristiana, con cui l’Istituto intende collaborare nel suo Progetto di educazione alla solidarietà e al volontariato, parte integrante della sua offerta formativa.
Seconda tappa l’Aula Magna del Nervi, dove un folto gruppo di studenti e di insegnanti attendeva di conoscere meglio il “successore degli apostoli”, come si è autodefinito mons. Gallese, che ha tracciato il suo profilo partendo dall’esperienza giovanile nei gruppi scout , giudicata fondamentale nella sua formazione sia umana che spirituale, per lo sviluppo della solidarietà, per riappropriarsi del rapporto con la natura, per il contatto con Dio, per trovare il germe della vocazione.
Ai ragazzi intimiditi dalla sua figura, il vescovo ha chiesto che cos’è la cosa di cui più hanno bisogno nella vita e allora le parole sono fluite liberamente: coraggio, ha detto qualcuno, e poi forza, appoggio spirituale, lavoro, famiglia, amicizia, felicità (come risultato finale).
A Carlotta che dice “amore”, il vescovo aggiunge che l’amore è alla radice di tutte le cose perché “…più guardo l’uomo, più mi accorgo che le nostre dinamiche primarie sono di carattere affettivo…” e sottolinea quanto sia difficile essere accettati in un gruppo, alcuni si prostituiscono pur di essere accettati: sentirsi soli è in assoluto la cosa peggiore per i giovani.
E questi giovani hanno parlato di vita affettiva, fiducia degli altri, solidarietà, famiglia, valori forti, primari, su cui si innesta lo sviluppo dell’essere umano, bisogna partire da fondamenta solide per costruire la nostra vita, sostiene mons. Gallese.
“Bisogna avere una guida spirituale– dice Iman, viso dolce, indossa il velo, segue con molta attenzione le parole del vescovo e il vescovo le rivela che lui ha la sua guida spirituale, un uomo straordinario, dolce, un uomo di Dio, dal quale si reca periodicamente.
Iman, di religione islamica, non sa esattamente quale sia il ruolo del vescovo nella religione cristiana cattolica e monsignor Gallese, con grande disponibilità, le racconta un segmento della vita di Gesù, gli anni della predicazione, l’affidamento agli Apostoli di quel grande magistero che ora egli esercita in quanto “successore degli Apostoli”. La studentessa è interessata anche a sapere se una scelta così importante gli ha procurato nostalgia per le cose lasciate e il Vescovo sottolinea che lasciare casa e famiglia, scegliere il celibato, è stata una scelta d’amore perché “Dio mi ha trafitto il cuore: vulnerasti cor meum, questo è il motto che ho scelto, è come se avessi preso una cotta per il Signore…io non ho mai visto Gesù, ho dato la mia vita a qualcuno che non ho mai visto, ma ho sentito molto…Dio è andato al di là dei miei sogni…”
E aggiunge che le cose del mondo non gli mancano perché sente che è stato chiamato per qualche cosa d’altro e che se anche ci sono stati momenti in cui la sua vita spirituale non era al top, questi sono serviti per crescere.
Il dialogo con gli studenti è continuato su temi di stretta attualità quali l’atteggiamento della Chiesa nei confronti dell’omosessualità o la pedofilia nella Chiesa, una grande tragedia, temi che implicano una riflessione sul ruolo della famiglia, della società, delle istituzioni.
Nel congedarsi dalla platea, a quei giovani, che ascoltavano con interesse e sicuramente si ponevano degli interrogativi, il vescovo, da buon maestro e padre spirituale, ha lasciato quattro insegnamenti fondamentali: vivere bene insieme e accettare gli altri; fare esperienza delle cose spirituali perché la vita non è solo materia; essere generosi; avere un’attenzione privilegiata per i poveri perché essi sono il nostro tesoro e da loro noi possiamo imparare molte cose.